La speranza e il coraggio di Renzi e quello che può muovere un popolo
Di Dario Tiengo
"La speranza è dura a morire" era un detto dei nostri nonni. E in effetti uscire dalle macerie di una guerra e ricostruire un paese devastato sia nel suo aspetto materiale sia nel suo tessuto sociale non è stato facile. Mi sono chiesto spesso se la generazione uscita dalla seconda guerra mondiale si sia fatta portare dalla speranza o siano stati soprattutto coraggiosi. Una domanda apparentemente troppo sottile, per molti la differenza non è evidente. E invece c’è e molta.
Si può sperare e stare seduti sulla seggiola di fronte a casa o sul balcone. Atteggiamento che a volte si ritrova nella storia passata e recente del nostro Paese. Si può lavorare anche per cambiare le cose e avere la speranza sui risultati. Ma quando entra il campo il coraggio è un’altra cosa. Cambiare un paese, ridurre il peso dello Stato nella nostra vita quotidiana, ridurre burocrazia e cercare di ridisegnare un’Italia più forte e sicura per i nostri figli. Qui ci vuole coraggio. Il nostro Premier Renzi molte cose le dice e alcune sta riuscendo a farle. E bisogna riconoscergli coraggio e capacità di infondere speranza. Ma se le motivazioni rimangono solo quelle economiche forse non sono sufficienti a “spostare le montagne”.
Per imprese di questo tipo ci vuole un popolo intero (ahimè gli italiani sono poco popolo e troppi campanili). Il coraggio viene infatti anche dalle grandi motivazioni ideali che troppo spesso abbiamo confuso con le ideologie. Avere il coraggio di pensare a un mondo migliore, in cui ci sia più libertà, democrazia, pari diritti e doveri, giustizia, un livello di vita decente per tutti e il riconoscimento dei meriti di ciascuno è una follia? Per uscire dalla crisi dobbiamo fare sacrifici, almeno noi persone che non stanno nel palazzo. Ma allora perché non farli per una Nuova Frontiera italiana. Non è solo economia ci vuole un progetto più grande. Non farlo adesso è perdere un’occasione.
Non si è ancora trovato un politico italiano che, a brutto muso, abbia il coraggio di dire « Non chiedete cosa può fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese». Troppo pericoloso, si perdono voti. E poi ci sono tanti peccati da lavare che il rischio che la risposta sia una pernacchia è alto. Ma anche in quella pernacchia c’è un virus che non fa crescere l’Italia.