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Festival della Valle d'Itria: la Francesca da Rimini di Saverio Mercadante

Opera elegante, in prima rappresentazione mondiale, nel Palazzo Ducale di Martina Franca. Il Festival della Valle d’Itria, presenta questa opera di Saverio Mercadante, musicista pugliese dell’ottocento, con regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi e coreografie di Gheorghe Iancu.

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La scena è vuota, i duetti sono intensi, gli abiti sollevati dal vento come i teli di accesso alla scena, che si alzano in aria affascinanti e sinistri. Il balletto nell’alternanza del bianco e del nero dei costumi, definisce il romanticismo di momenti che hanno come forza solo le parole ed i gesti degli interpreti e l’unica nota di colore è l’abito rosso di Francesca, che sembra riassumere la passione ed il sangue della morte.

Il ritorno dopo venti anni di Pier Luigi Pizzi, a dirigere un’opera per il Festival della Valle d’Itria, è evento di grande risonanza come lo sono le sue parole, quando intervistato sulla sua attenzione per il barocco, riscoperto e valorizzato, racconta del suo ascoltare l’opera infinite volte sino a non avere più bisogno dello spartito durante le prove, e del suo usare la musica per creare l’atmosfera dell’opera in base allo spazio in cui essa verrà recitata.

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Nasce così la prima rappresentazione, nell’edizione critica di Elisabetta Pasquini, della storia di Paolo e Francesca, da Dante portati nell’inferno, ma che coinvolge e suscita sentimenti profondi per l’amore di questa donna costretta ad un matrimonio non voluto, e che in Paolo trova la passione e la vera unione.

Anche Dante, prova pietas per questa donna adultera, che ama così profondamente da volere la morte insieme al suo amore, e lo spettatore odierno resta preso da questa opera che pur nella sua lunga durata, coinvolge ed appassiona.

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Il coro della Filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca con la direzione di Cornel Groza, ha una presenza importante e definisce la scenografia di spazi grandi e vuoti. Il balletto a due è di grande bellezza e definisce uno dei momenti più romantici dell’opera, che ha per direttore dell’orchestra Fabio Luisi, e fra i suoni una forte presenza musicale dell’arpa che rende intensa ogni scena.

Un’opera, che dopo i disguidi che ne proibirono la messa in scena, per vari intrighi e traversie raccontati in maniera romanzesca, finalmente vede la messa in scena grazie al Festival della Valle d’Itria.

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