Covid-19 e Fase 2: 'Le virtù terapeutiche della lentezza'
Anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, conferma: "La ripresa sarà lenta e graduale, e ci vorrà pazienza e collaborazione da parte di tutti"
Anche dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - oltre che dal sindaco di Bari e presidente dell’ANCI, Antonio Decaro - arriva la conferma che la ripresa sarà lenta, graduale e bisognosa di pazienza e collaborazione da parte di tutti.
“Le scelte per affrontare la cosiddetta ‘fase 2’ dovranno essere omogenee e graduali", ha precisato Emiliano, "Omogenee, perché devono valere sul territorio nazionale non si può consentire, in una filiera, di far partire una Regione a discapito di un’altra, rischieremmo la concorrenza sleale tra territori. Graduali, perché gli adempimenti sono numerosi: dal confronto preventivo con i sindacati fino ai controlli degli enti preposti (come Inps e Inail). Senza gradualità, rischieremmo di rimanere intrappolati nelle maglie dei molti adempimenti”.
Quindi metodi, tempi e strategie dovranno tendere a un coordinamento di fondo, che eviti spinte in avanti e nel contempo superi i timori da angoscia diffusa, per garantire più equilibrio alla ripresa auspicata. Anche se, magari spinto dalla voglia del legittimo suggerimento, il Governatore - quasi in contraddizione con i propositi ‘sinergici’ - ha avanzato la sua scaletta di interventi, in un’intervista a Corriere e Repubblica: “In Puglia direi che potremmo cominciare dal turismo. Distribuito su tutto il territorio e segmentato secondo diversi modelli, dovrà prepararsi ad ospitare meno persone di quelle che potrebbe. L’auspicio è che tutte le aziende riescano a raggiungere il proprio break even”, ovvero il pareggio con i costi.
“Poi potrebbe toccare alla filiera agroalimentare, che per la gran parte in verità - ha proseguito Emiliano - non si è mai fermata. E subito dopo arriveranno le produzioni industriali strategiche e il grande sistema dei trasporti. Quanto tempo? Non ci vorranno mesi, ma certo alcune settimane, proprio per via di quelle procedure (discussione con le parti sociali e controlli da eseguire), che non si possono realizzare in pochi giorni”.
Provando a decrittare, il presidente ci sta dicendo che la stagione turistica sarà animata fondamentalmente dai movimenti di prossimità, ovvero quelli cosiddetti ‘pendolari’ e magari con mezzi propri. Altrimenti risulterebbe incomprensibile la scala delle priorità, che vede il sistema dei grandi trasporti in coda alla lista degli interventi della Regione Puglia.
Cosa più che comprensibile, in verità, con i tempi che corrono. Quella scala, in caso di ripresa e rilancio del turismo - secondo i canoni tradizionali - sarebbe stata ribaltata, dato che è complicato prevedere flussi da media e lunga distanza, senza l’inscindibile relazione - anzi necessario ‘collegamento’ - col sistema dei grandi trasporti.
Sarà su questa prospettiva che le previsioni e l’organizzazione delle imprese legate ai movimenti turistici, alle vacanze e alla domanda di “viaggio” in genere, dovranno essere riformulate e immaginate in una nuova programmazione dell’offerta e della fruizione dei servizi.
Spostamenti di piccolo cabotaggio, riscoperta dei borghi, dei centri storici, e delle aree di solito ai margini - o del tutto saltate - dai programmi e dagli itinerari ludico-culturali di massa. Dilatazione dei tempi di visita, approfondimento dei contenuti e magari più occasioni per confrontarsi con le realtà sociali e comunitarie locali.
Tutto sommato, un’ottima occasione per ripensare il modo di ‘consumare’ i prodotti turistico-culturali, che molto probabilmente riuscirà a far emergere patrimoni finora non colti dell’offerta senza tempo e senza confini, che solo l’Italia ‘unica nella sua pluralità’ - nonché la stessa Puglia, o meglio le Puglie - possono garantire, attingendo - fuor di metafora - dai loro pozzi senza fondo.
‘Carpe diem’ esortava con sapienza Orazio, e se è vero che ‘non tutti i mali vengono per nuocere’, l’opportunità potrebbe addirittura favorire il cosiddetto passaggio virtuoso dall’abilissima capacità di attrarre turisti e viaggiatori (per grazia ereditata col patrimonio culturale tramandatoci), alla possibilità di cominciare ad affinare l’arte, ben più difficile, di riuscire a trattenerli: trasformando gli arrivi (persone in visita) in soggiorni (notti trascorse e pasti consumati) nelle nostre destinazioni.
Sì, provare a continuare a meravigliare, anche utilizzando la narrazione per cadenzare e vivacizzare i tempi più dilatati del turismo lento: quello appena celebrato nel 2019. Contribuire a fornire elementi utili allo sforzo organizzativo e al salto qualitativo, per migliorare e rendere ‘unico’ il soggiorno dei moderni pellegrini, in cerca di emozioni ed esperienze nei nostri scrigni ricchi di storia, di arte, di tradizione e di bellezza.
(gelormini@gmail.com)
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