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Confindustria Bari-BAT, Fondi Coesione, ZES, Autonomia differenziata e Nucleare

Assemblea di Confindustria Bari-BAT, il presidente Sergio Fontana al Teatro Petruzzelli presenta una Puglia ambiziosa e intraprendente, chiamando le istituzioni a stare al passo con i risultati raggiunti.
Nella cornice suggestiva ed affascinante del Teatro Petruzzelli si è svolta l’assemblea di Confindustria Bari-BAT, guidata dal presidente Sergio Fontana con la partecipazione, tra gli altri, del presidente di Confindustria Emanuele Orsini, del vicepremier e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale dell’Italia Antonio Tajani, della ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme istituzionali) e del vice ministro Francesco Paolo Sisto (Giustizia).

Occasione per fare il punto sulla congiuntura economica pugliese e le sueprospettive, allargando l’orizzonte a quanto sta accadendo nel mondo. Nell’incontro sono emersi elementi, temi e indirizzi degni di nota rispetto alla politica delle imprese e alla congiuntura politica generale.
Appuntamento strategico, questo barese, per la Confederazione generale dell'industria italiana che, alla presenza dei suoi vertici, oltre che ribadire i risultati straordinari che l'economia pugliese ha avuto in questi anni, chiede a gran voce ai rappresentanti istituzionali nazionali tutti gli strumenti necessari per il rafforzamento delle piccole e medie imprese, con l’auspicio che diventi uno degli assi portanti dell’agenda di politica economica del Paese.

Ne è convinto il presidente di Confindustria BAT, Sergio Fontana, che nella relazione introduttiva dal titolo "Riforme, Imprese e Lavoro", ha ribadito come e quanto l'impresa e l’industria siano - oggi più che mai - un fattore di sicurezza nazionale e non solo un mero operatore economico.
"Per questo - ha sottolineato Fontana - occorre porle con decisione al centro del dibattito politico-istituzionale. Abbiamo oggi, qui a Bari, l’occasione di portare all’attenzione sia del governo locale, sia del governo nazionale i risultati che ha raggiunto l’economia del nostro territorio e le aspettative delle nostre imprese. Abbiamo il piacere di avere con noi a Bari per la prima volta il nuovo presidente nazionale di Confindustria, Emanuele Orsini e, fra i relatori, avremo i i vertici del governo locale, il nuovo sindaco di Bari Vito Leccese e il presidente della Regione Michele Emiliano. A loro e al Governo diciamo che Bari, e tutta la Puglia, hanno una forza produttiva di tutto rispetto, che ha reso il nostro territorio uno dei poli produttivi che hanno trainato il Mezzogiorno fuori dalla crisi della pandemia. Dopo la pandemia, in particolare, abbiamo avuto una capacità di reazione eccezionale".

"Le imprese - ha incalzato il presidente Fontana - hanno necessità che venga messo a terra il Fondo sviluppo e coesione da parte della nostra Regione, che non ha ancora firmato e mi auguro che venga firmato nei prossimi giorni. Ma siamo veramente in ritardo".

"Mi auguro che possano partire anche le Zone economiche speciali. Se partono le Zone economiche speciali, se parte la nuova programmazione, se vengono messe a terra in maniera sana e positiva i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, avremo veramente l'opportunità di non aumentarci più e di pensare a un Sud che possa essere positivo e proattivo, non zavorra dell'Italia".
"Così come la Decontribuzione Sud è la prima proposta che vogliamo fare", ovviamente al governo, tramite i suoi rapprentanto oggi con noi all'Assemblea, "Vogliamo che la decontribuzione Sud sia vista come misura strutturale e non una misura che scade ora a dicembre di questo anno. La vogliamo almeno fino al 2026, è la prima cosa che chiediamo".

"E accanto alla decontribuzione Sud - ha aggiunto Fontana - abbiamo la necessità che la Zes unica possa veramente partire e possa veramente creare ricchezza e valore nel nostro territorio".
Intanto tiene banco la riforma dell’autonomia differenziata, in una Regione che ha fatto ricorso contro quella legge. Secondo la Ministra per le Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati si tratta di una grande occasione. Nettamente contrario il presidente della Regione Michele Emiliano.

