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Bufera in Regione Puglia
per nomima Cataldo all'Adisu
Il comunicato da parte della Regione Puglia è alquanto stringato e recita. "E' stato firmato il decreto di nomina del nuovo Presidente dell'Adisu Puglia - Agenzia regionale per il diritto allo studio universitario. Il presidente è Alessandro Cataldo, nato a Triggiano (Ba) il 13 gennaio del 1964".
Ma la bufera, che nel giro di poche ore si scatena in forma trasversale, è pungente, articolata, a tratti irridente, ma sostanzialmente accordata sull'addebito elettorale-familistico.

"La nomina di Alessandro Cataldo a presidente dell'Adisu ci lascia parecchio perplessi", dichiara in una nota il capogruppo di "Noi a Sinistra per la Puglia", Guglielmo Minervini, "Leggiamo il suo curriculum e non troviamo nulla che giustifichi un incarico così delicato e complesso, se non il rapporto di parentela con Anita Maurodinoia, esponente di spicco del Movimento Schittulli e poi candidata alle ultime regionali con il PD. E non ci convince la motivazione di ricorrere a un commercialista per analizzare i conti dell'azienda: sarebbe come dire che siccome un ufficio ha bisogno di lavori di ristrutturazione, si nomina come suo presidente il capo cantiere".
"E invece - prosegue Minervini - ci sarebbe voluta una figura che ben conosce le problematiche del diritto allo studio, soprattutto in una fase così delicata, determinata dai nuovi parametri per il calcolo ISEE che, in Puglia, ridurrà di un terzo il numero dei ragazzi che accedono alle borse di studio. Senza dimenticarsi che oggi la Puglia ha il coordinamento di tutte le aziende regionali per il diritto allo studio, con tutto quello che questo comporta nei termini di guida e di iniziativa sul piano nazionale".
"Ci attendevamo una nomina che rispondesse a criteri di questo tipo - aggiunge - e invece la sensazione è che si stiano rispolverando logiche che da manuale Cencelli o di ripescaggio, un po' come è avvenuto giorni fa con la nomina di Aldo Patruno, anch'egli già candidato e non eletto alle scorse regionali, alla guida del dipartimento regionale della Cultura”.
“Ovviamente - conclude Minervini - speriamo di sbagliarci e due indizi non fanno ancora una prova. Ma le premesse non ci sembrano delle migliori".

Più o meno dello stesso tenore la dichiarazione a proposito di Dario Stefàno, coordinatore di Noi a Sinistra per la Puglia: "La nomina del nuovo presidente dell'Adisu è, per metodo e nel merito, una brutta pagina scritta dal governo regionale nella quale non ci riconosciamo assolutamente".
"Non rivendichiamo - continua Stefàno - in alcun modo diritti di indicazione, ma una necessità impellente: quella di condividere un disegno autorevole che consenta all'agenzia regionale di proseguire la strada imboccata. Tutte le associazioni studentesche esprimono oggi una grande preoccupazione che facciamo nostra e che vorremmo segnasse l'agenda del governo regionale in tema di politiche di diritto allo studio".
"Le operazioni di "riconoscimento" politico non sono mai giustificabili quando investono scelte o questioni istituzionali, men che meno quando incrociano e sacrificano funzioni e ruoli strategici per il mondo dell'istruzione e della formazione e, dunque, per il futuro dei nostri ragazzi. Questa sull'Adisu - conclude Stefàno - è una scelta che ci pone dinanzi a un grande problema che non si può far finta di non vedere".

