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Bari, Scuola Open Source Ricerca e innovazione

Avvio in coerente taglio open source con tre laboratori di coprogettazione sulle linee di sviluppo della Scuola Open Source (Sos), la startup barese che, grazie alla sua formula e visione, è l'unico progetto del Sud (fra 700 da tutta Italia) ad essersi aggiudicato uno dei tre premi del bando Che-Fare per le migliori idee di innovazione sociale e culturale.

Cinquantamila euro di dotazione per una sfida partita da Bari, dalla Puglia: “Per aggregare - ha spiegato la presidente Lucilla Fiorentino - chi si occupa di ricerca e innovazione in tutte le sue forme, sperimentando sul campo, fra contaminazione e multidisciplinarietà, in un modello aperto e a forte connotazione sociale, che si dedica alla ricerca per il pubblico e il privato, e alla didattica, dai più giovani fino a professionisti e manager”.

Tavolo presentazione
 

Tra i partner della scuola anche il Comune e il Politecnico di Bari. “Quando ho incontrato la prima volta questo gruppo di giovani talenti, di innovatori, in cerca di supporto per la loro iniziativa - ha ricordato l’assessore comunale alle Culture, Silvio Maselli - come amministratore non mi è parso vero: proposte concrete da soggetti del corpo sociale, veri agenti del cambiamento, in piena sintonia con le nostre politiche di sviluppo culturale. Per accelerare percorsi fra tradizione e innovazione, tra radici e ali, che valicano i confini territoriali”.

Sulla stessa scia il rettore del Politecnico Eugenio Di Sciascio: “Abbiamo subito dato credito al progetto, allo sperimentare con meccanismi formativi diversi, con nuove professionalità e bagagli di esperienze che attraggano una comunità. Modelli e metodi che devono ormai contaminare anche l’Università”.

A illustrare l’avvio delle attività a Bari - epicentro la città vecchia, ma vocazione nazionale e  internazionale - sono stati il direttore didattico e vicepresidente della Scuola Alessandro Tartaglia e il direttore scientifico Alessandro Balena:  "Si parte dunque con i laboratori XYZ: ossia la creazione della Scuola da parte della sua stessa comunità. Fino al 30 luglio, i laboratori si svilupperanmo in modo orizzontale e cooperativo in tre ambiti di ricerca/progetto, uniti da un filo rosso: X-Identità (che frutterà ad esempio logo e strategie di comunicazione, fino alla definizione di un sistema d’identità), Y-Strumenti (che consentiranno alla Sos di funzionare: dalla strumentazione agli open data, dalla moneta virtuale all’assetto generale) e Z-Processi (il funzionamento attorno ai quattro cardini della Scuola: ricerca, didattica, co-living, spinoff)".

Uno dei tre laboratori   Sala Murat
 

Multidisciplinarietà e mentalità plurime in full immersion, l’humus ideale per creare osmosi di competenze ed esperienze tra tutti i 24 docenti e tutor e i 60 partecipanti (numero chiuso) che dalle 9.30 alle 19.30 ogni giorno animeranno la Sala Murat e, a supporto, il vicino Isolato 47, la palazzina di tre piani in Strada Lamberti 13, sede della Scuola grazie a una convenzione col Politecnico. Ogni pomeriggio, inoltre, in programma brevi talk di mezzora, aperti e gratuiti, con docenti ed esperti (prenotazioni obbligatorie su http://bit.ly/29NaHmP, max 50 posti).

Prime considerazioni, segnali emblematici di forte interesse, credibilità e attrattività subito suscitata dalla Sos (che già vanta partnership, oltre che con Comune e Politecnico, anche con Isia Urbino e Lega Coop): docenti e tutor verranno a Bari gratuitamente. Parliamo di esperti di profilo davvero alto, come i direttori di cheFare, Bertram Niessen, e dell’Isia di Urbino, Luciano Perondi; Giovanni Lussu e Giovanni Anceschi, tra i massimi teorici italiani di design; Giacomo Leonzi, cofondatore del primo FabLab italiano, a Torino; o Salvatore Iaconesi, hacker e progettista di fama internazionale. Quanto ai 60 partecipanti, sono stati selezionati fra 199 richieste da tutta Italia e da Germania, Lituania, Serbia, Inghilterra, Olanda, Brasile, Argentina, Colombia: tutti disposti a venire in Puglia a proprie spese (viaggio, vitto e alloggio) per prendere parte all’esperienza.

Un laboratorio alla Sala Murat
 

La Scuola, follow-up del laboratorio di ricerca e coprogettazione XYLAB - nato nell’ambito dell’iniziativa Laboratori dal Basso promossa dalla Regione Puglia - si configura come un Istituto Didattico e Centro di Ricerca e Consulenza Artistica e Tecnologica per l'Industria, il Commercio e l'Artigianato (digitale e non).

Tra i suoi modelli di riferimento, in termini di immaginario, Walter Gropius e alla sua mitica scuola Bauhaus, la fabbrica di Adriano Olivetti, la comunità scacchistica di Roycroft, il metodo dell’Accademia Platonica. Del resto, è indicativo l’acronimo della Scuola: un Sos lanciato a chi si pre-occupa (il trattino ci sta) del futuro, quella comunità di artigiani digitali, maker, artisti, designer, programmatori, pirati, progettisti, esperti di tecnologia, scienza, arti visuali, robotica, domotica, biologia, elettronica: sognatori e innovatori che agiscono assieme, sperimentando nuovi modelli e pratiche di ricerca, didattica, mentoring e co-living.

Il tutto si traduce, di fatto, in uno spazio polivalente: Sos è un hackerspace in cui persone con interessi comuni o affini possano incontrarsi, socializzare o collaborare. È un centro di promozione del riuso in cui effettuare un servizio di raccolta per oggetti con tecnologia obsoleta per promuoverne un riuso intelligente. Ed è infine un FabLab: una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale, dotata di una serie di strumenti di prototipazione-stampa 3D, taglio laser e altro.

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