Milano
Tre indizi per cui Giorgetti non si candiderà in Lombardia (per ora)

Ecco i tre indizi che raccontano che Giancarlo Giorgetti non correrà da candidato presidente in Regione Lombardia
Da qualche giorno, anche se Giancarlo Giorgetti ha più volte smentito, gira la voce che potrebbe esserci nel suo futuro la candidatura a presidente in Regione Lombardia. Una eventualità più volte evocata, nei mesi scorsi, perché aprirebbe una nuova stagione politica. Tuttavia più volte questa opzione è stata messa da parte, e proprio dall'attuale responsabile dello Sviluppo Economico. E pure dal suo "vice" in salsa romana, ovvero un altro lombardo doc, Massimo Garavaglia, attuale ministro al Turismo. Certo, qualcosa potrebbe cambiare, da qui ai prossimi mesi. Ma ad oggi non esiste un'opzione lombarda per Giorgetti. Se sarà costruita, è tutto da vedere.
Primo indizio. Il più grande sponsor di Giancarlo Giorgetti candidato presidente di Regione Lombardia sarebbe proprio Matteo Salvini. Il motivo? Così avrebbe finalmente risolto la diarchia su Roma. In caso di vittoria Giorgetti si dedicherebbe alle mille beghe di una regione complicata e grande quanto uno Stato. In caso di sconfitta uscirebbe dalla scena politica. E visto che la Lombardia per la prima volta è contendibile, sceglierebbe un brutto momento per mettersi in gioco. Giorgetti è infatti stimatissimo dalle nomenklature, ma non è detto che abbia altrettanta presa sugli elettori che - ricordiamolo - non sono solo leghisti. Inoltre un suo addio da Roma segnerebbe per la Lega un ulteriore punto di difficoltà in rapporti - quelli economici, con le grandi realtà - che già adesso è precario, minato ogni giorno dall'accoppiata Borghi e Bagnai e scandalizzato da molte uscite fuori tempo.
Secondo indizio: le nomine. Tra pochi mesi si scelgono i vertici delle grandi aziende dello Stato, tramite Cdp. Davvero Giancarlo Giorgetti lascerebbe il governo e dunque il controllo su queste nomine? In fondo, influenzare queste scelte è quello che ha sempre fatto, ed è quello che sa far meglio. Non ci fosse lui, sarebbe un danno per la Lega. Giorgetti coltiva rapporti e profila traiettorie, libero nei suoi movimenti. Come potrebbe fare fuori dal Governo? Improbabile.
Terzo indizio: Letizia. E non solo Letizia. La Moratti è stata scelta come vicepresidente proprio da Matteo Salvini, e da Matteo Salvini è stata indicata nella triade di nomi. Se non sarà un leghista a correre, lei si aspetta di essere la prescelta. Se Attilio Fontana non volesse la ricandidatura, Salvini dovrà convergere su di lei. A meno di andare su un outsider di grandissimo talento come Guido Guidesi, che - manco a dirlo - viene definito "il Giorgetti lombardo", ovvero colui che è stimato da entrambi i grandi capi leghisti. Davvero Giorgetti si getterebbe nella mischia scompaginando le carte e terremotando il partito in Lombardia, che si regge su un equilibrio precarissimo tra salviniani e giorgettiani?
fabio.massa@affaritaliani.it