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Milano
Luca Stanzione (Cgil) sui futuri obiettivi: "Investire su giovani e lavoro"

Stanzione (Cgil) sui futuri obiettivi: "Investire su giovani e lavoro"

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano - Luca Stanzione è il nuovo segretario della Camera del Lavoro di Milano, dopo Massimo Bonini che ha dato una forte impronta al sindacato milanese, Stanzione – 36 anni – rappresenta la voglia di rinnovamento e la vocazione a rafforzare un rapporto con la città del lavoro. E’ un ”investimento esplicito, quando si parla di rinnovamento generazionale, indubbie le qualità politiche di relazione ed empatia. Mi aspetto che Milano sia un laboratorio e dia un contributo per sperimentare il cambiamento”, ha detto di lui Maurizio Landini.

Stanzione conosce bene la città anche perché ha guidato la Filt Cgil, il sindacato dei trasporti

Stanzione conosce bene la città anche perché ha guidato la Filt Cgil, il sindacato dei trasporti. “Uno degli obiettivi prioritari è l’accordo territoriale per recuperare l’inflazione. La contrattazione nazionale e quella di secondo livello vivono solo dove sono presenti le organizzazioni sindacali, in tutte le altre imprese c’è solo il contratto nazionale e l’area milanese è quella che produce il Pil più alto. Questo valore viene recuperato in parte con gli accordi aziendali ma dove non c’è i lavoratori ne pagano le conseguenze. L’accordo territoriale potrà permetterci di coprire con un salario integrato la gran parte de lavoratori”, spiega il segretario della Cgil milanese, che ha in mente le sacche di disagio e di povertà che attraversano anche il mondo del lavoro. “Il nuovo modello di sviluppo al quale pensiamo è più inclusivo, in grado di contrastare le diseguaglianze, Milano deve diventare una città attrattiva non solo per i grandi eventi ma per la qualità complessiva della vita. Non è un problema solo di Milano, certo, in tutte le capitali europee è così: caro affitti, l’inflazione che morde".

Stanzione: "Milano è stata la città delle giunte socialiste dell’inizio del ‘900, che hanno deciso di creare infrastrutture necessarie anche alle categorie più disagiate"

Milano però è stata la città delle giunte socialiste dell’inizio del ‘900, che hanno deciso di creare infrastrutture necessarie anche alle categorie più disagiate, per contrastare la speculazione e garantire servizi adeguati. non solo”. “L’amministrazione comunale ma anche la città metropolitana e la Regione – continua Stanzione - possono giocare un ruolo decisivo, ad esempio sulle piattaforme digitali, dove è necessario che gli enti locali diventino controparte delle multinazionali che vogliono investire nell’area metropolitana, per chiedere non solo oneri di urbanizzazione ma anche regole nuove a tutela dei lavoratori”. Uno dei nodi da sciogliere è la città metropolitana, azzoppata dalla legge Delrio, eternamente in rosso, priva di una guida adeguata.

Stanzione: “La città metropolitana può avere un futuro se oltre al danno dell’autonomia regionale differenziata non aggiungiamo la beffa del grande buco di governo"

“La città metropolitana può avere un futuro se oltre al danno dell’autonomia regionale differenziata non aggiungiamo la beffa del grande buco di governo creato a spese delle grandi metropoli come Milano. Occorre normare e finanziare le aree metropolitane, solo così si può guardare al futuro del paese. Non si può affogare tutto nella competizione politica sull’autonomia regionale. Nell’area metropolitana di Milano ci sono zone desertificate dal punto di vista delle infrastrutture, con la desertificazione produttiva, l’impoverimento galoppante. Serve un’azione di governo determinata ed efficace. Anche se nella cintura milanese c’è molto manifatturiero, che però deve sapersi riconvertire rispetto ai grandi cambiamenti. L’intelligenza artificiale sta sconvolgendo il mondo produttivo, quindi il ruolo delle grandi università come il Politecnico si deve agganciare stabilmente al sistema dell’impresa”.

Uno dei grandi problemi della città è la mano d’opera

Uno dei grandi problemi della città è la mano d’opera: il lavoro che trova – in alcuni settori – pochi candidati. “La formazione delle giovani generazioni deve essere rafforzata con una contrattazione che sappia interpretare questo passaggio come una parte del percorso lavorativo. Però non dobbiamo nascondere la realtà di salari troppo bassi, tenuto conto anche del costo della vita in città come Milano. Occorre abbandonare vecchi schemi e abbiamo bisogno di guardare con più attenzione alle aspirazioni dei giovani, al loro futuro, alle loro esigenze. Mi spiego: mio nonno era un artigiano, un fabbro e pensava al suo futuro così, da artigiano. Oggi spesso i giovani non scelgono, lavorano per poter vivere e spesso non ce la fanno. Non fanno del proprio lavoro una parte della loro identità. Questo incide sul futuro delle giovani generazioni e sulle loro scelte. Un tema che dobbiamo affrontare tutti assieme”, conclude Stanzione.

 

 

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