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Sgarbi: "Berlusconi indica primarie per trovare un erede"
Vittorio Sgarbi

Sgarbi: "Berlusconi indica primarie per trovare un erede"

"Quando Silvio Berlusconi si sarà ripreso nascerà una fase nuova". Vittorio Sgarbi, amico di una vita del Cavaliere, è stato sottosegretario alla Cultura nel governo Berlusconi II, lo stesso ruolo che ricopre oggi nell'esecutivo guidato da Giorgia Meloni. "Il consiglio che gli do è di fare un incontro con le componenti centriste, tra cui ci sono anche io, e immaginare una sorta di primarie da cui possa uscire, come è capitato vantaggiosamente per il Pd, un leader che assuma la sua eredità" spiega in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano.

Sgarbi, ieri i suoi medici per la prima volta hanno ostentato cauto ottimismo. 

Una buona soluzione, per Pasqua non poteva farsi battere dall'altro... Al di là della malattia, ci avevo parlato prima di andare in ospedale. Era consapevole della sua situazione fisica e delle difficoltà, a quasi 90 anni, nel fare il leader di un partito. Ma se si fosse votato in questi giorni avrebbe avuto una crescita di consenso importante attraverso il giudizio positivo delle persone semplici, a differenza di alcuni giornalisti che lo hanno sempre attaccato. 

Sta ricevendo molto affetto. Si aspettava qualche parola in più dagli avversari? 

Fortuna che parlano i cittadini... l'opinione pubblica è molto favorevole. Questo affetto è il segnale che c'è l'idea che lui rappresenti qualcosa e che il suo compito futuro sia quello di trasmetterlo a quelli che verranno dopo di lui, per creare una forza che sia in equilibrio tra Fratelli d'Italia e la Lega.

Forza Italia, però, rimane un partito a immagine e somiglianza di Berlusconi. 

Costruire un'eredità oggi appare ormai impossibile per l'avvenire. Da questa fase deve partire una nuova riflessione rispetto all'identità politica. Credo che sia un punto di svolta importante. 

Una "svolta" c'era già stata qualche settimana fa con il cambio ai vertici del partito e l'avvicendamento di Licia Ronzulli.

C'era la volontà di dare spazio a figure nuove, con persone che non interpretano in modo fazioso e rigido le volontà di Berlusconi. Quella era la componente di Ronzulli. Lui ha avvertito questa situazione e ha dato una svolta. Anche in Regione Lombardia Ronzulli è stata più realista del re. 

Ancora arrabbiato per la storia dell'assessorato alla Cultura? 

Berlusconi era favorevole, idem il presidente Attilio Fontana e la ministra e coordinatrice di Fdi Daniela Santanché. Anche se non avrei accettato, Ronzulli ha detto 'no' per un suo sottosegretario. L'interpretazione asfittica è il modo più sbagliato di fare politica. 

Un personaggio della storia che paragonerebbe a Berlusconi?

Della storia umana in pochi potrebbero essere accostati. E comunque non mi pare che la politica sia il campo in cui Berlusconi si è manifestato meglio. Si è trovato a svolgere una funzione che non era quella da cui era partito, forse è stata una scelta forzata. Craxi? Aveva una passione politica più forte. Quello che gli somiglia di più è Gabriele D'annunzio, che è vissuto per affermare una propria visione e un primato non necessariamente politico. In Berlusconi c'è qualcosa di 'dannunziano'.

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