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Emiliano: PD, scadenza cambiali e future alleanze

La Pasqua per Michele Emiliano, quest’anno, rischia davvero di rivelarsi un Pesce d’Aprile. Non tanto per la coincidenza degli eventi e delle date, quanto per il prolungarsi di una Via Crucis politico-istituzionale, cominciata qualche mese fa, alquanto perdurante nei suoi effetti pratici, e verosimilmente lontana da qualsiasi ipotesi di risurrezione a breve termine.

Emiliano Renzi scontro treni
 

Un Calvario cominciato con l’estenuante braccio di ferro - interno al Partito Democratico - con il già Segretario, Matteo Renzi, e proseguito con i sospetti di ‘tradimento’ in Puglia dopo i deludenti risultati del partito - e i numerosi parlamentari non rieletti - con l’en-plein del Movimento 5 Stelle.

Ball Emiliano Melucci
 

Accentuatosi, poi, con gli sbeffeggiamenti “alla colonna”, per aver avanzato – primo fra tutti - l’ipotesi di appoggio esterno del PD a un eventuale governo a guida M5S (salvo poi veder la stessa ipotesi politica fatta propria e rilanciata da altri leader del partito: primo fra tutti Walter Veltroni); quindi cominciare a vivere l’isolamento nel Getsemani, col succedersi di casi d’abbandono sia sul fronte territoriale con la ‘presa di distanza’ del Sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e la tenuta dell’anatra zoppa a Lecce, sia sul fronte Giunta, con le dimissioni degli Assessori Mazzarano e Caracciolo (dopo quelle precedenti di Santorsola, Giannini e Liviano).

Toccare, infine, l’apice del “non-gradimento” - e relative, trasversali e cocenti ‘fustigazioni’ - con la nomina dell’ex sindaco di Bari, Simeone Di Cagno Abbrescia (già Forza Italia), alla presidenza dell’Acquedotto Pugliese. Quando il coro del ‘crucifige’ si è levato forte e chiaro da ogni angolo dell’agone politico: locale e nazionale.

emiliano dicagno
 

La rimozione della pietra, se tale riuscirà ad essere, non è cosa da aspettarsi in soli tre giorni. E lo stesso appello ad una qualsiasi futura alleanza per il PD - senza indicare su quali temi o quali e quanti punti programmatici provare a realizzarla, supportarla e consolidarla - dà più l’impressione di un rivoltarsi e affannarsi in uno smarrimento d’oltretomba, che del piglio battagliero teso verso traguardi magari ambiziosi, ma coraggiosamente affrontati con lo spirito epico che un tempo gli veniva riconosciuto.

AQP di cagno abbrescia
 

Ricerca indistinta d’alleanze e nomine ‘contestate’ all’AQP diventano, pertanto, la cartina al tornasole di un evidente e critico stato di debolezza politica, anziché essere i passaggi tonificanti di un’improbabile - almeno al momento - azione ri-generatrice a spettro più o meno largo.

In particolare, la nomina di Simeone Di Cagno Abbrescia - accolta con poco, quasi scettico e malcelato entusiasmo dallo stesso Centrodestra - si direbbe avere i contorni più di una ‘cambiale’ da saldare, magari tra gli strascichi della controversa vicenda di Punta Perotti, che dell’investimento sul futuro politico di un centrosinistra o di una compagine civica locale, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.

Da parte di molti commentatori, infatti, a proposito delle motivazioni della contestata scelta del Governatore, si è posto l’accento sulle evanescenti doti manageriali dell’ex deputato di Forza Italia, per la guida dell’Ente più importante di Puglia. Così come risulta piuttosto ‘debole’ l’ipotesi di un’Opa sul pacchetto elettorale di un parlamentare non più tale già dal 2013.

01.Guttuso Renato, Crocifissione 1940 41
 

Altrettanto difficile è immaginare la nomina di Di Cagno Abbrescia come una sorta di ponte lanciato verso il centrodestra, data la levata di scudi che la scelta ha provocato in larga parte dello stesso schieramento conservatore.

Emiliano FD
 

Ma soprattutto, tale scelta ha fatto storcere il naso a molti analisti, che ricordano ancora giudizi, censure e addebiti contestati all’ex-sindaco di Bari (in solido con l’allora presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, e il presidente della Provincia di Bari, Marcello Vernola), per l’intricata vicenda del controverso Protocollo Petruzzelli. Oltre ai numerosi attacchi e alle valutazioni ‘tranchant’ sullo spessore politico-amministrativo, dell’allora avversario elettorale.

Tout d’un coup il calice amaro si è fatto ‘mieru’. Invecchiando, il vino evidentemente ora è più bevibile. Il vento del pragmatismo politico ha spazzato via tutto. Ora è il tempo della riconciliazione, ma la strada pasquale dei nuovi passaggi è ancora lunga e Emmaus è ancora lontana!

(gelormini@affaritaliani.it)

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