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Falcone e Borsellino
Lettieri: 'Veglino su elezioni!'
“Giovanni Falcone ci ricordava in un suo articolo poco prima di essere assassinato con il tritolo della mafia a Capaci, insieme alla moglie Francesca e ai ragazzi della scorta, Vito, Rocco e Antonio, di come la pericolosa saldatura tra criminalità tradizionale e criminalità degli affari minacciasse la stessa sopravvivenza delle istituzioni democratiche e come il rafforzarsi del fenomeno mafioso negli anni fosse da ascrivere anche ad una scarsa attenzione complessiva dello Stato", dichiara in una nota diffusa Luigi d'Ambrosio Lettieri.
"E ricorderete certamente l’inchiesta “Pizza Connection” - continua Lettieri - avviata proprio dal giudice Falcone. Ci finì dentro anche una banca che favoriva mafiosi e trafficanti di droga. I cittadini americani la sfiduciarono, facendola fallire".


"Certamente oggi lo Stato, in tutte le sue articolazioni, si è fatto più attento. Ma non basta. Questo deve essere il ricordo non da sepolcri imbiancati, ma per promuovere il cambiamento reale anche a difesa dei processi democratici. A cominciare dalle prossime elezioni regionali - sottolinea - su cui si stanno già addensando delle ombre".
E poi aggiunge: "Meno leggi (troppe denotano più facilità alla corruzione, come sosteneva Tacito), ma più efficaci, certezza della sanzione e controlli più severi ed efficienti, insieme ad azioni concrete che favoriscano adeguato sostegno al lavoro di magistratura e forze dell’ordine, sono assolutamente auspicabili".

"Sarà anche banale sostenere che la mafia non uccide soltanto con la lupara o con le bombe, ma che uccide l’economia e la vita quotidiana delle persone perbene corrompendo e comprando, quotandosi in Borsa e infiltrandosi nelle pieghe della pubblica amministrazione. Ma è un fatto. Come è un fatto che proprio dalla politica devono arrivare esempi concreti di rispetto delle regole. Ciò che accade oggi, alle porte delle elezioni regionali, proprio in Puglia, intorno a presunte pratiche di voto di scambio sui rappresentanti di lista di alcuni candidati, se non riesce a meravigliarci, produca almeno un sussulto di dignità che ci induca a chiedere non solo chiarezza, ma ad agire, ciascuno con nuova consapevolezza della propria importante parte in un processo di cambiamento collettivo a favore delle buone prassi, della trasparenza e della legalità”.