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Milano
Per carità, sulle case popolari basta litigare
Attilio Fontana e Beppe Fontana

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Niente fusione, niente gestione condivisa, niente di niente. Alla fine, quando il fumo delle polemiche social tra sindaco e governatore si sarà diradato, non sarà cambiato nulla. E questo è un fatto, ed è un fatto che non porterà vantaggio a nessuna parte politica. E fin qui, potremmo anche fregarcene della politica, perché i partiti ci pensano al loro consenso già abbastanza da soli. La verità è che non porterà vantaggio agli abitanti dei quartieri popolari, che si meritano qualche risposta dopo anni e anni di niente. E questo frega a tutti noi, invece. Volete qualche fatto incontrovertibile? Sì, la manutenzione degli stabili Aler spetta ad Aler che è della Regione. Sì, gli sgomberi degli abusivi e il ricollocamento delle famiglie spettano al Comune. Sì, anni e anni fa è stata presa una decisione: separare i destini delle case comunali e di quelle regionali. E così i cittadini dei quartieri periferici sono tutti milanesi, ma con padroni di casa diversi.

Volete un altro fatto? I quartieri popolari non credono più nella politica. Non credono più a niente. Volete un altro fatto? Non è stata portata avanti un'idea innovativa sulla gestione delle case popolari da anni e anni. Solo polemiche, continue, incrociate. Come se gli architetti e i sociologi che una volta pensavano agli operai adesso che vivono in zona 1 si preoccupassero solo dei palazzoni con i vetri a specchio. C'è un problema non solo della politica, ma anche degli intellettuali e dei professionisti. Volete un altro fatto? Se non si fa una politica energetica condivisa di riscaldamento delle case possiamo anche decidere di andare a cavallo, ma non si cambieranno davvero le cose. Volete un altro fatto? Se non si rimettono le portinerie, se non si fa la telesorveglianza, se non si assegnano i negozi e non si riaprono le serrande nei quartieri popolari, la questione della sicurezza non migliora. La verità è che questi litigi non sono un modo per mandare avanti le cose. Non lo sono mai stato. Ci sia una proposta concreta, una proposta vera. Qualcuno si assuma la responsabilità e dica: questa è la piattaforma che propongo, e i punti sono questi. Alla luce del sole, e disposti a prendersi le frecce e le critiche, con uno slancio di coraggio. Tutto il resto è inutile.

fabio.massa@affaritaliani.it

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