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Simona Tironi (FI): "Riforma sanità, serve tagliando. Giunta? Io disponibile"

Simona Tironi (FI): "Riforma sanità, serve tagliando. Giunta? Io disponibile"

"La provincia di Brescia è stata tra le più colpite dalla pandemia. Se davvero tutto quello che è stato detto e raccontato sul Covid fosse vero non avrei raccolto così tante preferenze". Simona Tironi, consigliera regionale di Forza Italia, tra gli uscenti riconfermati in Lombardia è quella che ha ottenuto il maggior incremento di preferenze rispetto al 2018 con un saldo positivo di oltre 6mila voti. Un risultato con cui Tironi può ambire a un posto in giunta: "Qualsiasi cosa sceglieranno per me mi rimboccherò le maniche e la farò".

Attilio Fontana è la persona giusta per gestire il cambio di equilibri nella coalizione?

Al comando di questa squadra c'è un presidente che rappresenta il valore importante della continuità. Gli equilibri cambiano, è vero: prima i consiglieri di Fdi si contavano sulle dita di una mano, ora saranno in numero più grande ma sono molto tranquilla. Una delle prime cose che hanno detto sia Fontana sia i vari coordinatori regionali è di non usare soltanto il metro politico ma anche il buonsenso.

Un buonsenso che oggi è richiesto prevalentemente all'azionista di maggioranza della coalizione.

Quando Fi era la forza più importante in termini di numeri, Berlusconi ha sempre trattato tutti dando la possibilità di essere presenti e lavorare insieme. Mi auguro che loro facciano la stessa cosa. Con molti in questi cinque anni è nato un rapporto di cui dobbiamo fare tesoro. I pesi son diversi, ma al di là delle quote ognuno di noi deve essere responsabile per governare la Regione più importante d’Italia. Un assessore è un piccolo ministro. Ed è quello che ha chiesto Berlusconi quando ha incontrato i sei consiglieri regionali eletti.

Da vicepresidente della commissione Sanità, pensa che la riforma licenziata nell'ultima legislatura targata Moratti andrà modificata?

Abbiamo dovuto occuparci della riforma, che è frutto del lavoro della commissione e del Consiglio e non solo di Moratti, nel ben mezzo della pandemia e cercando di fare in fretta per non perdere il treno del Pnrr. Oggi il Covid ci restituisce una cartina tornasole con bisogni di salute e priorità diverse per la popolazione. Il vero tagliando alla riforma probabilmente dovremmo farlo in questa legislatura che sta per cominciare. Seppur con difficoltà i nostri ospedali hanno retto, il territorio un po' meno. E serve un'attenzione particolare al terzo settore che è stato fondamentale, ma non è solo un partner importante: dobbiamo supportarlo.

A Brescia città il centrodestra ha fatto fatica come a Milano o a Bergamo. E tra pochi mesi ci sono le comunali.

Il nostro candidato è il leghista Fabio Rolfi (in attesa del via libera di Fdi, ndr), come Fi non abbiamo mai avuto dubbi e lo sosteniamo a gran voce. Puntiamo su di lui perché è stato una garanzia e non è un salto nel vuoto per la città visto che è già stato vicesindaco. Brescia è la prima provincia agricola della Regione Lombardia. Rappresentiamo tutta la filiera agroalimentare e le sue sfaccettature. E Rolfi, assessore all'Agricoltura nell'ultima legislatura, si è occupato di una dimensione regionale ma specifica del nostro territorio.

Il suo nome è tra i papabili per un posto in giunta. E Coldiretti la vorrebbe come assessore all'Agricoltura.

In questi cinque anni mi sono occupata di politiche sociali, famiglia, disabilità e terzo settore: sono temi nelle mie corde e mi auguro di poter portarli avanti. E sarei felicissima se alla Sanità dovesse continuare Guido Bertolaso: è la persona giusta. La delega dell'Agricoltura mi affascina e da bresciana mi piacerebbe ma dobbiamo stare con i piedi per terra. Mi rendo che Fdi potrebbe reclamare quell'assessorato e non mi metto a fare le barricate. Mi dispiacerebbe solo non continuare ciò che ho fatto nell'ultima legislatura.

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