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Stadio, Riva: “Su San Siro parere immotivato. Milano pronta per le Olimpiadi”

Stadio, Riva: “Su San Siro parere immotivato. Milano è pronta per le Olimpiadi”

A un anno di distanza dalla prima importante presa di posizioneMartina Riva torna a parlare di San Siro e fa il punto con Affaritaliani.it Milano sulle Olimpiadi del 2026. A margine del Offside Festival alla Fabbrica del Vapore, l’Assessora allo Sport, Turismo e Politiche Giovanili fa il punto della situazione sulle principali questioni sportive milanesi.

Assessora, manca sempre meno all’appuntamento a Cinque Cerchi del 2026, Milano è pronta?

Rispetto allo scorso anno siamo messi meglio, soprattutto dal punto di vista infrastrutturale. Abbiamo sciolto un grosso punto di domanda: quello sul palazzetto dell’hockey a Santa Giulia. Abbiamo delle date di consegna per fine 2025 che consentiranno alla Fondazione Milano-Cortina il tempo sufficiente per l’allestimento.

Ha l’impressione che le Olimpiadi siano un evento meno sentito in città rispetto all’Expo del 2015?

Si dice spesso che un evento è più facile quando ci sono i Cinque Cerchi, che le olimpiadi fanno sempre parlare. Ma con le Olimpiadi invernali è diverso, è necessario che se ne parli. Serve un impegno e anche un luogo fisso per dare all’evento la visibilità che merita. Se in città si parla poco di Olimpiadi è difficile, ma siamo il paese campione dell’accelerazione all’ultimo.

Le Olimpiadi sono uno straordinario volano per lo sport di base, che a Milano sta conoscendo delle difficoltà.
Milano è l’unica città ad avere una partecipata che garantisce 25 sport differenti. Milano Sport in estate è stata al centro delle attenzioni dell’Agenzia delle Entrate, con cui stiamo però interloquendo in maniera positiva per risolvere la vicenda. L’Agenzia contesta a Milano Sport di non aver pagato l’Iva al 22%, come se lo sport non fosse un bene necessario, ma sono sicura che risolveremo la vicenda al meglio. Milano è una città che sa garantire lo sport per tutti: abbiamo 118 concessionari. E stiamo vivendo un momento epocale: in città è tornata la Serie A di basket e di pallavolo femminile. Poi il 25 novembre ci sarà il derby all’Arena che è tornata a essere la casa del calcio femminile. Tre eventi sportivi storici che ricorderemo per sempre.

Sport di base per eccellenza è il calcio, si parla un sacco di San Siro: arrivati a questo punto cosa accadrà?

Questo festival l’anno scorso mi ha permesso di spiegare il mio punto di vista. Rispetto ad allora mi sento di aggiungere che l’unica colpa che abbiamo è di averci messo troppo a far partire il dibatti pubblico. Alla fine però il Comune ha approvato un progetto che chiedeva qualcosa di più alle squadre su San Siro. La sovraintendenza però ci ha riconosciuto un vincolo storico che ha impedito l’abbattimento. Di conseguenza, le due squadre hanno iniziato a muoversi su altre possibilità.

Pensa che ci sia stata una volontà politica a mettere il vincolo?

Io rispetto molto il lavoro della Sovraintendenza. Se dice che è indipendente, ci credo. Mi sembra però che manchi la motivazione però. Quindi noi come comune non possiamo stare fermi. Per questo, un mese fa la giunta ha fatto ricorso. Non c’è motivazione adeguata e un parere contrario al nuovo stadio sarebbe nocivo per il quartiere.

Le due società, intanto, non sono state a guardare…

Il Milan sta valutando San Donato, l’Inter Rozzano. Mi sembrano due opzioni molto difficili. Per cominciare, non credo che servano due stadi. Le due squadre hanno sostenuto per anni che non servisse dividersi, ma avere un unico impianto. Due stadi significherebbe raddoppiare lo spazio pubblico. Poi è una loro decisione, che matureranno in libertà, come squadre e come aziende. Iscriviti alla newsletter








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