Fitto e CoR, levata di scudi per import d'olio tunisino - Affaritaliani.it

PugliaItalia

Fitto e CoR, levata di scudi
per import d'olio tunisino

Il leader dei Conservatori e Riformisti, Raffaele Fitto, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea contro l'importazione di olio d'oliva dalla Tunisia. Questa la sua dichiarazione:

L’Unione Europea dopo aver aperto le porte, ora ha deciso di spalancarle all’olio tunisino: alle 57mila tonnellate già previste da un precedente accordo stipulato con la Tunisia, se ne aggiunge un altro, siglato solo qualche giorno fa  (il 17 settembre scorso) con il quale si  autorizza l’ingresso, senza dazio, di ulteriori 35mila tonnellate. Una vera e propria “colata” di olio africano che rischia di travolgere il nostro extra vergine di oliva alla vigilia di una stagione già molto difficile, specie per gli agricoltori salentini alle prese ancora con il contagio del batterio "Xylella fastidiosa".

raffaele fitto ape
 

Gli effetti sull’olivicoltura italiana, infatti, sarebbero non solo disastrosi dal punto di vista economico, per la concorrenza sul mercato di un prodotto ad un prezzo inferiore e di qualità non eccellente, non avendo le proprietà chimico, fisiche ed organolettiche che caratterizzano l’olio extra vergine di oliva italiano, ma anche sui consumatori italiani che potrebbero non essere sufficientemente informati sulla qualità e la provenienza dell’olio acquistato, soprattutto, attraverso i grandi marchi.

Alla luce di tutto questo e a difesa di una categoria molto spesso maltrattata dall’Europa, gli agricoltori in genere, ma soprattutto gli olivicoltori, ho presentato un’interrogazione nella quale chiedo alla Commissione Europa: 1) a fronte dell’accordo con la Tunisia sta pensando di provvedere, con altrettanto solerzia, alla tutela del settore olivicolo e alla produzione di olio extra vergine di oliva italiano?; 2) nello stipulare il suddetto accordo ha  tenuto conto delle ricadute negative sull’olivicoltura italiana e quindi sta ipotizzando di correre ai ripari con ristori per gli agricoltori o misure che agevolino anche le nostre produzioni?; 3) sono previste campagne che promuovano il consumo "informato", attraverso una capillare e sistematica diffusione della cultura dell'olio extra vergine di oliva prodotto nei Paesi dell'Unione europea?

L’Unione Europea è un’opportunità sulla quale noi Conservatori e Riformisti abbiamo scommesso più di altri, ma mai a scapito delle nostre eccellenze.

olio sud
 

All'interrogazione a livello europeo ha fatto eco la dichiarazione congiunta dei deputati dei Conservatori e Riformisti: Benedetto Fucci, Antonio Distaso, Nuccio Altieri, Roberto Marti, Gianfranco Chiarelli, Nicola Ciracì e Rocco Palese:

"La proposta della Commissione Europea volta a consentire l'accesso temporaneo supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato della UE è inaccettabile e fuori da ogni logica perché in Italia ci saranno conseguenze disastrose dal punto di vista economico e dei consumatori per la concorrenza sul mercato di un prodotto ad un prezzo inferiore e di qualità non eccellente. Per segnalare questo allarme al governo, dopo la prima iniziativa già attuata a livello comunitario da Raffaele Fitto nel Parlamento europeo, abbiamo presentato un'interrogazione per sapere quali iniziative si vogliano assumere a tutela dell'olio extra vergine di oliva, che è una grande eccellenza italiana”.

Distaso Anto
 

Il testo dell’interrogazione a risposta scritta:

Al Ministro delle politiche agricole. – Per sapere – premesso che:

lo scorso 17 settembre la Commissione Europea ha presentato una proposta volta a consentire l’accesso temporaneo supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato della UE per sostenere la ripresa nell'attuale periodo di difficoltà in cui si trova il Paese nordafricano;

questa decisione, come affermato dagli stessi operatori del settore, è grave per i produttori e per il mercato dell’olio extra vergine di oliva di qualità perché di fatto, alle 57mila tonnellate già previste da un precedente accordo stipulato con la Tunisia, se ne aggiungeranno altre 35mila tonnellate;

