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Milano
Moreno: “Da 30 a 5 pazienti al giorno. Stiamo uscendo dall'emergenza Covid"
(Mauro Moreno)

Moreno: “Da 30 a 5 pazienti al giorno. Stiamo uscendo dall'emergenza Covid"

A tu per tu con il dott. Mauro Moreno, Direttore Sanitario dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano, Ospedale ai vertici in Europa. “Al Niguarda oltre ad aver curato più di 1.000 pazienti Covid, abbiamo eseguito 250 interventi di chirurgia oncologica, 22 trapianti di organi e 291 parti. Creati percorsi separati per pazienti COVID e per quelli affetti da altre patologie.  Nessun timore di recarsi in Ospedale poiché il rischio di contagio è minimo. Il nostro laboratorio analizza 1.000 tamponi al giorno”.

Dott. Moreno, l’Ospedale Niguarda di Milano, eccellenza europea nella sanità, è uno dei centri di riferimento nazionali per la lotta al Covid 19. Ci può illustrare come è stata affrontata la fase di emergenza?

L’Ospedale Niguarda fin dall’inizio della crisi si è attivato attraverso la costituzione di una “Unità di Crisi Aziendale” composta da una serie di professionisti coinvolti nel processo di diagnosi e cura dei pazienti affetti da COVID-19, sotto il coordinamento della Direzione Strategica Aziendale, in particolare dalla Direzione Sanitaria da me diretta, insieme al mio collaboratore dr. Matteo Corradin. L’”Unità di Crisi Aziendale” ha proceduto ad una rapida riorganizzazione dell’Ospedale al fine di garantire un percorso dedicato ai pazienti affetti da COVID-19 e, al contempo, anche un supporto ai professionisti per garantire il lavoro in massima sicurezza.

Sin dai primi giorni dell’emergenza sono stati riservati numerosi posti letto di terapia intensiva ai pazienti più critici, che si sono incrementati progressivamente, coinvolgendo cinque aree, per complessivi 96 posti letto, tenuto conto che il Niguarda ha accolto, nella prima fase, pazienti “intensivi” trasferiti dalle aree identificate come “zone rosse”. Per i pazienti meno gravi sono stati attivati circa 300 posti letto di area medica. Per poter poi assistere i pazienti in fase di guarigione, ma che per motivi sociali o familiari avevano difficoltà a rientrare a domicilio o nelle strutture protette di origine, è stato loro destinato un intero settore del dipartimento chirurgico polispecialistico definito settore “post Covid”. Inoltre, da mercoledì 26 febbraio il laboratorio di Microbiologia del Niguarda è stato identificato tra i centri di riferimento regionale per l'analisi dei cosiddetti “tamponi”. Attivo sulle 24 ore, il laboratorio esegue una media di oltre 1.000 analisi al giorno ed è il riferimento anche per altri ospedali della Citta Metropolitana e delle provincie limitrofe.

Sembra che attualmente ci sia un po' meno pressione sui pronto soccorsi e sulle terapie intensive lombarde, è così anche da Voi?

Si, in generale si riscontra una diminuzione dei pazienti COVID-19 che accedono al pronto soccorso: siamo passati da un picco di oltre 30 pazienti al giorno ad una media di 5-6 negli ultimi giorni.

Nelle ultime settimane si sono incrementati i numeri dei pazienti che accedono al Pronto Soccorso con sintomatologie non riferibili al Covid 19. Anche sul fronte delle terapie intensive vi è stata una riduzione dei pazienti ricoverati tanto che la settimana scorsa è stata chiusa una terapia intensiva di 27 posti letto dedicata proprio a pazienti COVID 19 che tornerà gradualmente ad assumere il ruolo di terapia intensiva di area cardiovascolare e dei trapianti.

Quanti pazienti Covid 19 attualmente state curando?

Fino ad oggi a Niguarda sono stati tratti poco meno di 1.000 COVID-19, uno dei numeri più alti in Italia. Attualmente a Niguarda sono ancora ricoverati circa 200 pazienti COVID-19, di cui 40 in terapia intensiva.

C’è un altro problema, i pazienti, anche con gravi patologie, hanno il timore di recarsi in ospedale per le cure. Uno studio italiano ha segnalato un aumento considerevole di decessi per infarto acuto del miocardio proprio per la paura di andare in Ospedale. Come siete organizzati a riguardo? Quali consigli si sente di dare ai vostri utenti?

In riferimento a quanto stabilito da Regione Lombardia, dal 24 febbraio è stata sospesa l’attività chirurgica non urgente elettiva e differibile, mentre dal 10 marzo è stata sospesa anche l’attività ambulatoriale ordinaria, ad eccezione delle prestazioni non differibili, quali ad esempio chemioterapia, radioterapia, dialisi etc., le prestazioni urgenti con priorità U o B e le prestazioni dell'area salute mentale. Con deliberazione n. XI/2906 dell’8/03/2020 è stata disposta la revisione delle reti tempo dipendenti e delle reti di alta specialità in corso di emergenza COVID-19. Niguarda è stato identificato quale “Centro Hub” per le reti tempo-dipendenti e di alta specialità relative al trauma maggiore dell’adulto, le urgenze neurochirurgiche e le urgenze neurologiche stroke.