Più diretto e meno indulgente l'intervento dei consiglieri del Movimento 5 Stelle Gianluca Bozzetti e Grazia Di Bari: “Il gemello renziano Michele Emiliano continua senza sosta la sua corsa indisturbata alle nomine di partito. Non può essere definita diversamente la nomina di Alessandro Cataldo alla guida dell’Adisu Puglia”.
“E’ quanto mai sconcertante - aggiungono - che alla guida dell’Adisu Puglia sia stato nominato un commercialista, che obiettivamente non ha alcuna competenza per ciò che concerne il diritto allo studio. Ma si sa che per il Presidente, proprio come il suo compagno Renzi, valgono di più le parentele e le tessere di partito che non i meriti”.
“Alessandro Cataldo infatti è cugino dell’omonimo Alessandro Cataldo, marito di Anita Mauridinoia già consigliera comunale di Bari, candidata nelle fila del PD alle scorse regionali e nota soprattutto alle cronache per i presunti pagamenti ai rappresentati di lista (con tanto di tariffario) proprio durante l’ultima campagna elettorale”.
Incalza il vice presidente della VI Commissione Cultura e Istruzione del Movimento 5 Stelle Gianluca Bozzetti: “E’ semplicemente scandaloso l’atteggiamento del Presidente Emiliano che ormai confonde la regione Puglia per il suo Impero personale governando in completa autonomia. Ancora una volta vengono esautorati i ‘poteri’ e il parere del Consiglio e delle commissioni competenti nonché, il parere della rappresentanza studentesca, coloro che quotidianamente toccano con mano i problemi del diritto allo studio”.
Il consigliere brindisino conclude con un invito: “Il Presidente ha il dovere di restituire dignità e trasparenza a questa Regione, per questo lo invito vivamente ad annullare tutti le nomine ‘sospette’, come ad esempio quella dell’Adisu Puglia, di Arca Puglia o del Dipartimento alla Cultura, e bandisca un avviso pubblico che renda finalmente ragione al merito e alla competenza. La ripresa di una Paese passa anche dalle persone giuste al posto giusto e non da una parentela o da una tessera di partito”.

Altra stoccata dai consiglieri regionali dei Conservatori e Riformisti, Erio Congedo e Renato Perrini: "Chi non ha partecipato attivamente alla campagna elettorale del presidente Emiliano si metta l’anima in pace: in questa legislatura non lavorerà con e per la Regione Puglia".
"Il suo il curriculum potrebbe anche essere il migliore in assoluto - proseguono con ironia - ma a nulla servirebbe, il nuovo corso targato Emiliano in questo è in perfetta continuità con il suo predecessore: nella valutazione delle candidature per un ruolo regionale ciò che conta non è la competenza o l’esperienza, ma essere stati candidati consiglieri o avere parenti e amici che lo abbiano fatto".
"Una sorta di risarcimento o riconoscimento di un credito politico da parte di Emiliano: è stato così per Aldo Patruno (candidato consigliere regionale) nominato al Dipartimento Cultura e ieri per Alessandro Cataldo, nuovo presidente dell’Adisu (la moglie del cugino, Anita Maurodinoia, candidata consigliere regionale), ma anche le recenti nomine alle Arca pugliesi o quelle a direttori delle Asl, ma ancor di più la nomina del proprio staff, tutte rigorosamente fatte applicando in maniera nuova il Manuale Cencelli. Nella prima Repubblica, infatti, la spartizione avveniva su base partitica, oggi esclusivamente in base al sostegno personale e all’impegno elettorale profuso a favore del candidato vincente. Stando così le cose e memori delle tante promesse fatte da Emiliano la sensazione è che ne vedremo ancora delle belle!".

Chiude la rassegna il consigliere regionale di FI, Domenico Damascelli: “Siamo alle solite, capiamo che il centrosinistra ci tenga molto ai parenti e affini, ma adesso anche l’Agenzia per il Diritto allo Studio diventa un poltronificio per ricambiare i debiti elettorali, con la nomina del cugino di una candidata del Pd non eletta alle scorse elezioni regionali”.
“Non vorremmo tornare su temi cogenti - prosegue - come altre nomine familiari e di persone legate da vincoli sentimentali nello staff del presidente della Giunta regionale. Ma è sempre più evidente che nel centrosinistra qualcuno scambi i corridoi istituzionali per case private dove assegnare ad ognuno la propria stanza (e il proprio stipendio). Della serie, tutto in famiglia. Adesso - conclude Damascelli - si dica agli studenti pugliesi quali specifiche e particolari competenze abbia il neo presidente dell’Adisu, chiamato a svolgere un ruolo delicato e di garanzia del diritto allo studio ai nostri giovani”.