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Capone sul nuovo Piano delle Aree interne: 'Lo spopolamento si può contrastare'
Loredana Capone: “Lo spopolamento si può contrastare, difendiamo le politiche europee di coesione e cambiamo le priorità nel bilancio nazionale".

“Il nuovo Piano nazionale delle Aree interne che parla 'di accompagnamento al declino' non è accettabile. La politica non può abdicare al suo ruolo di provare a 'cambiare le cose', ci sono margini importanti di intervento e strumenti di contrasto. Basta volerlo. Per questo mi permetto di fare delle proposte”, lo ha affermato la Presidente del Consiglio regionale pugliese, Loredana Capone.

“In Italia sono 115 le aree interne individuate sull'intero territorio nazionale che contengono circa 3.800 Comuni, di cui due terzi nel Mezzogiorno, con una popolazione interessata di 13 milioni di cittadini – spiega Capone - Se fino a pochi anni fa le aree interne rappresentavano gli unici territori connotati da un rilevante spopolamento, oggi purtroppo risulta evidente come è l'intero Paese ad essere connotato da una vera e propria emergenza demografica dovuta al duplice fenomeno della decrescita di natalità e dell'aumento dei flussi migratori".
"Il crollo demografico rappresenta ormai un preoccupante fenomeno strutturale, che connota l'Italia in misura peggiore rispetto al resto d'Europa. Di fronte a questo fenomeno che presenta ricadute a 360 gradi nella vita quotidiana di ciascuno di noi, non possiamo far altro che assistere passivamente in attesa di chissà quali tempi migliori? La risposta è decisamente negativa”.






“La Regione in questi anni ha messo in campo politiche per invertire la rotta, mi riferisco agli incentivi per gli incubatori di impresa e per l’innovazione, ai finanziamenti per l’imprenditoria femminile e giovanile (con il bando Nidi), al sostegno per le piccole medie aziende e agli investimenti sugli eventi culturali e artistici. Ma gli interventi regionali da soli non bastano - ha aggiunto Capone - l'esperienza di altri Paesi europei, a partire dalla Germania dimostra infatti come è possibile creare le condizioni non solo per incentivare i giovani a restare a vivere e a lavorare sul proprio territorio, ma anche per attrarre nuovi giovani da altri territori".
"Questo non accade per puro caso, ma è il frutto di politiche pubbliche mirate a sostenere i redditi, anche ma non solo diminuendo i carichi fiscali, sostenere l'accesso a nuove abitazioni, ridurre i costi dei prodotti di consumo per i bambini, integrare il reddito della famiglie con figli fino ad età elevata, in aggiunta ai provvedimenti che riguardano la defiscalizzazione degli oneri sociali, le politiche attive del lavoro per i non occupati. Servono politiche nazionali integrate e durature nel tempo, quindi politiche pubbliche efficaci, ed esistono margini reali per intervenire".

"Due sono le leve su cui concentrarsi - ha spiegato ancora la Presidente Capone - la prima riguarda il nuovo ciclo delle politiche europee di investimento, che sono in fase di programmazione, a partire dal nuovo ciclo delle politiche di coesione post 2027. L'Europa ha bisogno di utilizzare queste risorse non come uno sportello bancomat al quale prelevare di volta in volta sulla base delle necessità quotidiane. Occorre rafforzare la coesione ponendola al centro degli investimenti europei per governare i processi di transizione, inclusa quella demografica, ma anche per rafforzare i diritti della cittadinanza europea sui temi dell'inclusione, dei servizi sociali, del ciclo istruzione-formazione e lavoro".
"Dobbiamo attivarci tutti per difendere le nuove politiche di coesione - ha sottolineato la Presidente del consiglio regionale - contro la creazione di fondi unici ed indistinti, così la centralizzazione della programmazione e gestione che rischierebbe di subordinare l'utilizzo delle risorse alle grandi esigenze finanziarie dei singoli Stati membri. La coesione non è un tema degli uffici di Bruxelles, ma riguarda direttamente da vicino la vita quotidiana di tutti noi. All'utilizzo delle risorse della coesione occorre che l'Unione Europa lavori per definire un nuovo programma straordinario di investimenti, un nuovo New Deal che si occupi dei problemi più rilevanti dei cittadini e dei piccoli e medi imprenditori".

"La seconda riguarda il fronte interno del nostro Paese dove occorre promuovere una seria politica di revisione di bilancio volta a definire nuove priorità dell'agenda di governo che metta ai primi posti le strategie di contrasto al crollo demografico, di rilancio dell'offerta dei servizi essenziali per la cittadinanza, di competitività per le imprese di piccole dimensioni per la creazione di nuovi e duraturi posti di lavoro".
"Certo si tratta di assegnare le giuste priorità - ha concluso Loredana Capone - a partire dalla pericolosa e costosissima rincorsa al riarmo destinata a produrre rilevanti costi collettivi sociali ed economici. Ma su questo tema, ovviamente non tutti i governi la pensano allo stesso modo”.
(gelormini@gmail.com)
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