Per garantire la piena attività è stata riorganizzata e potenziata la disponibilità aziendale di posti letto di terapia intensiva fino a 20 unità, distribuiti in ambienti open space, stanze doppie o box singoli; è stata potenziata l’attività di guardia attiva e di sala operatoria, anche con il contributo di personale proveniente dai centri spoke. Sono stati parallelamente rivisti i percorsi clinici e differenziati i percorsi logistico-organizzativi per l’accoglienza ed il trattamento dei pazienti non COVID e dei pazienti noti/sospetti COVID.

L’attività oncologica di tipo medico non ha subito sostanziali variazioni organizzative, salvo la differenziazione dei percorsi di accesso e trattamento tra pazienti COVID e non COVID, in particolare per quanto concerne l’area ambulatoriale e diurna.

Per quanto riguarda l’attività oncologica di tipo chirurgico, la Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia ha emesso indicazioni per poter svolgere l’attività chirurgica oncologica ad alta priorità, all’interno o all’esterno dell’Azienda, in base alle risorse umane disponibili utilizzabili per quella attività. Con la riorganizzazione ospedaliera come sopra esplicitato, quale “ospedale Hub” per alcune reti tempo dipendenti e di alta specialità nelle ultime settimane sono stati accolti 434 pazienti: 177 per l'urgenza neurologica stroke, 172 per la neurochirurgia e 85 per il trauma maggiore.

Pur a fronte della sospensione dell’attività chirurgica programmata, durante l’emergenza sono stati effettuati 250 interventi di chirurgia oncologica non differibile e sono stati effettuati 22 trapianti di organi solidi (14 di fegato, 5 di rene e 3 di cuore) garantendo l’assistenza al parto di 291 neonati.

Nell’accesso all’Ospedale sono stati creati percorsi separati per pazienti COVID e per quelli affetti da altre patologie che pertanto non devono aver alcun timore di recarsi in Ospedale poiché il rischio di contagio da parte di pazienti COVID è minimizzato.

Il Niguarda, numeri alla mano, è uno degli ospedali con la minor percentuale di personale sanitario che ha contratto il virus. Quali linee guida avete adottato?

Per quanto attiene l’utilizzo dei cosiddetti “DPI”, ossia i Dispositivi di Protezione Individuale, Niguarda si è scrupolosamente attenuta alle indicazioni nazionali e regionali che prevedono l’utilizzo della mascherina “FFP2” durante l’esecuzione di procedure che generano aerosol, ovvero in particolari contesti assistenziali con elevata concentrazioni di pazienti COVID.

Su fronte del rischio contagio per contatto con il paziente, è stato prevista l’esecuzione del tampone naso-faringeo a tutti i pazienti ricoverati ovvero a quelli che accedono in trasferimento da altre strutture, azione che ne minimizza il verificarsi.  Sono state inoltre definiti dei percorsi dedicati ai pazienti COVID per l’accesso ai locali e al transito nelle zone comuni.

Per quanto riguarda lo screening del personale, l'Azienda ha sin da subito seguito le indicazioni di Regione Lombardia eseguendo il tampone naso-faringeo per la ricerca del virus responsabile del COVID-19 in caso di febbre o sintomi riconducibili all'infezione. Recentemente, alla luce del tempo trascorso dell'inizio dell'emergenza epidemiologica, dell'evoluzione della situazione e dell'organizzazione aziendale, Niguarda, in un'ottica di massima precauzione, ha deciso di estendere la sorveglianza anche al personale in servizio presso le strutture di degenza considerate più a rischio.

La sicurezza del personale è una priorità assoluta, come quella dei pazienti che assistiamo a Niguarda. Tutto questo deve avvenire in un contesto di regole definite utilizzando le precauzioni e i presidi idonei in base alle necessità e ai rischi presenti.

È dimostrato che i tamponi non siano affidabili al 100%. Alcuni positivi possono risultare negativi al tampone Questo, nella fase post emergenza, sarà una cosa da tenere ben presente per una riapertura dei reparti in piena sicurezza.

Su impulso di Regione Lombardia sta iniziando in questi giorni un programma di screening dedicato a tutto il personale di Niguarda con l’obiettivo di individuare gli operatori COVID-free (guariti ma non noti per positività al Covid 19 o non infetti) attraverso un percorso di monitoraggio/screening sostenibile, a tutela sia dell’operatore che del paziente. L’utilizzo degli anticorpi contro il Sars-CoV-2 potrà essere successivamente esteso anche ai pazienti permettendo, unitamente al tampone naso-faringeo, un inquadramento di elevata affidabilità.

State adottando delle cure particolari contro il Covid 19? Cosa ne pensa della cura con il Plasma dei pazienti convalescenti lanciata negli USA dal Prof. Alessandro Santin e ora in sperimentazione a Pavia e Mantova?

A Niguarda fin dalle prime settimane è stato attivato un protocollo aziendale per la “gestione ospedaliera COVID-19” elaborato da un gruppo di lavoro multidisciplinare denominato “Niguarda Covid-19 Working Group” con il coordinamento del dott. Massimo Puoti Direttore delle Malattie Infettive, del dott. Paolo Tarsia Direttore della Pneumologia e dal Direttore del Dipartimento Medico Polispecialistico, dott. Oscar Epis. Stiamo considerando molto fortemente l’opportunità di iniziare una sperimentazione con il plasma iperimmune. I risultati dei primi studi paiono incoraggianti.

 

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