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Politica
Governo M5S: Salvini ha paura di Giorgetti. Cosa accade tra la Lega e il M5S

"Noi andiamo avanti a lavorare per il bene del Paese. E una cosa deve essere chiara: il Movimento 5 Stelle non rompe e non mette in crisi il governo". Fonti parlamentari pentastellate commentano con Affaritaliani.it la tempesta scatenata dalle affermazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, che ha accusato il premier Giuseppe Conte di non essere più imparziale. La lettura che danno dal M5S è molto semplice: Matteo Salvini, che ha democristianamente cercato di chiudere la polemica senza però scaricare minimamente il suo vice, ha paura del numero due della Lega.

Il vicepremier e ministro dell'Interno sa perfettamente che GG (Giancarlo Giorgetti viene così soprannominato in Via Bellerio) non ha mai digerito l'esecutivo del Cambiamento e, probabilmente, tornerebbe volentieri nel vecchio Centrodestra che già governa molte Regioni e centinaia di amministrazioni locali. "Salvini sa che se cade Conte e si fa un governo a trazione leghista, con o senza elezioni, non sarà lui il premier ma quasi certamente Giorgetti. Ecco perché cerca di far pace con noi e soprattutto con Conte e allo stesso tempo difende l'uomo forte del Carroccio", spiegano le fonti 5 Stelle.

Ma il numero uno e il numero due della Lega erano d'accordo? "Sicuramente il sottosegretario lo aveva informato di quell'intervista - ragionano dal M5S - e Salvini ha più che altro incassato sapendo che non può smentirlo". Ma il messaggio che arriva dai pentastellati è che "di queste beghe di Palazzo, di partito e di vecchia politica ci importa poco. La Lega ormai fa polemica su tutto, noi al contrario governiamo e lavoriamo". Di Maio nel suo tour elettorale incontra associazioni di imprenditori, categorie, sindacati, lavoratori. "Non facciamo propaganda, ma pensiamo agli interessi del Paese". "Loro (i leghisti) stanno esagerando e ormai sono fuori", commentano le fonti grilline.

"Salvini attacca il Papa e bacia il rosario, pensa solo all'immigrazione che ormai è un chiodo fisso. E' nervoso, probabilmente anche perché la fetta del suo partito più legata alla vecchia Lega bossiana delle valli del lombardo-veneto non ama la svolta nazionale e si esprime attraverso le uscite di Giorgetti". Per i 5 Stelle l'unico tema su cui non si tratta è la lotta alla corruzione, "per noi un punto fondamentale e imprescindibile". Sul resto "non abbiamo mai detto no, come ci accusa dalla Lega, che pensa solo alle elezioni di domenica".

Prendiamo ad esempio l'autonomia regionale, il M5S sottolinea di aver soltanto chiesto un passaggio in Parlamento, come hanno fatto i presidenti Fico e Casellati, con un doveroso approfondimento per "trovare la miglior soluzione per tutti. Loro (i leghisti) usano questo argomento solo per non perdere voti al Nord, Veneto in testa, e per tenere buono Zaia". Anche sul fronte della flat tax la situazione è simile. "E' nel contratto e va fatta - spiegano fonti parlamentari M5S - ma senza far aumentare l'Iva, senza sforare il tetto del 3% per non far schizzare lo spread e senza premiare i ricchi". Il Carroccio, al contrario, affermano i pentastellati, "spara con Salvini in piazza a Milano che l'obiettivo è il 15% per tutti. Al momento impossibile e comunque bisogna tener conto della progressività dell'imposizione fiscale".

Due esempi per dimostrare come, secondo i 5 Stelle, l'atteggiamento di Di Maio - anche se siamo a pochi giorni dal voto per il Parlamento Ue - sia costruttivo e concreto, legato ai provvedimenti utili per i cittadini. Al contrario, dalla Lega boutade, battute, minacce per prendere voti e propaganda. Con il dualismo Salvini-Giorgetti che, alla fine, il M5S ritiene "stucchevole e ridicolo. Ci sono pochi commenti oggi sulle agenzie da parte nostra perché si commentano da soli. Noi lavoriamo, loro polemizzano".

"La Lega sta perdendo un po’ la testa”. Lo ha dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio a “Stasera Italia” su Rete 4. “L'attacco al premier Giuseppe Conte credo sia un segnale di nervosismo”, ha aggiunto. 

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