Rsa: Trivulzio riapre ai parenti, in giardino con tute e calzari - Affaritaliani.it

Milano

Rsa: Trivulzio riapre ai parenti, in giardino con tute e calzari

Pregliasco: al PAT ancora 50 ospiti positivi. Il Comitato Parenti Trivulzio si dice soddisfatto per la riapertura

Rsa: Trivulzio riapre ai parenti, in giardino con tute e calzari

Sono ricominciate stamattina le visite dei parenti degli anziani ospitati dal Pio Albergo Trivulzio, la piu' grande casa di riposo d'Europa. La struttura aveva infatti annunciato che sarebbe partita proprio oggi una sperimentazione per cui alcuni familiari avrebbero rivisto i propri anziani, dopo una chiusura di oltre tre mesi, dovuta all'emergenza coronavirus. Il Trivulzio, peraltro, e' stato fra le Rsa dove il virus ha colpito duramente, ed e' stato al centro delle polemiche per la presunta mancata adozione dei protocolli all'inizio della pandemia.

Questa mattina - secondo quanto appreso - le visite sono state riaperte a 4 parenti, ovvero due per ciascuna delle Rsa del Pat; per il momento sara' consentita una visita ogni 15 giorni da parte di un solo parente alla volta per nucleo familiare. Si potra' raggiungere un massimo di 10 visite al girono, quindi due per ognuno dei padiglioni, fermo restando che gli stessi ospiti non abbiano state di salute precari o che gli stessi parenti in visita stiano bene. Le visite sono avvenute - e avverranno anche nei prossimi 10 giorni di sperimentazione - in giardino, quindi all'aria aperta, adottando la distanza di due metri; sia gli anziani ricoverati che i familiari hanno l'obbligo di indossare tuta e calzari, per ridurre al minimo le possibilita' di contagio. L'incontro e' preceduto da una procedura di triage e avviene sotto la supervisione di un medico e di uno psicologo. Da giovedi' il numero dei parenti ammessi potrebbe salire ad 8 per ogni struttura, in orari contingentati. "Siamo soddisfatti e siamo qui come forma di gratitudine al prefetto di Milano, Renato Saccone, che si e' interessato alla nostra causa e ha dato un grande contributo per ottenere che il Trivulzio aprisse alle visite", ha detto Fabio Scotta', vicepresidente dell'associazione Felicita, nata ufficialmente la settimana scorsa, per raccogliere e istituzionalizzare il lavoro del Comitato Verita' e Giustizia per le vittime del Pio Albergo Trivulzio.

Una rappresentanza dell'associazione era infatti presente questa mattina davanti all'ingresso principale della casa di riposo, anche per segnalare un "primo obiettivo raggiunto"; non piu' di due settimane fa, infatti, il comitato aveva organizzato un sit-in di protesta. Il clima che si e' respirato all'interno del 'Pat riaperto', con i primi incontri, e' stato di "forte emozione", sia per i parenti, sia per gli anziani, sia per gli operatori sanitari, che in questi mesi si sono adoperati per mantenere un minimo di contatto, tramite la tecnologia, tra gli assistiti e le famiglie. Coloro che ci sono riusciti ad ottenere un appuntamento sono stati chiamati nei giorni scorsi per organizzare la visita. Secondo quanto si sa, i parenti interpellati per oggi non sono persone iscritte all'associazione Felicita. C'e' chi invece aspetta ancora quella telefonata, come Giulia Freilich: "Mia madre, di 88 anni si trova all'interno e non riesco a vederla, se non tramite videochiamata, dall'8 marzo - racconta -. Dopo l'inizio del lockdown e i primi 15 giorni di blackout totale, in cui non abbiamo avuto notizie dei nostri genitori, siamo riusciti a contattarli solo tramite tablet o cellulare. Nel caso di mia madre, pero', e' stato difficile perche' ha problemi di vista e di udito. Spero di esser chiamata presto, non vedo l'ora di rivederla". In ogni caso rimane "l'apprezzamento per la decisione di riaprire le visite, anche se le procedure sono faticose, speriamo in uno snellimento", aggiunge Giulia. 

 








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