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Cassazione, il libro di Curzio e la sentenza su Centrale Enel di Cerano (Br)
La presentazione del libro del presidente Pietro Curzio, "Cassazione Civile", coincide con l'annullamento della sentenza d'appello su Centrale Enel Cerano (Br).
Quando il diavolo ci mette la coda!
Prima uscita pubblica per il nuovo presidente della Corte di Cassazione, il magistrato barese Pietro Curzio, ospite dell’Ordine degli Avvocati di Bari con la presentazione del libro ‘La Cassazione Civile’ (Cacucci Editore) scritto dallo stesso Curzio e da Maria Acierno e Alberto Giusti, anche loro magistrati della Corte suprema italiana.
E quasi nelle stesse ore la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza d'appello sulle dispersioni di carbone dalla Centrale termoelettrica Enel di Cerano, a Brindisi, col processo di secondo grado che sarà quasi sicuramente da rifare.
Esordio 'agrodolce' quindi per l'illustre pugliese dalla brillante carriera giudiziaria. Da pretore a Ruvo di Puglia a pubblico ministero a Bari: poi un periodo nella Direzione distrettuale antimafia, e nel 2007 entra nella Corte di Cassazione, divenendo nel 2018 presidente della VI Sezione Civile, prima di divenire Primo Presidente della Corte lo scorso 15 luglio.

“È per noi un grande onore ospitare il nostro concittadino Pietro oggi presidente della Corte Suprema - ha dichiarato il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari Giovanni Stefanì - la presentazione del libro è stata anche l’occasione per confrontarsi su quello che va e, soprattutto, quello che non va, nella Giustizia italiana, nell’auspicio che dal sempre più costruttivo rapporto tra le istituzioni della Magistratura e dell’Avvocatura possano discendere gli stimoli necessari all’azione di Governo, in favore di una Giustizia più rapida ed efficiente”.
All’incontro hanno partecipato oltre ai presidenti Curzio e Stefanì, anche il presidente della Corte di Appello di Bari Francesco Cassano, il procuratore generale di Bari Annamaria Tosto, il presidente del Tribunale di Bari Domenico De Facendis, il consigliere nazionale forense Emmanuele Virgintino, il consigliere della sez. VI della Corte di Cassazione Adriana Doronzo, il professore ordinario di Diritto processuale civile dell’Università degli Studi di Bari Giampiero Balena, il partner dello studio ‘Polis Avvocati’ Giovanni Di Cagno.

L' evento ha salutato con favore anche l'annucio della risoluzione del nomadismo forense a Bari: “La firma dell’accordo per la costruzione della Cittadella della Giustizia di Bari è un’ottima notizia - ha commentato lo stesso presidente Pietro Curzio - auspico che vengano messe da parte tutte le polemiche e che si vada avanti con un atteggiamento costruttivo per la realizzazione delle opere. Sono contento che i primi luoghi che ho visitato dal mio insediamento siano la Casa Nazionale degli avvocati (Consiglio Nazionale Forense di Roma) e quella dei Legali baresi, cioè il mondo dal quale provengo”,
A tal proposito, anche Giovanni Sefanì ha voluto sottolineare il primo concreto passo avanti nell’iter per la realizzazione della Cittadella della Giustizia di Bari: "Oggi ci aspettiamo che anche gli ulteriori step vadano avanti, con una velocità adeguata all’impellente necessità della comunità barese di dotarsi di una sede giudiziaria adeguata. Auspichiamo che venga riconosciuta la strategicità di quest’opera, affinchè possa godere dei fondi straordinari del Recovery plan e delle procedure semplificate del Decreto semplificazioni”.
L'annullamento da parte della Corte di Cassazione della sentenza d'appello sulle dispersioni di carbone dalla Centrale termoelettrica Enel di Cerano, a Brindisi, prevede anche il rinvio ad altra corte per valutare i ricorsi degli imputati e della Provincia di Brindisi che, oltre al risarcimento ottenuto per danno di immagine e alla salute, chiede anche il danno ambientale. Tale è il dispositivo depositato dopo una lunghissima camera di consiglio.
Processo di secondo grando, pertanto, quasi interamente rifare. La Procura generale, nel corso dell'udienza di giovedì, aveva chiesto l'inammissibilità di tutti i ricorsi.

In appello il processo si era concluso con la conferma delle due condanne inflitte in primo grado ai manager Enel e con l'estensione dei risarcimenti dovuti dall'azienda, quale responsabile civile, anche ad altri agricoltori proprietari di terreni vicini al nastro trasportatore della centrale Federico II. Per Antonino Ascione e Calogero Sanfilippo era stata confermata una pena di nove mesi di reclusione, a entrambi era stata concessa la sospensione condizionale. Per altri due, Sandro Valery e Luciano Mirko Pistillo, i reati si erano già prescritti quindi c'era stata sentenza di non doversi procedere.
Al centro dell'inchiesta della Digos di Brindisi, coordinata dal pm Giuseppe De Nozza, la diffusione di carbone dal nastro trasportatore e dal carbonile dell'impianto sui terreni degli agricoltori vicini. Il parco carbone è stato poi coperto con una tecnologica struttura in legno.
Nel frattempo, la Centrale - in un ottica di decarbonizzazione - dovrebbe avviarsi la riconversione a gas.
(gelormini@gmail.com)