Italicum, Pannella ad Affaritaliani.it: "Da oltre 50 anni per l'uninominale"
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
"Mi riferisco ufficialmente e pubblicamente da oltre 50 anni alla scelta dell'uninominale come scelta di base dei regimi più o meno democratici (sottolineato) esistenti". Marco Pannella commenta con Affaritaliani.it l'ipotesi di riforma elettorale. "Non posso che sottolineare che anche in questa occasione - spiega lo storico leader radicale - il combinato disposto tra questo prodotto dei massimi attuali soci della mafiosità partitocratica e l'ulteriore ambiguo, se non equivoco, intervento della suprema cupola della mafiosità partitocratica, alias "Corte Costituzionale", continua a rappresentare da oltre mezzo secolo il divieto dell'attuale regime di affrontare un pubblico dibattito sul tema, sapendo bene che, se interpellato, il popolo italiano plebisciterebbe la scelta uninominale maggioritaria con le sue radici anglosassoni e la varietà e la ricchezza delle sue realizzazioni. Quindi "uninominale maggioritario" come base di una costituzione "presidenzialista-democratica" ad esempio statunitense, canadese, neozelandese, australiana estendendola anche alla costituzione francese". Quindi boccia l'Italicum? "Mi riferisco almeno a 50 anni di posizione ufficiale proveniente non solo dal mondo radicale ma anche da gruppi, proprio per questo oscurati, sia delle componenti liberali della "destra", della "sinistra" e della politica italiana".
Seconda domanda. Marco Pannella spera di diventare senatore a vita? "Onestamente credo di avere dimostrato in tutte le scelte elettorali e non della mia cinquantennale esperienza politica radicale che non sono proprio e non ritengo di essere necessario come esponente Istituzionale della mia parte. Vorrei ad esempio sottolieanre che quando siamo entrati in Parlamento non ero mai capolista e quando siamo entrati in governi non sono mai stato nemmeno in quell'esecutivo. Da tempo chiedo inutilmente (e francamente di questo sono scandalizzato), e ritengo doverosamente intollerabile che non mi si ascolti, ed esprimo l'augurio e il mio voto perché sia nominato senatore a vita il gran rabbino capo Elio Toaff, come persistente opportunità oltre che interesse e anche dovere civile. Questa mia candidatura ha costituito in questi decenni motivo di dialogo con i vari presidenti della Repubblica, da Sandro Pertini all'attuale presidente Napolitano".