Politica
Separazione delle carriere, Delmastro: "La riforma libererà i magistrati dalla politica. Giustizia più equa e credibile agli occhi dei cittadini"
Il sottosegretario di Fratelli d'Italia spiega ad Affaritaliani come il referendum del 2026 potrebbe cambiare il sistema giudiziario italiano

Giustizia, Delmastro: "Il sorteggio dei membri del CSM mette fine al gioco delle correnti e riporta il merito al centro della magistratura"
Sottosegretario Delmastro, entro la primavera del 2026 è atteso il referendum costituzionale confermativo sulla riforma della giustizia, che prevede la separazione delle carriere dei magistrati e la creazione di due Consigli Superiori della Magistratura. In che modo un esito favorevole o sfavorevole del referendum influirà sul percorso di riforma e sulla credibilità del sistema giudiziario italiano?
La riforma costituzionale della giustizia è una riforma necessaria, una riforma storica a lungo invocata da più parti fino anche da quella sinistra che oggi a proposito parla di attentato alla Costituzione. Un traguardo epocale che certamente conferirà nuova credibilità al sistema giudiziario poiché la magistratura deve essere sempre ammantata della credibilità sociale per svolgere al meglio il suo ruolo. È una riforma non contro la magistratura, ma per la magistratura e non potrebbe essere diversamente se solo si pensa a proporla.
Un Presidente del Consiglio in unitamento ad una classe generazionale di Fratelli d'Italia che ha mosso i suoi primi passi proprio sull'onda emotiva della strage e dei crateri di Capaci e via d’Amelio. In particolar modo nel suo complesso la riforma garantirà maggior credibilità alla magistratura, non solo e non tanto la separazione delle carriere che completa il percorso del legislatore costituzionale che già 25 anni fa con l'articolo 111 della Costituzione indicava quale fosse il giusto processo, ovvero un processo che si svolge nel contraddittorio, in parità processuale di fronte a un giudice terzo ed imparziale. E allora il precipitato logico, giuridico, indefettibile è quello che si separino le carriere, che vi sia vera parità processuale fra accusa e difesa, ma soprattutto perché vi sia un giudice veramente terzo e imparziale, ma soprattutto che appaia così al medesimo cittadino sotto processo.
Un altro pilastro della riforma riguarda il sistema disciplinare della magistratura: che cosa cambia rispetto al passato?
Dall'altra il sistema dell'Alta corte disciplinare che archivia una pagina ormai superata dove era il CSM stesso a giudicare sé stesso, cioè i giudici, con quel fatale, naturale, incomprimibile, strascico di piccolo corporativismo che certamente non rappresentava un giudice terzo equo ed imparziale. Potremmo scomodare il broccardo latino, qui custodiet ipsos custodes, chi sorveglierà i sorveglianti. Allora l'Alta Corte disciplinare sarà incaricata di avere un potere disciplinare rispetto agli stessi giudici.
Uno dei temi più discussi è quello del sorteggio e del superamento delle correnti: quale sarà l’impatto concreto di questa scelta?
Last but not least, anzi probabilmente la cosa più importante, il sorteggio per archiviare definitivamente la triste pagina dell'hotel Champagne, il Palamara Gate e quel vaso di Pandora che una volta scoperchiato ha fatto uscire miasmi maleodoranti in ordine ad una gestione del Consiglio Supremo della Magistratura in virtù della quale il giudice non doveva confidare sui propri meriti, sui propri sacrifici, sulla propria capacità per arrivare alle procure più importanti d'Italia, ma viceversa avrebbe dovuto affiliarsi a quella corrente o a quell'altra corrente perché era l'unico modo per arrivare.
L'ipotesi del sorteggio, sia dei membri laici che dei membri togati, vuole dire da una parte tagliare le unghie alla politica che si protendevano verso la magistratura e liberare quindi la magistratura dalla politica, dall'altra liberare i magistrati dalla cappa, dal gioco delle correnti, ma soprattutto dal gioco della deviazione cancerogena correntizia, in virtù della quale avresti dovuto figliarti a quello o quell'altra componente o corrente per fare carriera in magistratura. Credo per questo che molti magistrati festeggeranno. Con noi il successo di una riforma che libera la magistratura dalla politica, ma soprattutto libera i magistrati dal gioco delle componenti, i quali potranno finalmente da ora in avanti pensare solo ai loro meriti, alle loro capacità, ai loro spiriti di sacrificio per poter fare carriera all'interno della magistratura.
Questa riforma segna un punto di svolta storico per la giustizia italiana, ma rischia di diventare terreno di scontro politico: come si può restituire centralità al merito delle riforme?
Anche a noi piacerebbe che non fosse un terreno di scontro politico e restituire centralità al merito delle riforme, ma come si possa farlo bisogna chiederlo a quella medesima sinistra che nel 1997 con D'Alema che precedeva la commissione bicamerale per le riforme costituzionali accedeva all'idea della separazione delle carriere, oppure quella medesima sinistra che ha più volte, a più titoli, l'ultima volta anche col congresso di Martina, invocato l'ineluttabilità della separazione delle carriere e che oggi a sproposito parlano di attentati alla Costituzione, tant'è che bisognerebbe dire: 'Il vostro merito qual è stato, essere stato degli… aver fallito gli attentati, degli attentatori alla Costituzione falliti?'.
La verità è che dovremmo cercare di parlare del merito, diventa difficile quando gli argomenti sono di questa genericità di questa lapidarietà e di questa assoluta inconsistenza, perché quando si parla di attentati alla Costituzione in una democrazia matura come quella italiana evidentemente non si hanno argomento.
