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25 giugno 2025 - 17:49

Nato: Misiani, 'con accordo al 5% più tasse e tagli a scuola e a sanità'

Roma, 25 giu. (Adnkronos) - “Più armi, meno sanità pubblica, meno scuola pubblica, più tasse: una vera e propria stangata. Questo sarà il risultato dell’accordo imposto da Trump alla Nato e avallato senza fiatare anche dal governo Meloni. Nel 2025, prendendo per buona la riclassificazione delle spese militari annunciata da Giorgetti, l’Italia spenderà per la difesa e la sicurezza il 2% del Pil, cioè 45 miliardi di euro". Così Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria nazionale del Pd."In base all’accordo raggiunto oggi nel vertice Nato dovremo aumentare la spesa entro il 2035 dal 2% al 5% del PIL. In valore assoluto, secondo le stime dell’Osservatorio sulle spese militari italiane, da 45 miliardi nel 2025 a 145 miliardi nel 2035, con un aumento a regime di 100 miliardi di euro. Per trovare questi soldi senza aumentare ulteriormente il debito pubblico, lo Stato dovrà tagliare la spesa pubblica, a partire dalle voci più rilevanti (pensioni, sanità, istruzione, investimenti, pubblico impiego) e aumentare le tasse. Per dare qualche termine di paragone, l’aumento delle spese militari italiane derivante dall’accordo Nato (100 miliardi) è pari a tre quarti della spesa sanitaria (140 miliardi) ed è superiore alla spesa per istruzione (85 miliardi). Per quanto riguarda le tasse, è un ammontare equivalente al triplo del gettito IRAP e a cinque volte il gettito Imu". "Per l’Italia, è un impegno del tutto insostenibile. Per l’Europa, una scelta strategicamente sbagliata, che aumenterà a dismisura i bilanci nazionali per la difesa senza alcun impegno serio a rafforzare i progetti di collaborazione e integrazione militare a livello europeo, con il rischio concreto di impiegare in modo inefficiente e inefficace buona parte di queste risorse pubbliche. Il rafforzamento della capacità di protezione militare europea passa da una strada radicalmente diversa, quella di una difesa realmente comune. I leader dei paesi europei della Nato - con la significativa eccezione del premier socialista spagnolo Sanchez - hanno preferito compiacere il presidente americano, assumendosi una pesantissima responsabilità nei confronti dei loro cittadini”.