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PugliaItalia
Dario Stefàno (Pd), Recovery Fund, MES e Covid-19

Il senatore pugliese, Dario Stefàno (Pd), presidente della 14^ Commissione permanente Politiche dell'Unione europea, intervendo in sede di Relazione delle Commissioni Riunite (5^ e 14^) sulla proposta di "LINEE GUIDA PER LA DEFINIZIONE DEL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA", ha avuto modo di ribadire una serie di stimoli per il rilancio del Mezzogiorno, delle aree interne e delle isole minori.

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"Ambiti in cui maggiormente si concentrano le difficoltà italiane, dove è più che altrove necessaria l'identificazione di criteri specifici per il riequilibrio della competitività delle varie aree del Paese. A tal proposito - ha sottolineato Stefàno - il richiamo presente nelle Linee guida del PNRR alla clausola del 34 per cento, ossia alla distribuzione dei fondi in ragione della popolazione residente, non appare sufficiente a operare l’atteso riequilibrio, essendo questa solo una misura minima di cautela, volta a fissare un criterio di programmazione degli investimenti in proporzione alla popolazione resi­dente, e quindi non sufficiente a promuovere la riduzione dei divari territoriali, ancora oggi esistenti tra le diverse aree del nostro Paese, in cui persiste una differenziazione relativamente al PIL pro capite e al tasso di disoccupazione. Anzi, vi sono alcuni settori - come le infrastrutture fisiche e le infrastrutture sociali - in cui i fabbisogni di investimento di alcune aree del Mezzogiorno sono ben superiori alla ricordata misura del 34 per cento".

"A tal fine - ha proseguito il senatore salentino - si ribadisce l’esigenza primaria di procedere con decisione al completamento delle grandi reti di comunicazione, con particolare riguardo a quella ferroviaria e quella digitale. La realizzazione o il completamento di infrastrutture di trasporto efficienti e integrate, riducendo Atti Parlamentari – 12 – Senato della Repubblica XVIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI - DOC. XVI, N. 3 i costi del trasporto connessi alla distanza, amplierebbero la dimensione del mercato potenziale per le imprese localizzate nel Mezzogiorno. Inoltre, le risorse del PNRR potrebbero rafforzare le ZES, ciò che consentirebbe di attivare gli investimenti necessari per la realizzazione delle infrastrutture previste (non avviate o completate) nei rispettivi Piani strategici, ma anche di altre indispensabili per favorire la localizzazione industriale, come quelle nei retroporti, o per assicurare l’intermodalità delle reti del trasporto marittimo, ferroviario e stradale. Ciò dovrà inoltre accompagnarsi a riforme che migliorino il contesto in cui operano le imprese, soprattutto con riferimento alla tutela della legalità e all’ammodernamento e rafforzamento qualitativo delle strutture dell’Amministrazione pubblica".

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"Per il rilancio del Mezzogiorno - ha quindi sottolineato Stefàno - sarà poi fondamentale mettere in campo un Piano nazionale di riqualificazione ambientale che preveda una strategia mirata, per prevenire il dissesto idrogeologico, rafforzare la resi­ lienza del Paese e metterlo in sicurezza rispetto a calamità naturali, fenomeni atmosferici connessi al cambiamento climatico, rischio sismico ed idrogeologico. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla bonifica dei siti contaminati, sia di interesse nazionale (SIN) che di interesse regionale (SIR), e di tutte le altre aree di forte emergenza ambientale, di competenza pubblica, comprendendo anche il rifinanziamento dei piani di risanamento ambientale, affinché la messa in sicurezza del territorio sia garantita in tempi certi e diventi occasione per una diversa e innovativa politica industriale, assicurando nel contempo la tutela dei cittadini e dei lavoratori anche durante le fasi di bonifica.

"Con riferimento a specifici interventi per lo sviluppo delle aree maggiormente in ritardo - ha specificato Stefàno - occorre valutare attentamente la necessità di un adeguato coordinamento dei progetti del PNRR con quelli della Politica di coesione, per evitare il rischio di sovrapposizione o sostituzione tra gli interventi del Piano nazionale a valere sulle risorse del Recovery and Resilience Facility e quelli dei Piani operativi regionali finanziati dai Fondi strutturali europei. Al riguardo si richiama il punto III.4 delle Linee guida del Governo, relativo ai criteri di valutazione negativa dei progetti, in cui si specifica che, nell’ambito del PNRR, saranno valutati negativamente i progetti finanziabili integralmente tramite altri fondi europei, tra cui i Fondi della politica di coesione e altri previsti dal Quadro finanziario pluriennale 2021-2027".

Dario Stefàno

"Si ritiene quindi necessario che la selezione e predisposizione dei progetti da presentare alla Commissione europea nel quadro del PNRR tenga conto della necessità di non incidere su risorse destinate a vantaggio di deter­ minati ambiti territoriali e per materia, così da evitare interventi sostitutivi. In merito al problema derivante dalla ridotta capacità delle ammini­ strazioni italiane nell’utilizzo dei Fondi strutturali europei, si ricorda la maggiore flessibilità adottata dalle istituzioni europee, in via temporanea, per la programmazione 2014-2020, in ragione della situazione di crisi, che ha consentito il recupero di risorse rimaste inutilizzate e che è stata poi legislativamente tradotta nella riprogrammazione prevista dall’articolo 242 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, Atti Parlamentari – 13 – Senato della Repubblica XVIII LEGISLATURA – DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI - DOCUMENTI - DOC. XVI, N. 3 dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, cosiddetto decreto rilancio. Tale solu­zione momentanea, tuttavia, non elimina il problema della scarsa capacità amministrativa nella gestione dei Fondi europei, su cui occorrerà trovare soluzioni normative appropriate".

"Inoltre, restano da utilizzare le ingenti risorse nazionali stanziate nel Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), pari per il periodo di programmazione 2014-2020 ad oltre 63 miliardi di euro. Queste risorse sono state impegnate, nei vari programmi, solo per 7,5 miliardi di euro, con pagamenti per soli 2,5 miliardi di euro (al 30 giugno 2020), al netto della possibile riprogrammazione attivabile ai sensi dell’articolo 241 del decreto rilancio. La programmazione degli investimenti attivabili con le risorse del PNRR e con le risorse dei Fondi strutturali europei dovrà, infine, essere accompagnata anche da una rinnovata sfida costituita dall’utilizzo di misure di vantaggio fiscale o contributivo, come ad esempio lo sgravio contributivo del 30 per cento per le imprese stabilite nelle aree del Mezzogiorno. Congiuntamente, queste due tipologie di misure, e cioè investimenti e fiscalità di vantaggio, ove promossi per un periodo di tempo sufficiente­ mente ampio, potranno consentire una ripresa dell’occupazione e dello sviluppo nel Mezzogiorno, con benefici per l’intero territorio nazionale".

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Nel contempo, il senatore Stefàno, ha anche rilanciato il tweet del sindaco di Bergamo Giorgio GORI, che scrive: "Oltre 200 sindaci firmano l’appello per il Mes rivolto a Governo e Parlamento. Siamo di fronte a una seconda ondata del virus, con un aumento di contagi e ricoveri che sta mettendo in crisi il nostro Sistema Sanitario. Per rafforzarlo servono i soldi del Mes, subito".

Il commento di Dario Stefàno: "Oltre 200 Sindaci si aggiungono alla richiesta di Regioni, Medici o operatori sanitari sulla necessità di prendere le risorse del Mes per destinarle al Sistema Sanitario. La pandemia ci obbliga al buon senso. Non perdiamo altro tempo".

(gelormini@gmail.com)

 

 

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