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17 giugno 2025 - 12:49

Gas, Arera: in 2024 record consumi mondiali, +1,4% produzione

Roma, 27 giu. - (Adnkronos) - Il 2024 ha visto una ripresa dei consumi mondiali di gas, passati da 4.095 a 4.212 miliardi di metri cubi con una crescita del 2,8% che ha portato il valore a un nuovo picco storico, trainati soprattutto dai Paesi dell’area Asia Pacifico, che hanno assorbito oltre il 45% della domanda incrementale. Nell’Unione europea, dopo la flessione del 7% nel 2023, i consumi di gas hanno registrato un leggero aumento dello 0,5% e un volume totale di circa 332 miliardi di metri cubi, valori ancora lontani dai 412 miliardi di metri cubi del 2021. Lo rileva la relazione Arera 2024.La variazione dei consumi non è stata dello stesso segno per tutti i Paesi europei: all’aumento di Germania (+1,6%), Italia (+0,6%), Paesi Bassi (+1,3%), si contrappone una riduzione per Francia (-6,2%) e Spagna (-4,2%), dove maggiore è stato il peso sul mix elettrico di fonti alternative, rispettivamente nucleare (+12% su 2023) e rinnovabili (+11%).Sul fronte della produzione l’aumento è stato dell’1,4% circa supportato, come negli anni precedenti, dalla crescita (+2%) del gas non convenzionale che rappresenta il 32% del totale. Anche in Europa la crescita si mantiene sugli stessi livelli grazie agli aumenti provenienti dalla Turchia (piena attività del giacimento Sakarya, +178%) e soprattutto dalla Norvegia (+8%) che hanno compensato il declino ormai strutturale di UK e Paesi Bassi.Nel 2024 i volumi importati dai Paesi dell’Unione Europea sono risultati di circa 275 miliardi di metri cubi, in calo del 6% sul 2023 e del 18% sul 2022. Il 63% è provenuto via gasdotto e il 37% via Gnl. Complessivamente, il principale fornitore è stata la Norvegia con il 33%, seguita dalla Russia con il 19%, dagli Stati Uniti con il 17%, dal Nord Africa con il 14%. Secondo i dati della Commissione europea, relativamente alle importazioni via gasdotto (-2% sul 2023) il principale fornitore si conferma la Norvegia con una quota del 50% mentre lato GNL la quota preponderante è arrivata dagli Stati Uniti (45%). Tra le cause che hanno inciso sulla riduzione dell’import di Gnl, sceso del 16% in confronto al 2023, le principali sono state la ripresa di una regolarità dei flussi via tubo, le problematiche di transito attraverso il Mar Rosso e i prezzi più alti offerti dall’Asia per attrarre più carichi.Infine, gli stoccaggi (media UE) hanno chiuso la stagione invernale 2024/2025 con riserve inferiori di circa 27 mld m3 rispetto alla precedente, per un livello di riempimento del 34% vs. il 59%. Al momento gli stoccaggi italiani sono pieni al 62% (fonte Gas Infrastructure Europe).Nel 2024 i mercati del gas naturale hanno mostrato segnali di riequilibrio pur rimanendo sensibili agli stimoli del contesto geopolitico internazionale. In Europa, la media annua dei prezzi spot al Ttf olandese è stata di 34,4 €/MWh, per un calo del 15% in confronto al 2023 e del 72% rispetto al 2022, mentre il Psv italiano ha segnato 36,7 €/MWh, con diminuzioni percentuali anno su anno analoghe all’hub olandese. Lo spread medio annuo tra Psv e Ttf è stato di 2,3 €/MWh. Sul mercato asiatico, i prezzi del Gnl hanno segnato, in media annua, una contrazione del 12% rispetto ai valori del 2023 e del 34% sul 2022. Dal confronto con il mercato europeo emerge che nella prima metà dell’anno le quotazioni asiatiche sono rimaste quasi costantemente superiori a quelle del Ttf ma il rapporto si è invertito nella seconda parte del 2024, e in particolare negli ultimi mesi, favorendo l’arrivo dei carichi di Gnl verso l’Europa.Dopo due anni di intenso calo, la discesa dei consumi di gas naturale nel 2024 si è fermata evidenziando una lieve ripresa di 0,3 miliardi di metri cubi, riportando la domanda a 61,8 miliardi di metri cubi dai 61,5 del 2023. Al contrario, la produzione nazionale ha registrato un calo del 4,1% attestandosi poco sotto 2.600 milioni di metri cubi dai 2.705 dell’anno precedente; scendono anche le importazioni nette, che passano da 59,2 a 58,8 miliardi di metri cubi (-0,7% rispetto al 2023) a causa della discesa delle importazioni lorde diminuite di 2,4 miliardi di metri cubi (-3,9% rispetto al 2023) solo parzialmente attutita dal quasi azzeramento delle esportazioni (-2 miliardi di metri cubi). Il livello di dipendenza dall’estero è diminuito: nel 2024 il 95,2% del gas disponibile in Italia è arrivato dall’estero (era il 96,3% nel 2023). Il gruppo Eni controlla il 65% della produzione (62,4% del 2023). Per il terzo anno consecutivo, le importazioni sono scese a 59,4 miliardi di metri cubi dai 61,8 miliardi di metri cubi del 2023 (-3,3%) riportandole vicine al minimo storico degli ultimi 15 anni registrato nel 2014 a 55,8 miliardi di metri cubi.Il calo più rilevante, pari a 3,6 miliardi di metri cubi , si è avuto nei volumi di gas nordafricani: -2,2 miliardi di metri cubi dall’Algeria (che rimane il primo fornitore con 23,3 miliardi di metri cubi), così come i volumi dalla Libia si sono quasi dimezzati, passando da 2,5 a 1,4 miliardi di metri cubi. In calo anche l’import di Gnl che si è fermato a 14,7 miliardi di metri cubi , contro i 16,5 miliardi di metri cubi acquistati nel 2023, in riduzione dell’11%. I principali Paesi di provenienza si confermano Qatar, Algeria e Usa da cui arriva il 95% del Gnl. Arretra Eni, che rimane al primo posto delle imprese importatrici, con una quota di mercato del 30,9% (32,3% nel 2023), seguita da Edison (17,6%) e Azerbaijan Gas Supply Company (15,9%). I primi tre importatori hanno approvvigionato il 64,4% del gas entrato nel mercato italiano (era 63,8% nel 2023).