"Alcuni si preoccupano e temono o sospettano che noi siamo pieni di fanatismo, o animati dalla volontà di imporci agli altri e di intimidirli, mettendo
avanti il nostro numero e la nostra forza". Ma "è bene dirlo con chiarezza: in un mondo attraversato da molte difficoltà, infelicità e contrasti, la Giornata mondiale della Gioventù è un grande segno di speranza, una promessa di gioia e di pace che viene dal Signore e che noi tutti ci sentiamo impegnati a
mettere in pratica".
E chiunque vive personalmente l'esperienza della Giornata mondiale della Gioventù, o comunque la conosce da vicino "si rende conto infatti che questi giovani, voi giovani, vi trovate insieme guidati dalla fede nel Dio che è Amore, e quindi con l'unica intenzione di essere amici e fratelli, tra di voi e con tutti". Così il cardinale Camillo Ruini, presidente della Conferenza episcopale italiana, nell'omelia tenuta a Colonia in occasione di "Italyani", la grande festa in onore di quanti giunti dall'Italia per questa Gmg e di quanti sono di origine italiana ma vivono all'estero, sparsi per il mondo.
Un evento promosso dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Cei. "Cari giovani e cari italiani che vivete in Germania - ha detto Ruini - la Giornata mondiale della Gioventù è un'esperienza di amicizia e di gioia, che tutti sperimentiamo e che tutti ci coinvolge. La sua radice è profonda e misteriosa, si fonda in quella presenza di Dio, in quel manifestarsi di Dio come amico dell'uomo".
Ruini ha sottolineato che "la Giornata mondiale della Gioventù è sempre un fatto che attira l'attenzione e che fa discutere: lo è quest'anno qui a Colonia
come lo è stata nel 2000 a Roma, o nel 1997 a Parigi. Molti si chiedono cos'è che attira, entusiasma ed unisce tanti giovani così diversi tra loro. Alcuni anche si preoccupano e temono o sospettano che noi siamo pieni di fanatismo, o animati dalla volontà di imporci agli altri e di intimidirli, mettendo
avanti il nostro numero e la nostra forza". Ma così non è, perché è invece "un grande segno di speranza, una promessa di gioia e pace".
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Il presidente della Cei ha ricordato che questa Giornata mondiale ha luogo "in questa antica e meravigliosa città, sorta alcuni decenni prima della nascita di Gesù Cristo dall'incontro tra i romani e i germani: un incontro che poi si è sviluppato attraverso i secoli, ha conosciuto certamente lotte e difficoltà ma è stato anche e soprattutto fecondo di bene per entrambi i popoli, che sono cresciuti insieme sulla comune radice della fede in Cristo".
Ruini ha anche parlato del rapporto che lega Italia e Germania. Ora "i nostri due popoli, italiano e tedesco, fanno parte insieme dell'Unione Europea e hanno così legato anche istituzionalmente i loro destini. In concreto, poi, centinaia di migliaia di italiani vivono e lavorano in Germania e contribuiscono così al benessere sia della Germania sia dell'Italia. Molti di loro sono oggi qui con noi e vogliamo dire loro il nostro affetto, la nostra stima e la nostra gratitudine. In questo momento così ricco di significato, per i giovani, per la fede cristiana, per l'amicizia e la fraternità tra italiani e tedeschi, permettetemi di ricordare il grande messaggio che Giovanni Paolo II non si è stancato di
rivolgere ai nostri popoli e ci ha lasciato quasi come suo testamento: un messaggio che Benedetto XVI sta rilanciando con grandissima forza".
E il messaggio e il testamento è quello che "nazioni come la Germania e l'Italia hanno oggi il compito di promuovere e difendere, di sviluppare e di mettere a frutto quella grande eredità di fede e di cultura che è stata portata in Europa dagli Apostoli e che, davanti alle sfide di oggi, per l'Italia, la Germania e l'Europa intera può e deve essere fonte di rinnovata fiducia e di energia, luce che illumina il cammino verso un futuro in cui la persona umana, amata da Dio, sia davvero amata e rispettata anche dagli uomini".