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Milano
Oltre il siparietto: tutta l'emergenza del Pnrr nelle parole di Sala e Fontana
Attilio Fontana e Beppe Sala

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Non fermatevi alla parolaccia ma guardate quel che c'è dietro. E dietro c'è tanto, anzi direi tutto. I fatti: ieri a latere della presentazione di un progetto tra A2A e il Politecnico di Milano Attilio Fontana e Beppe Sala si fanno vedere insieme. Non è una ricorrenza che accade spesso, soprattutto in questi tempi di Covid dove gli eventi si sono rarefatti. Fontana si avvicina a Sala e gli dice, in modo colorito, che del Pnrr non si sta mettendo a terra niente. Sala dice a Fontana che ha ragione ma che il Comune di Milano ha progettualità. Fontana dice a Sala che Milano sì progetta eccome, ma Busto Arsizio, ad esempio no. Sala evidenza che la parola d'ordine è "sud sud sud". In un dialogo che fa sorridere c'è tutto. Un sunto globale della situazione.

Analizziamolo. Primo: finita la retorica del Pnrr che ci salverà, vengono i nodi al pettine. Guarda un po'? Siamo in ritardo. E lo è il governo in particolar modo, perché Milano è pronta - come dice Sala - ma sul Pnrr l'Italia è in grande ritardo, come mi ha confermato ieri un player primario in Italia. Il Pnrr non viene messo a terra vuol dire che i soldi ci sono ma che ci sveglieremo nel 2023 che non è stato attuato. E se non viene attuato qui, figurarsi altrove.

Secondo: la disparità di capacità di progettazione. Milano ha una struttura tale che può spendere i soldi del Pnrr, se il Governo facesse il suo lavoro. Ma gli altri comuni, neanche piccoli, ma di medio-grandi dimensioni, come Busto Arsizio? Certo, oggi tutti si scandalizzeranno perché Fontana ha usato l'esempio di Busto, ma è perfetto. Se non ce la fa Busto, come può farcela un centro da 2000 anime?

Terzo: la parola d'ordine "sud". Ecco, e su questo si apre un tema enorme. Il sindaco di Milano lo sfiora, a volte lo aggredisce frontalmente, in questo caso accenna. Ma è importante, eppure né dal centrosinistra né dal centrodestra viene mai affrontato. Il governo centrale si preoccupa delle ultime carrozze ma non lascia che le motrici vadano a pieni motori per trainare gli altri. E' un problema politico, ed è un problema di autonomia. Parlarne oggi fa quasi sorridere, dopo tutti questi anni. Ma tant'è. I problemi però non acquisiscono fascino con il passare del tempo, non diventano vintage. Semplicemente, diventano più grandi. E con il Pnrr diventerà un problema gigantesco, questo estremo centralismo dello Stato.

fabio.massa@affaritaliani.it

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