Milano
"Rimborsopoli" in Regione Lombardia: i consiglieri imputati si difendono
Gli ex consiglieri regionali imputati nel processo sui "rimborsi facili" difendono in udienza le spese sostenute tra locali e ristoranti
Nel corso delle dichiarazioni spontanee rese al processo sulla presunta 'rimborsopoli' lombarda, l'ex consigliere del Pdl Giuseppe Angelo Giammario ha voluto giustificare le sue spese nella nota localita' balneare ligure di Alassio. "Ad Alassio io e mia moglie abbiamo casa da anni - ha spiegato ai giudici nell'udienza che si e' svolta nell'aula bunker del carcere di San Vittore - e' un posto pieno di milanesi e lombardi, dove andiamo abbastanza spesso. Ma non e' vero, com'e' stato scritto, che avrei pagato coi soldi i rimborsi dei gelati. E' vero, sugli scontrini c'era l'intestazione di un bar - gelateria, ma in quell'occasione avevo organizzato degli aperitivi di lavoro con persone dell'associazionismo lombardo".
L'esponente politico a cui vengono contestate spese 'extra - mandato' per quasi 63mila euro prelevate dal contributo assegnato al suo gruppo consiliare ha offerto la sua versione anche sugli scontrini relativi a una serata al 'Nepentha', nota discoteca - ristorante in centro citta'. "E' un locale vicino a Palazzo Marino, sede del Comune, e per questo l'avevo scelto per un incontro coi consiglieri comunali per parlare di un progetto di legge sui parchi. Io sono andato via alle sette di sera, per 24 persone sono stati spesi 260 euro, non c'e' stato un largo consumo". Giammario ha spiegato che l'utilizzo del denaro da lui effettuato rientrava "nella prassi e, dopo che alla fine del primo anno non avevo ricevuto nessun riscontro negativo sulle spese, in me si era consolidata la consapevolezza che non stessi compiendo alcun reato"
L'ex consigliere del Pdl e presidente della Commissione Attivita' Produttive Mario Sala, che ha 'investito' 52mila euro molti dei quali in pasti, si e' difeso sostenendo che le sue spese "sono totalmente dedicate a incontri di rappresentanza istituzionale e sono molto frequenti com'e' normale in una regione con 1527 Comuni". "Senza questi incontri e senza queste cene - ha affermato Sala - non sarebbe mai stato possibile varare un provvedimento di cui sono stato relatore e che ha mobilitato risorse per oltre due miliardi di euro. Queste spese scandiscono la vita di un politico che e' invero convulsa ed estemporanea".
Quanto alle spese per la benzina, Sala le ha motivate col fatto che "viaggiavo spesso fuori dalla Lombardia ed ero incaricato di rappresentare il 'modello Lombardia' ai consiglieri di altre regioni". "Non ho mai sfruttato il mio ruolo istituzionale e messo a disposizione le risorse per interessi personali", ha dichiarato Carlo Saffioti, ex consigliere pidiellino, il quale ha aggiunto: "Non avrei mai pensato di finire in modo cosi' indecoroso e drammatico dopo tanti anni il mio impegno politico, ma mantengo l'orgoglio e la soddisfazione per quello che ho fatto".
Ha rivendicato la legittimita' del suo comportamento anche l'ex assessore e senatore del Pdl Giorgio Pozzi a cui vengono contestati 55mila euro (da lui restituiti alla Corte dei Conti) spesi in 5 mesi tra il 2011 e il 2012, quasi sempre nello stesso ristorante milanese. "Frequento questo ristorante da circa 30 anni - ha chiarito al pm Paolo Filippini che l'ha interrogato - sono andato li' per pranzi istituzionali con sindaci e assessori, anche non del mio partito. Da politico, attivita' che ho svolto con amore come il mio lavoro tenendomi impegnato per 14 - 15 ore al giorno, ho fatto centinaia di pasti, molti dei quali anche pagati da me".
Si e' fatto interrogare anche Stefano Zamponi, ex consigliere di Italia dei Valori, il quale ha sottolineato che il suo gruppo, alla fine della legislatura, ha restituito "anche le graffette e i post - it non usati", "spendendo molto meno di quello che ci aspettavamo e riconsegnando il 'salvadanaio' con 400mila euro".
Accusato di peculato anche Alessandro Colucci, attuale consigliere di Ncd, cui sono contestati 27mila euro in "rimborsi facili", molti dei quali relativi a coperti anche in ristoranti amati dai gourmant milanesi: "Mi sono sempre attenuto alle norme e alle indicazioni anche scritte del mio gruppo consiliare. La pausa pranzo - ha aggiunto - e' il momento in cui gli incontri di lavoro sono piu' produttivi. Abbiamo impegnato del tempo che altrimenti non avrebbe reso in termini lavorativi. Gli incontri durante i pasti hanno una durata certamente piu' lunga di quelli in ufficio e la loro qualite' e' quindi piu' importante".