Nasce il partito di Giovanni Consorte. Il nome: 'Sinistra 2020. Progresso e lavoro'
La nascita di 'Sinistra 2020. Progresso e lavoro' era nell’aria. Ora c’è una data: sabato 1 marzo. E un luogo ben preciso: i Portici Hotel dove l’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte presenterà l’associazione politica da lui fondata. La curiosità aumenta nell’attesa di capire se la sigla sarà il trampolino di lancio di un soggetto politico o sarà più simile a una fondazione .
"Non ho cambiato idea politica, anche se avevo qualche motivo per farlo", aveva detto Consorte lo scorso dicembre. Sinistra 2020 ha già tre sedi: Bologna (in via delle Casse), Roma e Milano. E di sicuro c’è che Consorte ha una gran voglia di rimettersi in pista dopo le vicissitudini giudiziarie per il tentativo di scalata ad Antonveneta che gli è costato una condanna di un anno e otto mesi. I primi di febbraio, il finanziere ha ripreso le redini della banca d’affari Intermedia, dove l’amico-rivale Alfredo Cazzola si è dimesso da presidente e amministratore delegato.
Alla conferenza di sabato prossimo, Consorte sarà affiancato da Francesca Scopelliti, già compagna del conduttore televisivo Enzo Tortora, con un passato da radicale e da senatrice di Forza Italia. Dalla scomparsa del presentatore (condannato da innocente per associazione camorristica e traffico di droga), la Scopelliti porta avanti una serie di iniziative garantiste. E ci sarà anche il politologo di area Pd Paolo Pombeni che conosce Consorte da anni e ha collaborato al varo dell’associazione. Nel 2010, i due hanno curato insieme un saggio edito da Cedam dal titolo: "Democrazia sociale, il riformismo europeo e l’anomalia del caso italiano». E stanno per lanciare un periodico online, con la collaborazione di alcuni allievi del docente appena andato in pensione. "L’associazione vuole essere un luogo dove si discute e si riflette di politica", spiega il professore. Un dibattito che non potrà ignorare le ultime vicende del Pd, la vittoria di Renzi al congresso e l’ascesa del rottamatore fino a Palazzo Chigi.
"Finora non abbiamo mai discusso di problemi di politica partitica attiva", spiega il politologo che commenta così gli eventi più recenti: "La vittoria di Renzi era inevitabile. In un Paese che non riusciva a muoversi, come spesso accade, lo sblocco avviene attraverso lo scossone. Una generazione nuova lancia la sfida, è sempre andata così. Renzi è giovanissimo ma Dossetti quando andò alla Costituente aveva 33 anni". Possibilità di riuscita del progetto renziano? "Lo trovo interessante sul piano dell’enunciazione. Ma in quanto alla realizzazione, non so. Trovo diverse debolezze nella costruzione della sua squadra. Bisogna vedere se Renzi avrà la capacità politica di concretizzare le sue proposte".