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Renzi a Milano: "In Lombardia si gioca gran parte della sfida"
Matteo Renzi a Milano

Renzi a Milano: "In Lombardia si gioca gran parte della sfida"

I prossimi appuntamenti elettorali, dalle regionali alle amministrative, le sorti del Terzo Polo e l’idea di Europa che si vorrebbe costruire dopo le votazioni del prossimo giugno. Sono stati diversi i temi affrontati dal leader di Italia Viva Matteo Renzi nel suo intervento dal palco di “La grande Milano per l’Europa”. La conferenza programmatica organizzata dal suo partito a Milano sabato 23 marzo, fatta di incontri, dibattiti e tavoli tematici, si è conclusa dopo un’intera giornata di lavori con l’intervento finale di Renzi alle 18. Un momento di scambio e di proposte, ospitato dalla mattina alla sera negli spazi del centro di formazione professionale Galdus, zona sud-est della città. «Siete qui dalle 9 di questa mattina – ha sottolineato Renzi - A riflettere, discutere, ragionare. È una cosa che non fa quasi nessuno nei partiti oggi. È difficile immaginare che fare politica passi da un lavoro dal basso».

"Milano ed Europa, stessa anima: si lavora dal basso"

Per discutere di progetti politici e legare il dibattito alla città meneghina, Renzi ha iniziato delineando le caratteristiche tipiche della pragmaticità milanese e le ha interconnesse al suo progetto di Europa. «Ci sono delle opinioni diverse su quello che faremo alle amministrative. Ma in questa diversità c'è la bellezza di riconoscersi partito e comunità politica. Quando mi si chiede quale sia l’anima di Milano e dell'Europa, rispondo con quello che avete fatto oggi. Avete lavorato dal basso».

La proposta moderata e riformista di Renzi

Il suo obiettivo è dunque quello di rivolgersi all’area dei moderati e riformisti, agli elettori che non si riconoscono nelle proposte della maggioranza di governo né in quelle del centrosinistra. Di chi ha premiato nelle scorse elezioni il progetto politico del Terzo Polo, naufragato dopo la scissione con il leader di Azione Carlo Calenda. Eppure, a Milano, questa proposta politica aveva raggiunto un numero importante di voti. Nelle elezioni politiche del settembre 2022, nel collegio uninominale di Milano centro, aveva raggiunto il 23% di voti.

"Terzo Polo ucciso per invidia e miopia politica"

«Siamo in un tempo in cui chi la pensa un po' diversamente da te diventa nemico – ha sottolineato Renzi - Questo è stato il virus che ha portato alla scomparsa politica del Terzo Polo. È evidente che è stato ucciso da chi non ha saputo riconoscere la diversità come ricchezza, e lo ha fatto per invidia, miopia politica, scarsa capacità di ascolto. La domanda di senso che derivava dagli elettori è viva più che mai e si sposa con il pragmatismo meneghino. Dobbiamo fare un lavoro concreto porta a porta, faticosissimo».

La road map di Renzi per superare lo scoglio del 4%

Questo lavoro si traduce in una ricerca di voti, per convincere gli indecisi o gli insoddisfatti dalle altre proposte politiche. Il leader di Italia Viva ha confermato che ancora non ha deciso se il suo partito correrà da solo o appoggerà liste quali Europa al Centro o gli Stati Uniti d’Europa, ma in caso di corsa solitaria occorre raggiungere la soglia di sbarramento del 4%. «Se dovessimo andare da soli, partendo da un risultato che è il 3%, per avere l’1% in più, che sono 200 mila voti, occorre attivare un tamtam e raggiungere gli elettori. Basta farlo con proposte concrete». Per raggiungere gli elettori, Renzi ha diversificato i canali di comunicazione, attraverso social, condivisione di video e proposte, il canale WhatsApp dove discutere e scambiarsi informazioni.

«Abbiamo ancora 78 giorni prima delle elezioni europee. Vi propongo di trovare 10 nomi di persone non iscritte a Italia Viva e coinvolgerle. La sfida è pensare che per ciascun voto mi metto in discussione. È bellissimo perché aiuta anche a livello territoriale. Io ti chiedo il voto, perché penso di avere le idee migliori degli altri». La ricetta proposta si allinea al pragmatismo milanese ricordato all’inizio. L’area riformista a Milano ha già raggiunto importanti risultati mentre – ricorda Renzi – i 5 Stelle non hanno mai avuto un bacino di elettori rilevante.

"Milano si mette in gioco: faticare è un dovere morale"

«L'anima di Milano è mettersi in gioco – ha continuato Renzi - Milano fa le cose. Qui fare fatica è un dovere morale. Un meccanismo diverso ispirato dalla logica dei redditi di cittadinanza, di 'intanto chiedi allo Stato poi stai a vedere'. Il grillismo non a caso a Milano non esiste. L'elemento culturale del grillismo è quello di pretendere di avere dei soldi, un sussidio, una garanzia: pretendere di avere diritti. Il contrario della parola diritti non è ‘doveri’ ma 'storto, rovescio' . Il dovere è il presupposto e la conclusione del diritto.

