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Crispiano (Ta), 'A tavola con l'autrice ': Silvia Rizzello e 'Riso fuorisede'

Venerdì 18 maggio, alle h. 11.30, presso l’Istituto Alberghiero “Elsa Morante” di Crispiano (Ta) – Sala ristorante, plesso “Cacace” (C.so Umberto I), con il patrocinio del Comune di Crispiano (Ta), si svolgerà l’evento “A tavola con l’autrice - Chez Lilou”

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Gli alunni delle classi 4° e 5° dei corsi di enogastronomia e pasticceria si cimenteranno nella preparazione dei piatti e dolci etnici raccontati nel libro “Favola agrodolce di riso fuorisede” di Silvia Rizzello (Kurumuny, 2016), come il riz gras, l’attieké, gli amuse-gueule (Costa d’Avorio), la maqluba (Palestina), per una degustazione alla quale parteciperanno ospiti appartenenti alle culture rappresentate in tavola.
 
L’iniziativa è la parte conclusiva del laboratorio interculturale “Chez Lilou”. Infatti, in previsione di questa performance finale davanti ai fornelli, lo scorso 18 aprile, gli studenti cuochi e pasticceri hanno dialogato con l’autrice per contestualizzare meglio intrecci umani, luoghi, cibi e avvenimenti narrati.
 
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Un’iniziativa che vuole “cuocere insieme” intercultura e gastronomia in un amalgama mai sperimentato prima tra i banchi di una scuola per parlare con i giovani di temi attuali delicati quali: le diversità culturali, l’accoglienza e l'immigrazione non con discussioni frontali, ma con il metodo “learning by doing”che, valorizzando i talenti di ciascuno, li rende protagonisti del fare mettendo in pratica ciò che si impara. 

La rilettura e riscrittura in chiave gastronomica della storia della cuoca Lilou, protagonista di “Riso fuorisede”, sarà un’occasione per riflettere ed essere propositivi costruttori di un emblematico “gusto delle differenze”

A parlarne con l’autrice ci saranno la Preside dell’Istituto Elsa Morante, Concetta Patianna,  il Commissario Straordinario del Comune di Crispiano, Mario Volpe, e Anna Dalfino, vedova del sindaco Enrico Dalfino, a cui è dedicato il libro. Modererà l’incontro Antonio Vinci.

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Silvia Rizzello - Barese di nascita e globetrotter per professione e passione, scrive di cooperazione internazionale e diritti umani per diverse testate, società e organizzazioni in Italia e all’estero; collabora con le scuole come esperta di media education e intercultura. Nel 2015 ha vinto il Premio Giornalista di Puglia “Michele Campione” per la cronaca. È referente per l’Italia del progetto ugandese “Kyempapu” che garantisce istruzione, benessere e sport a bambini e giovani delle periferie di Kampala.

Silvia Rizzello
 

Riso Fuorisede - E' il suo esordio letterario. È una storia romanzata che nasce nella Bari vera dei fuorisede stranieri dei primi anni ’90. Il libro, che è prima di tutto il risultato di un’indagine giornalistica e di alcune osservazioni di carattere storico-sociologico fra passato e attualità, parte da una constatazione: la Bari degli anni ’90 è stata un bell’esempio di vivacità interculturale che meritava di essere raccontato proprio per il suo essere “avanti” rispetto a tante città italiane di ieri e di oggi.

 Mai come all’epoca, il capoluogo pugliese si è arricchito di tanti scambi culturali nati in maniera del tutto spontanea e naturale, senza che di mezzo ci fossero politiche socio-migratorie. La Bari di cui si parla è la stessa che, l’8 agosto del ’91 con lo sbarco di 20 mila albanesi, visse assieme a tutta l’Italia l’inizio di una nuova era: l’emergenza di “arrivi disperati”. 

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Il genere dell’opera è a metà strada tra il giornalismo narrativo e una novella moderna. La storia prende avvio da un funerale ivoriano. È il pretesto per un intrecciarsi di storie “diversamente culturali”. A casa di Lilou, tra piatti fumanti di foutou e riz gras le conversazioni si allungano saltando dall’italiano al francese, alla lingua yacouba, dall’arabo al greco, al dialetto barese.

Amalgama di un’umanità esule di variopinte identità “diversamente culturali”, è il riso, nutrimento del corpo e dell’anima: il riso nel suo duplice significato di alimento fondamentale di tanta parte dell’umanità, e di scatto liberatorio, che scardina i recinti della cosiddetta normalità e insegna «il gusto delle differenze, in questo gioco buffo che è la vita.

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Un libro che non passa inosservato  in un momento di grandi migrazioni come quello che stiamo vivendo, che ha suscitato la viva partecipazione degli studenti presenti i quali hanno interloquito con l’Autrice in maniera curiosa e pertinente. L’incontro è propedeutico alla manifestazione che si terrà il prossimo 18 maggio , nella quale gli alunni si cimenteranno nella preparazione di piatti dal respiro interculturale tratti dal testo sopracitato. (Michele Speziale)

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato in precedenza: Enrico Dalfino e la favola agrodolce “Riso fuori sede” di Silvia Rizzello

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