Il presidente Emiliano, nel suo intervento, ha riepilogato i dati economici sulla Puglia che ha un trend di crescita pari al doppio di quello dell’Italia; secondo Svimez nel periodo 2019-2023, con un più 6,1% la Puglia è regione italiana più dinamica, mentre l’Italia è cresciuta del 3,5%. L’Istat ha registrato un aumento di 17mila occupati da gennaio a marzo 2024, con la contestuale riduzione del tasso di disoccupazione. Rispetto al 2018, l’occupazione in Puglia è cresciuta in valore assoluto di 81mila unità. La variazione percentuale è stata del 6,9%, molto più elevata rispetto alla media complessiva del nostro Paese che è stata del 2,2%".
“Abbiamo dato - ha aggiunto Emiliano - una concreta possibilità ai giovani di trovare piena realizzazione nella terra in cui sono nati grazie alla strategia regionale #MareASinistra, che punta a rendere la Puglia attrattiva per tutti, giovani pugliesi e non, imprese, startup, ricercatori attraverso interventi che riguardano tutte le politiche regionali”.
“Dobbiamo abbattere a zero la burocrazia, e dev’essere un’operazione bipartisan; dal mio insediamento come sindaco di Bari questo atteggiamento istituzionale bipartisan ha fruttato la costruzione di un blocco sociale che è riuscito ad affrontare infiniti problemi, uno alla volta, a cominciare dalla battaglia per la riapertura del Petruzzelli, di cui oggi ricorre l’anniversario. Mi auguro che questo meccanismo bipartisan funzioni anche a Roma”.
“Siamo molto felici - ha proseguito Emiliano - che con Confindustria Puglia (e non con Confindustria nazionale come erroneamente dichiarato a margine dell’evento, ndr) c’è una posizione simile a quella della Regione Puglia e mia personale di contrasto alla legge Calderoli, che non assicura l'eguaglianza dei cittadini italiani di fronte al guazzabuglio di competenze che rischia di provocare. Confindustria Puglia ha giudicato oggi l'autonomia differenziata un processo che determinerebbe un'Italia Arlecchino e quindi noi condividiamo questo giudizio".

"Avendo fatto una proposta positiva, accantoniamo la legge Calderoli che mi auguro sia bocciata dalla Corte Costituzionale. E se non sarà bocciata dalla Consulta, mi auguro possa essere abrogata dal referendum. Ma nulla vieta che si faccia un disegno di legge costituzionale bipartisan dove si stabiliscono in maniera semplice quali sono le competenze supplementari da dare alle Regioni e quali sono i budget del bilancio dello Stato che vanno assegnati in maniera supplementare alle Regioni".
"Ci mettiamo due mesi a determinare il disegno di legge, qualche mese in più per approvarlo, ma in maniera bipartisan si evita anche il referendum di conferma. Soprattutto non si spacca in due l'Italia. E mi auguro che la saggezza prevalga in un momento terribile. Mentre l'Italia è in guerra su più fronti ci si sta preoccupando di tenere l'unità del governo sulla base di una legge pretesa solo da una parte della sua coalizione in cambio dell'abbattimento dei poteri del Presidente della Repubblica e dell’elezione diretta del premier. Insomma non è il momento, non è il modo, e non è neanche corretto modificare la Costituzione con delle intese tra singole Regioni e governo. Bisogna fermarsi e garantire l'unità del Paese”.
Sulla sanità il presidente Emiliano ha osservato: “Abbiamo un sistema folle che si chiama payback. Lo Stato assegna a ogni regione un tetto alla spesa farmaceutica senza un criterio preciso; quando una regione sfora questo tetto, lo sforamento non lo paga lo Stato ma le aziende fornitrici che devono restituire circa la metà della somma sforata. Un sistema che non sta più in piedi, perché se aumentiamo la capacità di cura qui la spesa sale, quindi si sfora il tetto di spesa, in questo senso dovrebbe intervenire la Corte Costituzionale".

"La gente va curata vicino a casa propria, perciò il meccanismo dovrebbe essere più semplice: se la regione ha speso bene i soldi, lo splafonamento deve pagarlo lo Stato, altrimenti viene commissariata. Siamo pronti a una battaglia su questo, anche perché c’è un’anomalia che riguarda la sanità pubblica di proprietà privata: se un pugliese va in Lombardia, non c’è un tetto di spesa e dobbiamo pagare a piè di lista. Questo sistema deve cambiare. Facendo saltare questi tetti di spesa avremmo più posti di lavoro e 250 milioni di euro resterebbero nel nostro territorio e potremmo invitare altri a investire in sanità".
"Questa è la vera battaglia sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni) che nessuno vuole fare. Lo dico da presidente di regione con la crescita di PIL più alta: immaginate cosa avremmo potuto fare se avessimo avuto le stesse condizioni di partenza degli altri”.
Il presidente ha concluso: “Da due anni sono in gioco 4,6 miliardi di fondi FSC e 2 miliardi del POC, il ministro Raffele Fitto sta facendo il possibile per accelerare, si avvicina la data del 22 ottobre quando firmeremo l’accordo, ma non sappiamo ancora cosa contiene questo contratto da 6 miliardi. Tutto questo è un freno. Abbiamo preso anche schiaffi per portare avanti le nostre battaglie in difesa della comunità, schiaffi che però sono dolcissimi se presi in nome dell’orgoglio di essere pugliesi e appartenere a questa meravigliosa comunità”.

