Milano
Nordio: “Avanti con riforme, polemica sull'abuso d’ufficio non finirà”
L’intervento di Carlo Nordio in videocollegamento in occasione della 25esima edizione di ‘Futuro Direzione Nord’ a Milano

Nordio: “Avanti con riforme, polemica sull'abuso d’ufficio non finirà”
"Andremo avanti con tutte le riforme sulla giustizia, che cambieranno veramente il nostro sistema”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo in videocollegamento in occasione della 25esima edizione di ‘Futuro Direzione Nord’, a Milano. Per quanto riguarda l’abuso d’ufficio, “c’è stata l’abrogazione di questo reato evanescente e dannoso - ha sottolineato - che aveva provocato la paralisi della Pubblica amministrazione. Qualcuno non si è arreso all’evidenza e ha cercato di insinuare che questa abrogazione fosse in contrasto con le direttive della convenzione di Merida e ha portato davanti alla Corte Costituzione questa problematica. Bastava leggere la convenzione di Merida, che non rende obbligatoria per gli Stati l’introduzione di questo reato. Speriamo che la polemica sia finita, anche se non finirà".
"La giustizia italiana è lenta, serve una riforma globale"
Durante il suo intervento a FDN Nordio ha detto: “La riforma globale della Giustizia italiana meriterebbe la lunghezza di due legislature e sarebbero necessarie procedure snellite. La separazione delle carriere in magistratura, per esempio, l’iter è incompatibile con la vita moderna, si rifà a procedure vecchie”.
“Contro ogni procedimento amministrativo è previsto il ricorso alla giustizia amministrativa ed è giusto come concetto, ma non per tutti – ha proseguito - questo provoca un intasamento che rallenta la definizione delle cause più importanti”. Secondo il ministro, "bisognerebbe intervenire a livello Costituzionale con una norma che suonasse così: a legge prevede quali siano i procedimenti amministrativi contro i quali sia consentito fare ricorso alla giustizia amministrativa e quali no”, perché questo “intasa, incide anche sull’economia”. Più la “giustizia è lenta più ci rimettiamo come cittadini – ha aggiunto – e da questa stanza dei bottoni che è il ministero, non è facile intervenire per cambiare questo complesso normativo, ci sono le commissioni parlamentari e anche resistenze di chi ha paura del cambiamento”.
Sul fronte emergenza carceri sottolineata dalla Corte dei Conti, Nordio ha ribadito l’esigenza di una “detenzione differenziata”, soprattutto per “i tossicodipendenti che sono malati da curare più che delinquenti da punire”, sostenendo come la valutazione della Corte però sia basata “sull’ultimo decennio di Governi”, contando che “la costruzione di un carcere nuovo nel nostro Paese è praticamente impossibile, per vincoli economici, culturali e paesaggistici”. Il ministro ha raccontato della necessità di spostare una porta nel carcere di Regina Coeli, dove si è sentito rispondere “che non si può perché è tutelata dalle Belle Arti”.