Pinocchio/Case Aler ai rom, chi gioca a 'fotticompagno'? - Affaritaliani.it

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Pinocchio/Case Aler ai rom, chi gioca a 'fotticompagno'?

ASCOLTA LA RUBRICA "PINOCCHIO" OGNI GIORNO SU RADIO LOMBARDIA (100.3), IN ONDA ALLE 19.15 DURANTE IL PROGRAMMA DI APPROFONDIMENTO "PANE AL PANE" E IN REPLICA IL GIORNO DOPO ALLE 6.45

C’era una volta un Paese che giocava al gioco del fotticompagno. Nome evocativo, e decisamente poco elegante, ma anche molto concreto. La storia di Pinocchio di oggi si presterebbe, purtroppo, molto facilmente a certa retorica leghista, o a un facile razzismo, e invece vorrebbe solo essere il racconto, appunto, del gioco a fotticompagno. Un gioco millenario, che ho imparato a chiamare così grazie a un collega calabrese decisamente corpulento, dalla cultura infinita e soprattutto dalle definizioni azzeccatissime. Ora, questo collega, quando vedeva che qualcuno giocava allo scaricabarile, o peggio ancora, quando prendeva decisioni ben sapendo che qualcun altro avrebbe dovuto subirne le conseguenze, diceva, con la sua voce baritonale: “Stanno giocando a fotticompagno”. Ecco, il caso di oggi che raccontiamo su Affaritaliani.it, che raccontiamo su Radio Lombardia e che raccontiamo in serata su Telenova, è un po’ questo. In pratica Aler, con fondi regionali, ristruttura oltre 600 case popolari. L’assegnazione di queste case tocca però al Comune di Milano, retto da Giuliano Pisapia, nel quale colpevolmente l’assessorato alla casa non ce l’ha Carmela Rozza, l’unica che davvero ne capisce qualcosa. E infatti che cosa succede? Che 80 alloggi vengono dati a famiglie rom con un affitto di 50 euro al mese. Non ho molta simpatia per la retorica anti-rom non perché mi piaccia il loro stile di vita, quanto perché generalmente nasconde la voglia di sfruttarli per fini elettorali. Tuttavia questo caso ha dell’incredibile. A Milano c’è fame di casa, non ce la si fa ad arrivare a fine mese e 80 alloggi vengono dati a famiglie rom a 50 euro al mese. Con famiglie intere che vivono in automobile. Racconteremo anche di queste, nei prossimi giorni. Con una sottolineatura: qui non c’entra la politica. C’entra che giocare a fotticompagno finisce per fottere tutti noi.








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