Amalia Mancini 'Verranno
i giorni della pace'
Il libro di Amalia Mancini visto da Piero Fabris
Un romanzo come atto d'amore per le nuove generazioni. Un testo formativo e utilissimo per non farsi soffocare dalle atrocità di ogni tipo di guerra, ma un invito alla solidarietà. Un omaggio alla Semplicità, al candore.
Amalia Mancini ha il merito di farci sentire tutto il dolore e cogliere il “Candore di un tempo”, facendoci cogliere il clima, le ambientazioni di una città come Bari nelle cui strade si sentiva e vedeva il fumo del secolo precedente e i vagiti del nuovo come stupore, meraviglia. “Verranno i giorni della pace” è un atto di fiducia nell'umanità.
“La gente semplice non desidera fare cose straordinarie, ma lasciarsi cullare dai ritmi, i profumi delle stagioni e vivere i propri sogni. Che cosa saremmo se non avessimo i nostri sogni? La vita si nutre di sogni!” Troppo spesso, purtroppo questa moltitudine di esseri viventi finisce col pagare, subire, le scelte di predatori, di prepotenti che fanno male per il puro gusto di sentirsi più forti e potenti. Certi soggetti senza qualità riescono a dominare col terrore! Esseri che si sentono pienamente realizzati nella sopraffazione. Il testo della Mancini è un omaggio al rispetto e riflesso dei valori della vita. Un balsamo per il cuore e le coscienze.
“Verranno i giorni della pace" è un romanzo ambientato negli anni quaranta (Gelsorosso editore. Collana Cardi. Pagg.190 € 14,00 con postfazione di Vito Antonio Liuzzi) ed è una nenia di fiducia, un infuso di certezza per chi, nonostante la guerra (le tante guerre quotidiane), continua a fare progetti, attingendo a un serbatoio di energie che viene dal lavoro delle proprie mani, dalla creatività, dalla voglia di difendersi dalla crudeltà... non fuggendo, ma divenendo protagonista del proprio esistere, guardandosi attorno, attento ai bisogni degli altri con i quali condividere il poco (Come Sisina, la sarta e maestra del romanzo).
Se i carri armati travolgono innumerevoli abitazioni e le anime sono provate dalla sofferenza, la bellezza vera che è dell'uomo riesce a trovare sempre il senso della fraternità e a creare sostegno e partecipazione. Nel fare “Un ritratto della tragedia che inghiotte le vite e all'orrore che non deve essere dimenticato”, l'autrice realizza un lavoro che è ricamo pregiato: un pizzo ben bilanciato trai grandi le piccole azioni dell'esistere e quelle grandi, eclatanti della vita. Ha ben incastonato i fatti della storia con quelli semplici di gente comune che abita i vicoli delle città con le sue strade grigie buie. Meraviglioso è sapere che nonostante tutto, “il mondo gira”, favorendo incontri e amori.
Tutto sembra andare in frantumi, ma Maria e Tonino (Forza luminosa e Segno del futuro nello scritto) si incontrano, si amano, riescono a concepire e a seminare il futuro, un futuro di vittoria, anche se tutto intorno sembra essere immerso in un inchiostro nero che spaventa, dissolve, travolge. rende oscurità per colpa di mediocri che con azioni violente, lasciano segni indelebili al loro passaggio di morte.
Queste pagine sono un soffio di speranza ossigenante capace di rimuove “la polvere” dalla storia e di riconsegnarci “la memoria”. Si sente che è un libro lungamente meditato; un libro che Amalia Mancini ha tenuto a decantare a lungo, in una culla interiore, pesando ogni parola, curandone ogni aspetto e ricercando fino a consumarsi i fatti reali di quegli anni per non scivolare nella retorica, ma per giungere all'essenza morale delle piccole come le grandi questioni, fino a giungere con intensità al midollo degli uomini e, si volge a quei tali di buona volontà, per i quali la vita è azione costruttiva. Uomini che le brutture del mondo non ha reso bestie, ma consapevoli della realtà, per la quale mettono a punto le necessarie politiche attente alle esigenze della popolazione.
Certi uomini si portano addosso tutte le macerie che il sopruso lascia alle sue spalle e, sul cuore hanno tutte le croci di vite cancellate, di anime sporcate, ma sono pronti ad asciugarsi le lacrime e a volgersi al presente tutto da ricostruire.