“L’autonomia non è un dogma, non servono accelerazioni", ha detto il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che a Bari ha parlato anche della situazione in Medio Oriente - definita preoccupante - e ricordato l’impegno umanitario dell’Italia e il ruolo della Puglia, coinvolta nel progetto 'Food for Gaza' per aiutare la popolazione civile palestinese con i container partiti da Brindisi.
"Fondamentale", così Emanuele Orsini ha definito l’incontro avuto in precedenza con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. All’indomani dell’avviso del titolare del dicastero - che aveva scosso i mercati - di una legge di bilancio 'Che chiederà sacrifici a tutti', il numero uno di viale dell’Astronomia ha lanciato un segnale di apertura: "Siamo disposti a ripensare a parti delle tax expenditure - ha fatto sapere dal palco dell’Assemblea generale dell’Associazione Bari e Bat - oggi sono 120 miliardi e noi abbiamo la necessità di trovare 10 miliardi all’interno delle fiscal expenditures per fare in modo di rendere strutturali gli investimenti per l’impresa".

"Abbiamo parlato di legge di bilancio, di Piano strutturale di bilancio e, parlando di quest’ultimo - ha riferito Orsini - abbiamo discusso della necessità degli investimenti post-PNRR, post 2026. Il ministro ha condiviso con noi che la via per incrementare la produttività del Paese e il sostegno al welfare è fare investimenti nell’industria, che ha necessità di crescere. Sono molto soddisfatto - ha continuato - nella manovra, il cuneo fiscale è un’esigenza di tutti per dare capacità di spesa ai ragazzi e alle ragazze che lavorano all’interno delle nostre imprese. Un altro tema centrale è quello dell’energia per cui abbiamo chiesto che venga messa nella legge di bilancio la possibilità di finanziare le sperimentazioni sul nucleare nel nostro Paese, perché quella è la via".
Il presidente Orsini ha proseguito: "Quando vediamo che in Germania Volkswagen sta chiudendo due stabilimenti, ovviamente vuol dire che qualche perplessità c’è, l’incertezza delle tecnologie da poter utilizzare c’è. Bisogna salvaguardare il know-how dei Paesi. Noi abbiamo 42 milioni di veicoli in Italia, di cui 7 milioni in Euro6 o Euro7. Abbiamo una potenzialità pazzesca di sostituzione. Ricordo che la filiera dell’automotive, che ci è riconosciuta da tutto il mondo come fornitori di pezzi delle auto, coinvolge 70mila persone che rischiano il posto di lavoro. E noi dobbiamo salvaguardare queste persone".

"Stiamo ragionando con Confindustria di altri Paesi europei - ha aggiunto - partendo dal punto d’incontro della neutralità tecnologica. Il tema dell’auto è fondamentale per il nostro Paese. Dobbiamo trovare nuovi sbocchi. Serve tempo anche per fare le transizioni industriali, altrimenti diventa il deserto. Non possiamo pensare che la decarbonizzazione diventi la deindustrializzazione del nostro Paese. Mi auguro che ci sia un futuro per l’industria italiana dell’auto. Dobbiamo essere attrattivi - ha concluso Orsini - e per fare questo abbiamo bisogno di avere capacità di visione a lungo termine. Non siamo ancora pronti".
Orsini, infine, reputa importante anche la sperimentazione sul nucleare, da inserire per lui in manovra: "L’energia è la salvaguardia del nostro paese e abbiamo l’obbligo di preservare la nostra autonomia energetica. Siamo tutti d’accordo sul mix energetico, e anche sulle rinnovabili, ma sappiamo che il 40% della produzione di energia proviene dal gas, anche in questo caso serve tempo, perché il gas non è sostituibile nell’immediato. Ecco perché la via sono i microreattori nucleari, ne abbiamo parlato anche con Giorgetti questa mattina; Serve che venga messa anche in legge di bilancio la sperimentazione sul nucleare".
(gelormini@gmail.com)