Stati generali: la tentazione centralista e lo scollamento con i cittadini
Beppe Sala critica Giuseppe Conte perché agli Stati Generali non c'è nessuno del territorio. Una vecchia storia che ritorna nella politica...
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Beppe Sala critica Giuseppe Conte perché agli Stati Generali non c'è nessuno del territorio. Nè i sindaci nè i governatori. La solita vecchia storia. I territori non contano mai. Ai tempi si disse che serviva il partito dei sindaci, poi naufragato perché i sindaci non sempre sono uomini di governo adatti per Roma. La Lega stessa ha provato a portare gli amministratori dei territori fino ai massimi livelli, con successi altalenanti. Però pensiamo che il Servizio Sanitario Nazionale l'ha fatto approvare un ministro che era stato sindaco di Milano. E questo qualcosa vorrà pur dire. Vuol dire che è impossibile fare strategie sull'acciaio senza convocare il sindaco di Taranto, ed è impossibile fare strategie sul trasporto aereo senza convocare quello di Milano (per dire solo due banalità). Se non lo si fa è perché si ha della politica e del governo una visione centralista. La stessa che aveva Matteo Renzi. La visione centralista è la cosa più semplice del mondo, fa sì che non ci siano mediazioni, spesso al ribasso. Ma è anche la cosa più facile per perdere il contatto con i territori. Basta non convocarli. E poi lamentarsi dello scollamento con i cittadini.
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