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Blue Whale, annuncia il suicidio su Facebook. Ragazzo modello muore a Lecce

CARPIGNANO SALENTINO – Il corpo senza vita del proprio figlio lo ha scoperto il padre, la mattina dopo, nel bagno di un’abitazione ristrutturata da poco: un ragazzino di soli 16 anni ha deciso di farla finita stringendosi un cinturino attorno al collo. Prima qualche post su facebook in cui faceva intuire che sarebbe accaduto qualcosa di molto grave. Ha lasciato intravedere le proprie intenzioni Lorenzo, ma era impossibile decriptarle per chi lo conosceva. Subito si è pensato a un gesto di emulazione, ma le forze dell’ordine escludono, per ora, l’ipotesi blue whale (la balena blu), ovvero un fenomeno autolesionistico ed emulativo (un gioco dell’orrore) che si è diffuso tra gli adolescenti attraverso il web, pare anche a Lecce.

Di recente un ragazzino del sud Salento si è presentato a scuola con tagli sul braccio. Un gesto inspiegabile, come quello di altri adolescenti in questo periodo. Un anno fa una ragazzina delle superiori ha cercato di togliersi la vita a scuola: i casi sono tanti. L’adolescenza è una fase molto difficile, ma nell’era internettiana, in cui è facile alienarsi all’interno una società altamente competitiva come la nostra, le cose si complicano e la solitudine interiore aumenta.

«Le cause non sono da intercettare nel percorso scolastico – chiarisce Don Luca, il vicepreside del Liceo Capece di Maglie, dove era iscritto il ragazzo – Lorenzo Brunetta era un’eccellenza, ben integrato nella scuola: un adolescente solare e impegnato dal punto di vista dell’offerta formativa. Non riusciamo a capire la causa scatenante di questo gesto assurdo. Il fratello è un seminarista, la famiglia lo seguiva e lo aveva educato bene». Nessuno riesce ad accettare un vuoto così pesante.

«Era previsto che partecipasse alla notte nazionale dei licei classici: lui era il rappresentate di classe, sempre vicino agli studenti. È una cosa stranissima questo suicidio. Potrebbe essere dovuto a una sensibilità estrema. Non riesco a capire. Questi ragazzi hanno bisogno di un supporto maggiore da parte della società, perché, molto spesso non dimostrano quello che hanno dentro» – spiega con grande amarezza la dirigente scolastica del liceo classico Capece di Maglie, Gabriella Margiotta.

Eppure, al vaglio dei carabinieri ci sono due frasi scritte sulla sua bacheca facebook: una risale al 2016 in cui si parla di «cancellare il passato», l’altra risale a poche ore prima di morire, quando annuncia che «cala il sipario». La famiglia adesso, dopo l’autopsia del dottor Vaglio, lo accompagnerà al cimitero: si spera che insieme a lui non venga seppellito il suo segreto, il perché ha scelto di farla finita in questo modo. Ma le ragioni, molto spesso, vanno cercate nella complessità della mente umana e nelle avversità di una società dove, pur stando insieme agli altri, spesso siamo soli. Un isolamento psichico in cui ci si interfaccia solo con il proprio computer: davanti a uno schermo asettico ci si apre, a volte chiaramente, altre volte cripticamente, prima di fare calare il sipario su una lunga sofferenza interiore.

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