Milano
Regionali Lombardia, Piccolo (Pd): il lavoro è la priorità del programma Gori

Intervista di Affaritaliani.it a Simona Piccolo, candidata nelle liste del Partito Democratico alle elezioni regionali del 4 marzo in Lombardia
Quali sono i punti principali del programma di Gori per la Lombardia? E che cosa contesta soprattutto al Centrodestra?
Il programma di Gori per la Lombardia è molto articolato ma presenta delle priorità dalle quali partire:
- innanzitutto il lavoro attraverso la riforma del sistema dei centri per l'impiego, la detassazione delle startup, il finanziamento alla R&S, la semplificazione della burocrazia, il sostegno all'agricoltura di qualità e ai prodotti tipici;
- la sanità e la cura della persona attraverso lo sviluppo di una rete capillare di ambulatori di territorio, l'introduzione di misure per l'abbattimento delle liste di attesa negli ospedali, il raddoppio dell'assistenza domiciliare e sgravi fiscali per l'assunzione di badanti qualificate; l'ampliamento dell'offerta di asili nido per aiutare la conciliazione famiglia-lavoro;
- la casa, attraverso un piano di manutenzione straordinaria degli immobili e investimenti sull'edilizia popolare, assegnazioni più veloci e un piano per il sostegno all'affitto;
- la mobilità, attraverso il riordino delle linee e la messa in gara dell'affidamento del servizio ferroviario, la promozione delle auto ecologiche e lo stop alla vendita delle auto inquinanti entro il 2035
- il territorio, attraverso una maggiore autonomia per le comunità montante e la semplificazione delle procedure amministrative degli enti locali, attraverso più sicurezza con un piano di assunzioni straordinario di agenti di polizia locale a presidio del territorio e sistemi di videosorveglianza e illuminazione pubbliche più efficienti.
Chi vota Liberi e Uguali e Rosati, come dice Renzi per le Politiche, di fatto fa un favore a Fontana?
Mi limito a segnalare che la legge elettorale regionale prevede il voto disgiunto e chi crede di voler dare un segnale di alternatività rispetto al Partito Democratico (così si presenta la candidatura di Liberi e Uguali), può decidere di farlo dando la fiducia al candidato Giorgio Gori, evitando così di fare un favore a Fontana e alla Lega di Salvini.
Se vincesse Gori, andresti avanti con la richiesta di maggiore autonomia per la Regione?
Certamente l'istanza dell'autonomia lombarda rimane attuale e appartiene anche al nostro essere, sicuramente saremmo in grado con Gori di perseguire le strade già esistenti per chiedere maggiori deleghe allo stato senza buttare altri soldi, oltre i 50 milioni di euro già sprecati per il referendum farsa di Maroni, un presidente che non ha saputo fare nulla nel merito se non proclami.
Che cosa cambierebbe del modello Lombardia della sanità che per il Centrodestra è il fiore all'occhiello della coalizione Lega-Forza Italia-Fratelli d'Italia-Noi con l'Italia/Udc?
La riforma del sistema sociosanitario varata da Maroni voleva ordinare il sistema preesistente ormai totalmente squilibrato attraverso la presa in carico del paziente con la costruzione di percorsi definiti e la costruzione per i cittadini di una rete di medicina territoriale capillare di prossimità. Dopo tre anni però ci ritroviamo ancora con nove prestazioni su dieci non urgenti erogate al pronto soccorso e a farne le spese è il sistema, soprattutto quello pubblico, che si sta indebolendo e sta subendo la chiusura di una serie di presidi territoriali, l'esatto contrario di ciò che la riforma voleva ottenere.
Se penso a due azioni da fare immediatamente per migliorare il sistema sanitario lombardo penso a un piano di forte investimento per tornare a una sanità di territorio (ambulatori di prossimità) pubblica al fine di contrastare l'utilizzo improprio dell'ospedalizzazione e penso a un coinvolgimento dei medici di base nel programma della presa in carico dei pazienti cronici uniformando il sistema a quelli già esistenti e funzionanti nelle regioni come Emilia Romagna o Toscana, spingendo molto sul protagonismo dell'ente pubblico, dotandolo di investimenti coerenti con le esigenze e chiamando il privato a supporto, non a sostituzione dell'ente pubblico.