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50° Festival della Valle d'Itria, esordio con 'Norma' di Bellini

'esordio al 50° Festival della Valle d'Itria con il capolavoro di Vincenzo Bellini "Norma".
Cinquantesimo Festival della Valle d’Itria, inaugurato con la Norma, opera bellissima di Vincenzo Bellini, in cui una donna diventa interpetre assoluta del dramma d’amore.
Norma, presa dalla passione per l’uomo straniero ha tradito la sua purezza e ora lasciata sola per un altro amore, con due bambini, e’ presa da odio, tristezza, tenerezza per i figli, ansia per il loro futuro al punto di pensare di ucciderli.
Il grande muro color terra si disegnerà solo di due immagini, l’albero dell’amore di Adalgisa che le ha inondato il cuore, e le fiamme in cui si lancereanno Medea e Pollione, che riconosce la grandiosità della sua donna e sceglie di morire con lei.
Vesti importanti, Norma con il lungo abito bordeaux con la cascata di perle, e poi spoglio di ogni decoro nel momento del dolore estremo. Il peplo candido del padre di Medea a cui lei affiderà le sue creature, perché non vengano oltraggiate dopo la morte indegna della madre. Delicata Adalgisa (con una voce molto bella), che fra l’amore per l’uomo che la seduce e la devozione a Medea che la lascia libera di andare via con quest’uomo che lei ama, sceglie la devozione.
Non c’è odio quindi fra le due donne, ma riverenza e amore. Medea è grandiosa nell’amore, nella tenerezza per i figli e nell’ultimo dialogo con Pollione, che ne comprende la grandiosità e l’amore appassionato portato a lui che non si ferma neanche davanti al tradimento e all’abbandono. Medea è una donna di oggi, una donna che sfida le convenzioni pronta a pagarne le conseguenze, che resta ferma nel suo ruolo d’amore sino alle battute estreme.
L’amore da sempre ha dominato gli animi e ha reso vana la forza morale, la purezza d’intenti, la volontà di vincere. L’amore annulla, l’amore vince, l’amore conduce a soluzioni estreme. Entrano ed escono dalla scena centrale immobile, ancelle poco identificate nella presenza, e anche i bambini sono inseriti senza intensità , ma Medea in apertura molto pacata, e poi esplosiva e inarrestabile, Pollione e Adalgisa, sono interpetri fantastici, perché intensi, veri, replicati nella vita di ogni giorno.
Scene intensissime quella di Medea che si avvicina ai figli per ucciderli e sottrarli ad un futuro che potrebbe accanirsi contro di loro, in cui c’è la madre, e tutto l’amore di una madre, e quella della seduzione di Pollione su Adalgisa. Lei timorosa, con i capelli raccolti e i fiori in vita, lotta contro l’amore, la passione, l’irresistibile forza di lui che alla fine la coinvolge in una accettazione di amore.
Dietro i teli velati neri appare incisivo il coro diretto da Marco Medved e la direzione dell’orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari ha l’ottima conduzione di Fabio Luisi. Regia di Nicola Raab, scene e costumi di Leila Fteita. Voci: Norma Jacquelyn Wagner - Adalgisa Valentina Farcas - Pollione Airam Hernandez - Oroveso Goran Juri’c - Clotilde Saori Sugiyama - Flavio Zachary McCulloch.