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Barletta ricorda Pietro Mennea e lo storico record sui 200m.

di Nino Vinella

Era in quel caldo pomeriggio di domenica 17 agosto 1980, quarantuno anni fa, che Pietro Paolo Mennea regalò alla sua Barletta il record mondiale dei 200 metri a livello del mare col tempo di 19”96 dopo aver conquistato qualche giorno prima, lunedì 28 luglio, sulla pista dello stadio Lenin di Mosca l’oro olimpico, e aver stabilito il 12 settembre 1979 il quel leggendario ma storico tempo di 19”72 a Città del Messico destinato a durare lunghi diciassette anni.

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Nell’impressionante (e per tutti gli altri nel mondo) irripetibile sequenza temporale dei primati e delle vittorie, la Freccia del Sud volle per se stesso, proprio come barlettano, e per la cittadinanza intera il momento magico in assoluto. E quel record, scandito da oltre diecimila “io c’ero” nel gremitissimo in ogni ordine di posti stadio di via Vittorio Veneto (che solo molto tempo dopo sarebbe stato intitolato al suo mentore, il due volte campione italiano di marcia sui 50 kilometri Cosimino Puttilli) resta scolpito negli annali dell’atletica azzurra come l’unico fatto registrare da un atleta di fama mondiale nella propria Città di nascita.

In questa riscoperta della memoria collettiva, e a dispetto di quanti fra gli stessi familiari polemicamente si afferma che Pietro Paolo Mennea sarebbe stato rivalutato solo post mortem da Barletta e dai Barlettani, ci aiutano i testimoni del tempo e dei luoghi.

Come il professore Francesco Montenero, biografo in primissima persona perché compagno di allenamenti del Campione, al cui racconto già edito ma al quale più che volentieri attingiamo per rivivere quei momenti, quegli stati d’animo, quelle emozioni: giorni dove tutta la classe politico-amministrativa di allora senza ricorrere a speculazioni propagandistiche o scomodare maxi-finanziamenti o lamentarsi per lungaggini di varia natura) puntò sulla pista, su quella pista andata poi distrutta per dare a Pietro Mennea il suo trampolino di lancio. E di cui Pierino aveva sofferto la mancanza fin dai tempi della Ragioneria, di quand’era studente del suo prof di ginnastica Alberto Autorino e dove “accontentarsi” di quel pistino a tre corsie nel cortile del Cassandro in viale Marconi che, ridipinto di recente con il tricolore, resta l’unico monumento degno di essere così ricordato e realizzato a Barletta.

Scrive dunque Montenero: “Per capire quell’impresa, dal punto di vista tecnico la miglior prestazione di Mennea, bisogna partire dal 12 settembre 1979 a Città del Messico, quando dopo aver stabilito con 19”72 il primato mondiale sui 200 metri, un Mennea ancora con l’affanno veniva intervistato da Gianni Minà e dichiarava “io ragazzo del sud senza pista, sono riuscito a stabilire questo primato”. Il comune di Barletta con il contributo della regione, nell’inverno del 1980, provvide a gommare la pista dell’allora Stadio Comunale con un materiale, lo sportflex, eccezionale per resistenza (a Barletta è durato 36 anni) e soprattutto per prestazioni.

Intanto Mennea non si ferma ed il 28 luglio del 1980 vince i 200 metri delle Olimpiadi di Mosca con il tempo di 20”19, battendo in un finale all’ultimo respiro il britannico Wells e subito dopo il Golden Gala di Roma, edizione n°1, voluta da Primo Nebiolo per mettere a confronto le medaglie di Mosca con gli atleti, per lo più statunitensi, che Mosca avevano boicottato. Alla faccia dei detrattori Pietro batte tutti e con un tempo eccezionale 20”01, a questo punto Pietro è Primatista Mondiale, Campione Olimpico, ha battuto gli americani e tutti i detrattori, ma sa anche che senza l’aiuto dell’altura un uomo è avanti a lui, quell’uomo si chiama Valery Borzov che alle olimpiadi di Monaco di Baviera ha vinto i 200 con il tempo di 20”00. Pietro in cuor suo vuol fare l’ennesima impresa ed allo stesso tempo un regalo alla città e per farla bisogna correre forte come nessuno ha mai fatto, e deciso si correrà a Barletta.

Ecco come si arriva a quel pomeriggio del 17 agosto 1980 – conclude Montenero - l’Amministrazione Comunale doveva inaugurare la nuova pista e la città doveva incontrare il suo eroe, il colpo d’occhio era spettacolare, tribune e gradinate gremite in ogni ordine di posto (solo Barletta Catanzaro valido per la promozione in serie B avrebbe visto qualche anno dopo lo stesso afflusso di pubblico).

Alle 19 lo starter chiamo i duecentisti “dietro i blocchi” ed a Pietro venne data la 5^ corsia, ottima per stabilire una buona prestazione cronometrica,  improvvisamente sullo stadio calò il silenzio e perfino una leggera brezza fino allora presente si fermò. Qualche attimo di concentrazione e poi sui blocchi, almeno 20000 occhi a guardarlo pieni di speranza poi lo sparo. Già dai primi appoggi, mentre il tifo era divenuto assordante, si capì che non ce n’era per nessuno, all’uscita di curva gli avversari ormai lontani e la sua galoppata, fatta di appoggi rapidissimi che appena sfioravano lo sportflex, tutta finalizzata contro il tempo. All’arrivo il risultato era straordinario: 19”96 primato mondiale al livello del mare e muro dei 20” frantumato senza l’aiuto dell’altura. Ora Mennea è l’uomo più veloce del mondo a tutte le longitudini e tutte le altitudini, d’avanti alla sua gente, sulla sua pista”.

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