Crisi di governo, Boccia e Stefàno: 'Dal cambiamento al tradimento'
La crisi di governo nei commenti dei parlamentari pugliesi del Pd Francesco Boccia e Dario Stefàno
Fine dell'esperienza di governo gialloverde, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, si dimette e sale al Colle per rimettere il mandato al Presidente della Repubblica e i pugliesi Francesco Boccia, deputato PD e responsabile economia e società digitale del Partito Democratico, e Dario Stefàno, vicepresidente del gruppo del Pd nell'Aula del Senato commentano la situazione di crisi.
"Avevano promesso mari e monti a tutti ed è finita a stracci - sottolinea Boccia - le offese reciproche che sono volate in questi giorni tra Lega e M5S, sintetizzate ora dalle dimissioni del Presidente del Consiglio e dall’intervento di Salvini, sono il simbolo del tradimento fatto agli italiani dai due partiti che hanno dato vita al Governo Conte"
"Dpo un anno il Paese è piantato a zero ed è fanalino di coda in Europa - lamenta Francesco Boccia - gli investimenti privati e pubblici sono fermi e c’è un isolamento in Europa che è sotto gli occhi di tutti. Le grandi questioni sociali e ambientali sono state ignorate e in quasi un anno e mezzo oltre il reddito di cittadinanza pasticciato e quota 100 non c’è stata alcuna misura degna nemmeno di critica. Si chiude un governo che non sarà rimpianto da nessuno, fatto solo di propaganda elettorale permanente e litigi a danno degli italiani".
Ancora più caustico il senatore salentino Dario Stefàno: "Al senatore Salvini, che ha invocato 'elezioni, elezioni subito' servirebbero invece 'lezioni, lezioni subito': sull'ordinamento costituzionale, sul bilanciamento dei poteri, sul diritto parlamentare, per evitare quegli strappi istituzionali messi nero su bianco dallo stesso Presidente Conte".
"Lezioni a cui dovrebbe sentirsi obbligato anche Centinaio - aggiunge Stefàno - che, invece di rassegnare le proprie dimissioni da ministro dell'Agricoltura, ha nominato il nuovo direttore di Agea a Ferragosto e senza il parere delle commissioni parlamentari. Un atto di bullismo istituzionale che traduce, in atti e fatti, il becero binomio 'potere-poltrone'".
"La politica è una cosa seria e le istituzioni - ha continuato Stefàno - non sono il bancomat di una campagna elettorale permanente. Mai come oggi, quindi: 'È finita la pacchia!'. La porta la conoscete. Accomodatevi pure: avete abusato anche troppo delle istituzioni".
(gelormini@affaritaliani.it)
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