questo scenario è a parere degli interroganti motivo di profonda preoccupazione in quanto gli effetti sull'olivicoltura italiana sarebbero disastrosi dal punto di vista economico, per la concorrenza sul mercato di un prodotto ad un prezzo inferiore e di qualità non eccellente, e i consumatori italiani potrebbero non essere sufficientemente informati sulla qualità e la provenienza dell'olio acquistato, soprattutto, attraverso i grandi marchi;

i produttori di olio extra vergine di oliva vivono già oggi una stagione difficile, specialmente nel territorio straordinariamente fecondo del Salento alle prese ancora con il contagio del batterio “Xylella fastidiosa";

nicola ciracì (2)
 

quanto sopra esposto va inoltre letto nel contesto più ampio di una politica europea che non tiene contro dei riflessi che certe iniziative possono avere sul piano economico, come dimostrato pochi mesi fa dalla diffida all’Italia per la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari, un’altra eccellenza del Made in Italy agroalimentare -:

quali eventuali iniziative ritenga di assumere, nell’ambito dell’Unione Europea, in merito a quanto esposto in premessa e a tutela di un’eccellenza italiana che rappresenta al tempo stesso un’importante impulso a livello economico.

F.to: On. Benedetto Fucci, On. Antonio Distaso, On. Trifone Altieri, On. Roberto Marti, On. Gianfranco Chiarelli, On. Nicola Ciracì, On. Rocco Palese.

Longo Peppino
 

La levata di scudi si completa, nel contesto del Consiglio regionale pugliese: “La Puglia deve far fronte comune a tutela dei produttori di olio extravergine d’oliva”. E’ l’appello del suo vicepresidente, Peppino Longo, contro  la proposta della Commissione Ue di concedere l’ingresso supplementare nel mercato europeo di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino che si vanno ad aggiungere alle oltre 50mila tonnellate già previste da un precedente accordo.

“Si tratta - sottolinea Longo - di una decisione che creerà enormi danni al settore olivicolo del nostro Paese e in particolare della Puglia, terra regina per la produzione di extravergine di oliva che, beninteso, è un prodotto che presenta proprietà organolettiche di gran pregio a differenza dell’olio che si intende fare entrare in Europa. Per questo considero nostro preciso dovere, al fianco del presidente Michele Emiliano, della Giunta regionale pugliese, dei nostri parlamentari e europarlamentari, batterci con tutte le vie legali e politiche a disposizione affinché i produttori europei, e in particolare italiani, non vengano assolutamente penalizzati”.

“Naturalmente  - conclude Longo - è vero che c’è un fine solidale, e condivisibile, a sostegno dell’economia di un Paese in difficoltà, ma è un errore gravissimo nel contempo danneggiare la nostra economia, in particolare modo nel settore agroalimentare, per di più dopo una serie di annate particolarmente difficili, con una misura sciagurata che mette in ginocchio l'olio d'oliva italiano di qualità e colpisce direttamente anche i consumatori”.

Stea Gianni
 

Sullo stesso tema segue immediata anche la nota del Consigliere regionale del  Gruppo Ap-Ncd-Lista Schittulli, Gianni Stea: “Da notizie di stampa apprendiamo che una colata di olio d’oliva preveniente dalla Tunisia sta per  invadere i nostri mercati e le nostre tavole. Una beffa che si aggiunge al danno per gli olivicoltori pugliesi noti nel mondo per l’extravergine di oliva, prodotto di elevatissima qualità. Eppure pare che l’Unione Europea all’accordo per 57 mila tonnellate di olio, già stipulato in passato con Tunisi, ne abbia di recente aggiunto un altro per ulteriori 35mila tonnellate. Di fatto così si mette in ginocchio l’intero mercato europeo, colpendo in particolare quello italiano e pugliese".

"A questo punto credo necessaria e legittima un’azione congiunta - aggiunge Stea - che veda in prima fila il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e l’assessore regionale all’Agricoltura, Leo Di Gioia a tutela di una delle principali voci dell’economia agroalimentare locale e dei nostri olivicoltori. Ricordo che il settore, in particolare nel Salento, deve già fare i conti con la gravissima infestazione del batterio della Xylella fastidiosa".

"Ma una presa di posizione decisa contro questa invasione di olio d’oliva - conclude - deve essere anche a tutela dei consumatori, difendendoli dall’acquisto di un prodotto di importazione le cui qualità sono ben lontane da quelle che caratterizzano l’olio extravergine d’oliva italiano e, in  particolare quello pugliese”.

(gelormini@affaritaliani.it)