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Moratti tra Meloni, Fontana, Calenda: esegesi di un comunicato "sudato"

Moratti tra Meloni, Fontana, Calenda: esegesi di un comunicato "sudato"


Esegesi di un comunicato stampa. Quello di Letizia Moratti che si dimette così dopo quasi due anni vissuti nella Lombardia che combatteva il Covid con i vaccini è stato un comunicato stampa studiato bene. A lungo. Meditato. C'era davvero una opzione Letizia Moratti amministratrice delegata di Olimpiadi. Operazione firmata Ignazio La Russa, raccontano ad Affaritaliani.it Milano. Non è andata a buon fine non per le anticipazioni di stampa, ma - secondo i maligni - perché lei aveva in testa di candidarsi. Una idea che ha sempre avuto. Certo, ha accarezzato per qualche ora la possibilità di andarsene al governo, in un posto ministeriale. Ma era troppo tardi. E allora è tornata alla casella numero uno. Quella che occupava dal gennaio 2021, momento in cui diventa vicepresidente. Mi hanno promesso che avrei fatto il governatore, ha sempre ripetuto lei. Gli altri negano, ma il punto non è questo. Ha preparato la sua lista, la sua squadra, così come ha anticipato Affaritaliani.it Milano, perché alla candidatura ha sempre lavorato e creduto. E ha tessuto i fili. Uno fra tutti: quello che porta a Mariastella Gelmini, portavoce di Azione. Ed è infatti lei a salutare il coraggio della donna, prima di tutti. Poi arriva Carlo Calenda, anche lui con un comunicato che sa tanto di candidatura: "Sono certo che in futuro potra' dare un contributo positivo nella politica regionale o nazionale". E i livelli locali, che mugugnano perché loro la Moratti non la vogliono, si allineano.

Tutto previsto, raccontano i fedelissimi del presidente Attilio Fontana. Tutto studiato, dicono quelli che sanno come ragiona Letizia Moratti. E dunque, il comunicato. Scontato l'attacco a Fontana, frutto di valutazioni incistate nel tempo: "Un forte segnale rispetto alle lentezze e alle difficoltà nell’azione di questa Amministrazione, che a mio avviso non risponde più all’interesse dei cittadini lombardi". Ma c'è anche l'attacco frontale a Giorgia Meloni e al suo governo. Segno che Letizia Moratti non sogna un posto nelle partecipate, magari ENI, né in qualunque altra nomina governativa. Per quelle avrebbe lasciato stare l'esecutivo e si sarebbe concentrata solo contro Fontana. E invece no: "Registro con preoccupazione la scelta di anticipare il reintegro dei medici e degli altri professionisti della sanità non vaccinati, il condono sulle multe ai no vax e la diversa sensibilità sull’importanza dei vaccini". Altra mazzata. Ormai il futuro di Letizia è quello che si era ripromessa di avere: la candidatura. Del resto, a fronte della domanda esplicita al centrodestra se sarebbe stata lei la candidata oppure no, da Meloni era arrivata la proposta di fare l'ad delle Olimpiadi. A voler ben vedere, una risposta chiara. Alla quale l'ex sindaco di Milano replica in modo altrettanto chiaro.

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