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Covid, la Puglia resta arancione, si moltiplicano contagi e malumori

Non è dato sapere, al momento, se gli auspici del presidente, Michele Emiliano, fossero tattici oppure no, quando qualche giorno fa manifestava forte preoccupazione per l'approdo in zona gialla anche della Puglia: facendo intuire che avrebbe preferito rimanesse arancione per cautela.

Emiliano scuola5

Fatto sta che, seppur a sorpresa, la Puglia resta sola insieme a Umbria e provincia di Bolzano nella fascia più protetta, mentre il resto d'Italia si colora di giallo.

Reazioni immediate, trasversali e ovviamente critiche: a partire dal Gruppo Fratelli d'Itala in Consiglio regionale: "Ma Michele Emiliano è ancora contento come una settimana fa di avere ancora la Puglia in zona arancione? L’Italia praticamente diventa tutta Gialla, ma la Puglia resta Arancione: anzi, stando alle parole del suo consigliere politico Ernesto Abaterusso, sarebbe stato proprio lui a chiedere al ministro Roberto Speranza a chiedere di rimanere in una zona che impedisce a tutta la ristorazione di riaprire, che impedisce ai cittadini di uscire dal proprio Comune e quindi di poter andare di andare a fare shopping dove vogliono".

Fratelli d'Italia

"Una zona che dura da più di un mese che coincide con i saldi. Una zona - incalzano da FdI - che sta mettendo in ginocchio attività commerciali, di ristorazione, artigianali. Ma Emiliano è contento! Indifferente al grido che si è elevato anche durante la protesta, fin troppo civile, di categorie che rischiano il fallimento. Indifferente nonostante il fatto che restiamo in zona Arancione, per le inefficienze del suo sistema sanitario, per l’inadeguatezza nel gestire questa fase emergenziale sia da parte sua sia che dell’assessore Pierluigi Lopalco".

Abaterusso Pd

"Per questo avevamo chiesto al Ministero della Salute di commissariare la gestione Covid in Puglia - sottolineano i consiglieri FdI - perché eravamo e siamo consapevoli che la Puglia non è in grado di mettere in campo una strategia che impedisca al virus di circolare. Tutto si è spostato sull’ospedalizzazione fino alla realizzazione di un ospedale Covid nella Fiera del Levante, che è una vergogna per sprechi e inutilità, quando invece c'è bisogno di potenziare la prevenzione e l'assistenza domiciliare e territoriale".

“Infine, ma non ultimo. Ma l’assessore alla Sanità chi è? È ancora Lopalco o ne fa le veci Abaterusso? È grande la confusione che regna nella gestione della Sanità pugliese: Abaterusso rilascia interviste con il piglio da assessore, facendo intendere che i rapporti con il ministero erano tenuti direttamente da lui e che a lui il ministro Speranza aveva assicurato che se la Regione Puglia non avesse frapposto ostacoli saremmo andati in zona Gialla. Siamo quindi in zona arancione perché la Puglia ha frapposto ostacoli? Abaterusso - concludono - ha agito di sua spontanea volontà o su delega di Emiliano? E se fosse così a Lopalco va bene essere confinato a dare solo i numeri… dell’epidemia? Roba da circo, se non avvenisse in un contesto così drammatico”.

Puglia Stefàno

Nota critica arriva anche dal fronte amico, Dario Stefàno (Pd), in particolare dopo la nuova ordinanza sulla Scuola, che prolunga le disposizioni regionali in atto: "Il mondo della scuola in Puglia è nel caos e l'ultima ordinanza regionale non farà altro che esacerbare gli animi".

"Siamo l’unica regione in Italia - dichiara Stefàno - che persegue nella linea di lasciare la scelta alle famiglie degli alunni del primo ciclo. La stessa cosa vale per le scuole superiori, sebbene a farci compagnia ci siano in questo caso la Campania e la Calabria, le uniche e sole regioni che hanno scommesso su un “modello Puglia”, in barba a chi s’illudeva di poterlo esportare in tutta la penisola".

"I dati ci dicono che la percentuale degli studenti delle superiori che hanno scelto la didattica a distanza, saltando così l’appuntamento con la riapertura delle scuole di febbraio, si aggira intorno al 70-80%. Difficile leggerlo tout court come effetto di un atteggiamento prudenziale da parte delle famiglie, men che meno come conferma della giusta direzione intrapresa con le ordinanze regionali".

Scuola lim

"Fermo restando il fondato timore per il rischio di contagio cui si espongono i nostri figli, siamo consapevoli che stiamo arrecando un danno serissimo a questa generazione di studenti, in termini di perdita di conoscenze, d’impoverimento di competenze, di deficit relazionali? Anziché lavorare per favorire un rientro in classe in sicurezza, anche attraverso il meccanismo di rotazione voluto dai provvedimenti ministeriali, viene preferita la somministrazione degli apprendimenti da casa (tra mille distrazioni e inevitabili disguidi tecnici), costringendo gli insegnanti a continue acrobazie didattiche, canali differenziati di esercitazioni, prove di verifica inevitabilmente squilibrate e sproporzionate".

scuola Melendugno

"Mi chiedo - ribadisce Stefàno - a chi giovi continuare questo strano modello di scuola on demand. Non certo agli studenti, ne sono convinto, e nemmeno ai docenti e ai dirigenti che sono sempre più vessati e mortificati. Ma neanche ai genitori sui quali viene impropriamente scaricata la responsabilità di una scelta e tutti i disagi conseguenti. I sindacati dal canto loro provano a urlare il diffuso malcontento, ma restano inascoltati: vox clamantis in deserto".

"Capisco gestire lo shock di qualche mese fa per la paura della nuova violenta ondata, ma ora è tempo che la Scuola abbia la giusta attenzione, una guida sapiente, di alto profilo e di sicura competenza. E quella che sembra come una estrema libertà lasciata ai pugliesi - conclude Stefàno - altro non è che una imbarazzante manifestazione di incapacità a gestire una questione complessa: decidere di non decidere è, sinonimo di non saper governare".

(gelormini@gmail.com)

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