Uber, confermato il blocco dell'app Pop in Italia - Affaritaliani.it

Milano

Uber, confermato il blocco dell'app Pop in Italia

Il Tribunale di Milano ha confermato il blocco e l'inibizione del servizio Uber-Pop in Italia e ha deliberato di estendere l'ordine anche ai 'driver' che egualmente concorrono slealmente nei confronti degli operatori taxi regolari. E' quanto fa sapere l'Unione artigiani, in una nota. "Il Tribunale - spiega il delegato taxi dell'Unione Artigiani, Pietro Gagliardi - ha respinto il reclamo proposto dal gruppo Uber e ha nuovamente condiviso le difese dei nostri avvocati Marco Giustiniani, Nico Moravia, Giovanni Gigliotti dello studio legale Pavia e Ansaldo e dell'avvocato Alessandro Fabbi, nell'interesse di tutta la categoria taxi regolare". "Nonostante il silenzio e l'inoperativita' - aggiunge Gagliardi - delle Amministrazioni, del Governo e del Parlamento, almeno abbiamo toccato con mano che la giustizia funziona e che almeno uno dei poteri dello Stato applica correttamente le leggi in vigore".

UberPop, il sistema che permette a chiunque di essere tassista, puo' essere "rischioso" soprattutto per i giovani, che costituiscono una buona fetta del suo pubblico. Lo sostiene il Tribunale di Milano nella sentenza con cui ha respinto il reclamo di Uber contro il blocco della app. Nel verdetto, si legge che "ne' al potenziale cliente vengono fornite notizie circa lo stato dell'auto che passera' a prenderlo (vetusta', pregressi incidenti, revisioni) e neppure circa la persona che sara' alla guida, con particolare riferimento alla sua eta', anzianita' e status della sua licenza di guida, dell'integrita' psico-fisica".

"Uber - osserva il Tribunale - non si preoccupa di eseguire verifiche iniziali e ripetute periodicamente nel tempo, neppure a campione: tutto e' affidato alla volontarieta' di colui che si offre come autista e alle dichiarazioni e assunzioni di responsabilita' autonomamente rese dallo stesso all'inizio del suo rapporto col gruppo Uber". Queste considerazioni, argomentano i giudici, "assumono un peso ancora maggiore ove si consideri che il pubblico di Uber e' un pubblico notoriamente giovane, ai cui occhi queste preoccupazioni possono apparire esageratamente pessimistiche, rendendo quindi l'uso di tale sistema ancora piu' rischioso e rendendo ancora piu' facile per alcuni approfittare della fiducia ingenuamente riposta nella sicurezza del sistema stesso e nell'affidabilita' del conducente". E se anche poi Internet dovesse smascherare "chi non si comporta correttamente, chi non sa guidare o peggio guida in stato di ebbrezza o confusionale, "una simile evidenza sara' trasmessa alla rete solo dopo che qualcuno sia incorso in una situazione pericolosa o quantomeno incresciosa e magari abbia messo a repentaglio la propria vita".








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