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Scurati: "Autonomia nel Dna della Lega, i lombardi ci premieranno"
Silvia Scurati

Scurati: "Autonomia nel Dna della Lega, i lombardi ci premieranno"

"L'autonomia è nel Dna della Lega e i lombardi ci premieranno per i maggiori impulsi che stiamo dando con il ministro Calderoli". Silvia Scurati, consigliere regionale della Lombardia, è nella Lega da quando aveva sedici anni. Ricandidata nelle liste di Milano e provincia, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano scommette su un risultato positivo del Carroccio: "Qui siamo fortemente radicati sul territorio ed esprimiamo da anni una molteplicità di sindaci, assessori e consiglieri". E assicura che, se rieletta, continuerà a insistere su quei temi che ha già portato avanti in cinque anni al Pirellone: famiglia, disabilità, agricoltura e imprese, comprese quelle più piccole.

Scurati, in Lombardia migliorerete il risultato delle elezioni politiche?
I nostri valori sono quelli del fare lombardo, dall'attenzione per le imprese fino all'autonomia. E poi il buongoverno dei nostri amministratori locali è assolutamente riconosciuto. Mi auguro che il lavoro fatto sul territorio ci consenta di aumentare il dato nazionale.

Nei sondaggi Fratelli d'Italia vola, ma tutti i ministri della Lega sono lombardi.
L'evento organizzato domani a Milano dimostrerà proprio lo sprint che hanno dato a livello nazionale. A partire da Calderoli, che è attesissimo in Lombardia. Dopo il referendum di quel lontano 2017, il suo lavoro ci lascia ben sperare perché finalmente c'è qualcosa di concreto. E questo per tutti i lombardi è un messaggio politico: l'autonomia non è uno slogan, ma concretezza.

È la risposta a chi dice che avete abbandonato il Nord?
Non abbiamo mai abbandonato il Nord, anche in Regione. Faccio parte della commissione speciale Autonomia del Consiglio e ne abbiamo sempre parlato con audizioni e tavoli di lavoro, tra cui uno recentemente con lo stesso Calderoli. Su questo nessun partito può offrire le garanzie della Lega, anche se altri si riscoprono miracolosamente autonomisti.

Si riferisce a Letizia Moratti?
Nella sua civica ci sono diversi ex leghisti.Mettere insieme delle persone completamente diverse pur di rosicchiare mezzo percentuale non porta mai a nulla di buono. Non vedo una visione concreta a lungo termine.

E i vostri alleati di Fratelli d'Italia la vogliono davvero l'autonomia?
In Regione ho sempre visto un'unica direzione. Lo spirito lombardo ha prevalso sulle differenze nazionali. Al Pirellone abbiamo approvato una serie di documenti senza mai dividerci. E a livello nazionale l'autonomia, che garantirà una migliore gestione delle risorse e premierà gli amministratori capaci, è nell'accordo di programma del centrodestra.

Il presidente Attilio Fontana è la persona giusta per gestire i nuovi rapporti di forza in giunta?
Sì, perché Fontana ha una grande capacità di mediazione. Una persona che unisce e che abbina la sua competenza a una grande umanità, che in un momento politico come questo è un valore aggiunto. Riuscirà a fare sintesi tra tutte le sfaccettature del centrodestra.

Contenta per come è andata a finire con Umberto Bossi e il Comitato Nord?
Assolutamente sì. Sono in Lega da quasi trent'anni e ho visto passare tutti i problemi storici. Ma siamo sempre rimasti compatti. Chi è nel movimento e ha avuto diversi incarichi come me, ha sempre creduto in un Carroccio forte, rimanendo ancorati a radici e valori che ci ha trasmesso Bossi.

Il suo impegno in questi cinque anni e le sue priorità per il prossimo mandato?
In Consiglio ho lavorato su tanti temi che mi hanno dato soddisfazione, dalla legge sulla bigenitorialità, di cui sono prima firmataria, alla risoluzione sulla conciliazione dei tempi per le donne tra lavoro e famiglia e alla riforma del Parco Agricolo Sud Milano. Per il futuro mi ricandido perché c'è ancora molto da fare, per esempio per la famiglia o sulle infrastrutture, anche grazie agli investimenti che arriveranno con il ministro Salvini. E c'è bisogno che Milano sia più aperta all'hinterland: il sindaco Sala ha reso la città inaccessibile.

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