Zelensky abbandonato da tutti. E più vince Trump più si indebolisce - Affaritaliani.it

Politica

Zelensky abbandonato da tutti. E più vince Trump più si indebolisce

Di Giuseppe Vatinno

La Lega spinge per una rapida soluzione diplomatica

Meloni qualche mese fa aveva fatto notare come l’opinione pubblica italiana mostrasse “segni di stanchezza” sulla guerra in Ucraina

 

Zelensky è avviato inevitabilmente sul viale del tramonto e con lui la guerra ucraina.

Ad ogni vittoria di Donald Trump alle primarie, l’ultima nel New Hampshire, perde colpi e nel contempo a Joe Biden prende sempre più le distanze da lui.

Già il Congresso ha di fatto scaricato il comico ucraino bloccando i finanziamenti e se si aggiunge la guerra scoppiata in Israele si capisce come ormai sia abbandonato da tutti tranne un sostegno solo di facciata e sostanzialmente formale della Unione Europea che però, come sempre, guarda Washington e segue gli Usa.

Del resto, col tempo, si è capito che il conflitto tra Ucraina e Russia è un conflitto locale, anzi una guerra civile tra due popoli che utilizzano in pratica il medesimo linguaggio e lo stesso Zelensky è di famiglia russa   e parla come prima lingua il russo. Il comico è stato molto abile comunicativamente ma ora, dopo quasi due anni di guerra, può finalmente lavarsi la maglietta militare che lo ha reso famoso in tutto il mondo.

Oltretutto anche la Russia ha le sue ragioni e due volte i filo-russi avevano vinto le elezioni poi annullate in seguito a moti di piazza. Dunque sia Biden che Trump, il più probabile sfidante del Presidente in carica, lo hanno scaricato da tempo, anzi il secondo dato probabile vincitore in una sfida con il primo, gli è sempre stato ostile e in più è amico di Putin come lo era Berlusconi. Poi c’è la politica. Non è un mistero che la destra italiana abbia avuto in passato ottimi rapporti con la Russia e che gli stessi elettori siano molto più vicini a Putin che a Zelensky.

E i segnali di una rapida riconversione si vedono. Se Giorgia Meloni deve tenere ancora fede al patto con Ursula pro Zelensky già la Lega mostra indifferenza se non sofferenza a continuare ad essere vicina al leader ucraino. Qualche giorno fa c’è stato addirittura un ordine del giorno a firma del capogruppo Massimiliano Romeo al Senato che chiedeva di: “farsi carico, nelle competenti sedi europee, di una concreta e tempestiva iniziativa volta a sviluppare un percorso diplomatico, al fine di perseguire una rapida soluzione del conflitto” e inoltre che: “i ventitré mesi di combattimenti hanno chiarito che nessuna delle due parti ha la capacità di ottenere una vittoria militare decisiva sull'altra, ed è pertanto impossibile pensare ad una soluzione esclusivamente militare”. Quindi “è essenziale sviluppare una visione di come finirà la guerra”.

Del resto anche la Meloni qualche mese fa aveva fatto notare come l’opinione pubblica italiana mostrasse “segni di stanchezza” sulla guerra in Ucraina. In vista delle Europee di giugno la destra tenderà sempre di più ad avvicinarsi a posizioni trumpiane favorevoli alla fine del conflitto perché questo vogliono i suoi elettori. Ma in questo gioco Salvini ha le mani molto più libere della Meloni che è premier.