La riforma punta molto sulla separazione delle carriere: perché la ritenete una priorità e quali benefici porterà al sistema giudiziario? Ci saranno risultati concreti in termini di riduzione dell’arretrato e di velocizzazione dei procedimenti?
La riforma sulla separazione delle carriere porterà come beneficio al sistema giudiziario evidentemente quello di una giustizia più equa, più giusta e percepita come tale dai cittadini che finalmente avranno la possibilità di vedere ciò che dice l'articolo 111, la parità processuale fra accusa e difesa di fronte a un giudice terzo equo e imparziale non avrà un effetto sulla riduzione dell'arretrato, sulla velocizzazione dei procedimenti, non può averlo, viceversa lo ha, e lo diciamo con grande orgoglio, il fatto che entro la fine del 2026 si raggiungerà l'epocale traguardo della saturazione della pianta organica completa della magistratura togata per il tramite di 2.039 assunzioni di magistrati togati disposti dal governo Meloni, 809 già assunti e 1.230 già finanziati ed in corso. Quindi per la prima volta nella storia della Repubblica Italiana vi sarà la completa saturazione delle piante organiche della magistratura.
Considerando che il sovraffollamento carcerario comporta non solo problemi di convivenza e sicurezza, ma anche un accesso sempre più difficile alle cure e alle terapie per i detenuti, quale ruolo può avere la riforma della giustizia nel garantire un sistema penitenziario più umano ed efficiente?
In ordine al sovraffollamento le riforme sono già state fatte. Da una parte c'è un dato eclatante che ci racconta che in Italia la custodia cautelare in carcere, cioè cittadini che nonostante la presunzione di innocenza siano in carcere prima di una condanna definitiva, si aggira fra un quarto e un terzo dei detenuti che è un numero spropositatamente più alto della media europea in genere.
Si considera che il 30%, oggi ne siamo al 28,9%, mentre in Germania sono il 15% i detenuti in attesa di giudizio. E quindi siamo intervenuti sulla collegialità del giudice che deve emanare, decidere sulla custodia cautelare che abbiamo già fatto, sebbene l'abbiamo rinviata al pieno organico della magistratura, rinviata per ovvia esigenza quando la magistratura sa in pieno organico e dall'altra parte l'interrogatorio che deve essere svolto preventivo prima della custodia cautelare non per l'ipotesi di fuga, perché evidentemente non si può interrogare prima persona neanche per l'ipotesi di inquinamento probatorio, ma per la terza dell'esigenza cautelare, quella più affievolita ovvero sia quella della reiterazione del reato qualora non vi siano circostanze gravi di uso delle armi o quant'altro che impongano una velocità.
In quel caso, a differenza di quanto accadeva nel passato, prima di essere tradotto in un istituto penitenziario, il cittadino avrà diritto di confrontarsi con il giudice e rappresentare elementi a sua discarica o discolpa. E questo inciderà evidentemente su quel terzo pressappoco di detenuti che sono attualmente negli istituti penitenziari in attesa di giudizio.
Oltre agli interventi sulla custodia cautelare, quali misure strutturali sono state messe in campo per affrontare il sovraffollamento?
Dall'altra parte, sempre sul sovraffollamento, siamo intervenuti con un piano di edilizia penitenziaria potentissimo, di 750 milioni di euro e di un commissario straordinario per agevolare e velocizzare le procedure per atterrare questi interventi e questi 750 milioni di euro con il commissario straordinario dovranno garantire circa 10.000 posti detentivi.
Sono solito dire che sono nato circa 50 anni fa, c'era il sovraffollamento e mancavano circa 10.000 posti detentivi. Sono nel bel mezzo del cammino della mia vita, direbbe il poeta, c'è il sovraffollamento, mancano 10.000 posti detentivi. È intuitivo dire che tutte le sinistre misure messe in campo in passato, non abbiano funzionato, se non assolvendo ad una sola funzione, quella di erodere la certezza della pena, mortificare lo sforzo delle nostre forze dell'ordine nell'assicurare alla giustizia i criminali, umiliare le vittime del reato o i parenti delle vittime del reato.
Qual è la filosofia che guida questo investimento e che tipo di impatto avrà sul sistema penitenziario?
Bisogna rendersi alla necessità del fabbisogno italiano di 10.000 posti detentivi in più e i 10.000 posti detentivi in più scongiureranno il sovraffollamento che diventa una misura inutilmente afflittiva e gravosa per il detenuto che ha diritto a un'esecuzione della pena che non eroda la certezza della pena, ma che garantisca una condizione detentiva umana.
È la prima volta che si parla di un investimento di questo tipo, un investimento epocale e soprattutto non si farà uno dei tanti svuotacarceri a costo zero, ma abbiamo trovato le risorse per affrontare strutturalmente il problema del sovraffollamento carcerario. Quindi anche sotto questo profilo il governo è intervenuto con un grande senso pragmatico mettendo a disposizione risorse al sistema giustizia che è sempre stata considerata una sorta di cenerentola all'interno dei ministeri, ma soprattutto garantendo quello che ha sempre detto il centrodestra per quanto sia giusto dare le migliori condizioni detentive a una persona privata della libertà non possiamo accedere più alla erosione della certezza della pena che ha generato tanta insicurezza nelle nostre città, che ha mortificato il lavoro delle nostre forze dell'ordine, che ha umiliato le vittime del reato e i parenti delle vittime del reato.