La proposta europeista di Renzi

Pensando a un progetto per l’Europa dei prossimi 5 anni, il senatore ha bocciato la guida politica della Commissione europea da parte di Ursula von der Leyen, ad oggi appoggiata dal Partito Popolare Europeo, primo partito secondo i sondaggi. Il Ppe è sostenuto dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani che nella giornata di sabato ha annunciato la candidatura per le europee dell’ex sindaca di Milano Letizia Moratti. «Forza Italia è il partito che sta portando Ursula von der Leyen. Tajani e Moratti possono sforzarsi di nascondere che chi vota Forza Italia a Milano, vota von der Leyen ma di fatto è così. La stessa che è stata succube di Orban. Ricordo che per noi è stato importante avere il papà di Ilaria Salis alla Leopolda il giorno della festa della donna. È doveroso dire a Orban che deve rispettare le regole dello Stato di diritto».

Contro decisioni come il Green Deal che secondo Renzi non sta risolvendo il problema ambientale ma sta rendendo più povere le industrie europee, è proposta un’idea di Europa incentrata sull’innovazione e su scelte che siano pragmatiche e sostenibili. Renzi ha sottolineato l’importanza del peso numerico degli elettori lombardi, con i 10 milioni di abitanti della Regione. «Questo è il luogo dove si gioca la partita. A Milano ci giochiamo larga parte della sfida. La Lombardia da sola ha 10 milioni di persone. Sogno un Europa di stratup, innovatori, inventori. Noi siamo quello che provano a immaginare un futuro, a costruirlo prima degli altri, a inventarlo. Per farlo occorre avere una concretezza che passi dalle europee e amministrative».

L'Italia e l'Islam, Renzi: "Se mandi Di Maio a occuparsi di Medio Oriente..."

Secondo Renzi, l’Europa dovrebbe prendere una posizione più netta riguardo a questioni complesse quali il terrorismo di matrice fondamentalista islamica. All’indomani dell’attentato terroristico rivendicato dall’Isis in un teatro e centro commerciale di Mosca, Renzi ha sottolineato l’urgenza di un lavoro del genere. «Quello che è accaduto ieri – ha affermato dal palco – è una minaccia enorme che il terrorismo islamico porta a tutti noi. Si è verificato un nuovo Bataclan. Il terrorismo odia la vita, la cultura, la musica, colpisce ai concerti. I ragazzi sono gli stessi a Mosca, a Parigi, al confine tra Israele e la Striscia di Gaza. l'Europa non ha il coraggio di dire che dobbiamo combattere una guerra contro il fanatismo islamico, perdiamo ciò che siamo».

Secondo il leader di Italia Viva, occorre fare degli accordi con i leader moderati e riformisti dei Paesi arabi per cercare di arginare questo pericolo: «Il nostro obiettivo deve esser l’accordo con leadership musulmane e islamiche riformiste che devono loro per prime combattere il fanatismo islamico. Siamo noi a dover costruire una coalizione più ampia rispetto all'estremizzazione del conflitto. L’Europa su questi temi non tocca palla. D’altronde, se mandi Luigi Di Maio a occuparsi di Medioriente, non devi stupirti se il tuo grado di credibilità è pari a zero. Oggi la discussione è priva di profondità. Si ragiona dei singoli attentati senza uno sguardo complessivo che dica che il terrorismo religioso è il problema numero uno per la convivenza. Nessuno ha parlato degli oltre 200 bambini spariti in Nigeria. Non sono notizia per i media. Rapiti in una terra dove chi attenta ai valori della società sono i terroristi di Boko Haram, ‘proibito leggere’. La cultura è la battaglia fondamentale».

Milano, la sicurezza, l'immigrazione

Renzi ha anche affrontato lo stato del dibattito e del confronto politico in Italia, ridotto «ad apparizioni nei talk show e a slogan» e ha continuato denunciando la pericolosità di trattare argomenti di primaria importanza per i cittadini, dalla sicurezza all’immigrazione, con retorica. «Se in una grande città come Milano una ragazza non può andare in stazione di sera, mentre un ragazzo può, non è un problema di percezione della sicurezza, è un dato di fatto: scatta un gender gap. La mancanza di sicurezza si lega al fatto che per vent’anni si è gestita la campagna elettorale sul migrante come soggetto pericoloso. Prima erano i meridionali, poi gli albanesi, ora i migranti africani. La paura del diverso da sempre ha segnato la storia. Sul tema della sicurezza dobbiamo dire che cosa occorre fare di concreto nelle nostre città, per renderle capaci di aprirsi e non chiudersi».

Milano, gli studenti ed il costo della vita

Altro tema affrontato, legato anche questo alla città di Milano, è il caro vita e il caro affitti. «Noi abbiamo fatto la legge per permette la flat tax per i ricchi che si trasferiscono in Italia. Nei prossimi 3 anni triplicheranno i ricchi inglesi a Milano. La leva fiscale funziona. Usiamola anche per gli studenti universitari. A Milano ci sono università di prestigio e tantissimi studenti che fanno fatica a vivere qui. Laurearsi a Milano significa sostenere un costo della vita importante, e senza l’aiuto delle famiglie non si riesce a sostenerlo. Inoltre, quando prendi il primo stipendio, non riesci a mantenerti. Il salario di ingresso nel mondo del lavoro non ti copre le spese. Questo sta riducendo il potere del ceto medio perché si indebitano le famiglie. La politica non ne parla, parla di salario minimo perché non funziona dire ‘sono per il salario di ingresso per lo studente’».

Il progetto di Europa delineato sul palco milanese si conclude con un invito a interconnettere radici e innovazione, connubio rappresentato dalla Milano che investe e riutilizza gli spazi dell’Expo per creare un distretto innovativo e di ricerca. «Milano è il prototipo di un’Europa che innova e non solo rimembra. L’Europa ha bisogno dell’impianto culturale dei milanesi» ha concluso Renzi.








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