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Rsa lombarde, Fnp Cisl Lombardia: posti letto in crescita e rette care

Rsa lombarde, Fnp Cisl Lombardia: posti letto in crescita e rette care

Secondo l’articolo “Il sistema Lombardo delle Rsa: posti letto in crescita e rette sempre più care” pubblicato sul Redattore Sociale, in base ai dati del Rapporto 2019 della Federazione Nazionale Pensionati Cisl Lombardia “Nel 2019 le famiglie lombarde hanno speso 1,4 miliardi di euro per pagare le rette delle 708 case di riposo in cui sono ospiti i loro genitori o nonni. Rette che vanno da un minimo di 61,74 euro a 70,41 euro al giorno solo per l'accoglienza alberghiera. C'è poi la quota per l'assistenza sanitaria versata dalla Regione. Tra quota alberghiera e quota sanitaria, la spesa al giorno arriva a circa 103 euro. Complessivamente i posti letto autorizzati dalla Regione sono 64.400 (mille in più rispetto al 2018): circa 57.600 sono quelli contrattualizzati, ossia inseriti a tutti gli effetti nella programmazione del sistema socio-sanitario lombardo e pagati dal Fondo Sanitario Regionale con quote che dipendono dalle condizioni di salute dell'anziano, secondo una scala di valutazione uniforme (detta anche Sosia) su tutto il territorio. A questi posti letto vanno aggiungi quelli “solventi”, che sono totalmente a carico della famiglia dell'anziano: sono 7.100, circa 900 in più rispetto al 2018. Mentre i posti letto contrattualizzati sono rimasti pressoché invariati, sono cresciuti quelli solventi. Sono questi alcuni dei dati, che sta per essere stampato in questi giorni e che verrà presentato nelle prossime settimane. Le rette a carico dei famigliari sono costantemente cresciute: nel 2015 le minime erano intorno ai 56 euro al giorno contro gli oltre 61 euro del 2019, mentre le massime sono passate da 64 euro a oltre 70 euro.”

Quanto al la difficile situazione delle persone anziane che necessitano di assistenza, Emilio Didoné, segretario regionale di Fnp Cisl Lombardia dichiara su Redattore Sociale “Il dato che emerge costante è che la Regione Lombardia non versa la quota sanitaria prevista per legge, che dovrebbe essere pari al 50% della retta totale. Dovrebbe essere quindi di almeno 50 euro al giorno, ma è invece al di sotto. Per gli anziani con una classificazione Sosia più grave arriva al massimo a 49 euro, ma per gli altri è molto più bassa, da 29 a 39 euro. E così le rette per le famiglie sono sempre più care”.

“Dato che, appena scoppiata l'epidemia - continua Didoné nell’articolo di Redattore Sociale-, si è subito vietato giustamente l'entrata di parenti e volontari nelle Rsa, è venuto però a mancare un aiuto fondamentale. Perché spesso sono i parenti o i volontari ad aiutare gli anziani durante il pasto, per esempio. E quindi il personale, già ridotto ai minimi termini, sta vivendo giorni molti difficili”. La situazione è diventata ancora più grave dopo che nelle Rsa sono stati ospitati pazienti covid in via di guarigione dimessi dagli ospedali. “A metà marzo abbiamo scritto all'assessore Gallera per protestare e per chiedere che i malati covid non venissero messi nelle Rsa – dichiara Emilio Didoné a Redattore Sociale -. Ma nessuno ci ha risposto.

In conclusione, secondo la Fnp Cisl Lombardia la via maestra per il prossimo futuro sarà quella di migliorare l’assistenza domiciliare.

 

 

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