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A Bari, la 3^ edizione della Biostimolanti Conference
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21 relatori istituzionali italiani e internazionali provenienti da 13 centri di ricerca, insieme a 28 relatori aziendali, è il parterre di eccezione accolto a Bari presso il Nicolaus Hotel il 2 e 3 marzo 2022, per la 3^ edizione della Biostimolanti Conference Sul palco si alterneranno studiosi di livello internazionale per fare il punto su una categoria di prodotti in grado di mitigare gli effetti degli stress climatici sulle colture migliorandone i processi metabolici.

La due giorni organizzata da Fruit Comunication e Arptra (Associazione Regionale Tecnici e Ricercatori in Agricoltura) si svolgerà in duplice modalità, dal vivo o in streaming. In particolare, la conferenza, suddivisa in quattro sessioni, affronterà temi riguardanti l'assorbimento, l'efficienza d’uso dei nutrienti, la tolleranza agli stress abiotici e la qualità di colture quali: pomodoro e orticole, seminativi, fruttiferi e olivo, uva da tavola e ciliegio.

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Per ricostruire lo stato dell'arte di un settore in costante crescita, abbiamo sentito Vittorio Filì, già Presidente Arptra.

Con l'impegno dell'Europa a ridurre l'uso di pesticidi di sintesi del 50% entro il 2030, l'intero settore primario è chiamato ad un importante cambio di passo nelle strategie di difesa colturale. I biostimolanti che ruolo occupano nell'ambito della transizione verso un'agricoltura sempre più efficiente e resiliente?

“La direzione indicata dall’Europa con il Green Deal, e specificatamente con il Farm to fork, impone che la sostenibilità delle produzioni agricole debba rappresentare ormai una via obbligata per rispondere ai requisiti di salubrità dei prodotti e di riduzione dell’impatto ambientale. I Biostimolanti sono una nuova categoria di prodotti che si sta imponendo sul mercato, con una crescita che supera il 10% annuo, anche favorita da una legislazione non ancora omogenea in tutta Europa”.

Cosa sono i biostimolanti?

Per definizione, puntualizza Vittorio Filì, sono «Sono prodotti contenenti sostanze e/o microrganismi che, applicati alla pianta o alla rizosfera, stimolano i processi naturali che migliorano l’efficienza d’assorbimento e d’assimilazione dei nutrienti, la tolleranza a stress abiotici e/o la qualità del prodotto indipendentemente dal loro contenuto in nutrienti».

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I cambiamenti climatici in corso mettono a dura prova un settore su cui gravano molteplici responsabilità di ordine sociale, economico e ambientale. Far quadrare i conti diventa sempre più arduo. Nonostante ciò, è anche vero che il consumatore è sempre più esigente ed attento alla qualità, preferendo spesso prodotti sostenibili e a chilometro zero. Questa nuova categoria di formulati, in che termini si inseriscono nel ventaglio di soluzioni che gli operatori scelgono per mitigare fenomeni climatici sempre più estremi?

“Il cambiamento climatico è ormai evidente in tutto il pianeta con un innalzamento sensibile delle temperature medie ed eventi climatici sempre più estremi. I fattori di stress abiotico quali: siccità, salinità, gelo e caldo eccessivo, comportano alterazioni e danni alle colture, con ripercussioni sulle quantità e qualità delle produzioni.

I 'biostimolanti', con i materiali organici che li caratterizzano, quali sostanze umiche, proteine idrolizzate e aminoacidi, estratti d’alga marina e microrganismi applicati alle piante o al terreno, possono essere strumenti di mitigazione o di superamento degli stress ottimizzando i processi metabolici delle piante”.

In qualità di Presidente ARPTRA è riuscito a far riconoscere all'opinione pubblica non esperta, il valore che ricopre un settore strategico come l'agroalimentare. Tra i corposi atti dei convegni e delle iniziative promosse dall'Associazione, diverse raccolte sono dedicate proprio ai Biostimolanti. Alcuni studi risalgono fino al 2014. Può dirci quali sono le principali problematiche legate alle normative di riferimento?

“Innanzitutto è bene precisare che i biostimolanti, già ora, non possono essere impiegati per il controllo dei parassiti, altrimenti debbono seguire l’iter europeo di registrazione e risultare come prodotti fitosanitari. Il prossimo Regolamento UE, il 2019/1009, manterrà giustamente questa separazione, oltre a disciplinare con norme stringenti, l’impiego di tutte le categorie di fertilizzanti sul mercato dell’Unione europea.

L’importanza di questo Regolamento risiede nel suo obiettivo di proteggere il suolo cercando di prevenire rischi per la salute dell’uomo e per l’ambiente”.

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Una lunga e apprezzata carriera dedicata con passione e spirito di servizio alla Puglia agricola per vocazione. Da osservatore attento, quali sono le preoccupazioni principali quando si parla di strumenti, metodi e strategie di lotta agli stress abiotici?

“Gli effetti positivi dei Biostimolanti sulle colture sono stati avvalorati, negli anni, da numerosi studi. Sulla base di questo le aziende di fertilizzanti si sono date da fare a promuovere questi prodotti sul mercato, che è cresciuto al di là di qualsiasi ragionevole aspettativa. Ma, a causa della legislazione non chiara, ritengo che ancora oggi gli agricoltori conoscano davvero poco le sostanze biostimolanti. Sono certo che quest’anno,  con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE, ci sarà modo di rendere più consapevole il mercato, perché maggiore sarà la conoscenza delle materie prime e la loro modalità d’azione sui meccanismi fisiologici delle piante”.

Per ulteriori informazioni è consultabile il programma completo su www.biostimolanticonference.com. Gli iscritti ai rispettivi ordini/albi professionali potranno richiedere il riconoscimento dei crediti formativi professionali (CFP): dottori agronomi e forestali, agrotecnici e periti agrari.

(ines.macchiarola@pecgiornalisti.it)

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