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Fondazione Bellisario - Puglia: 'Donne al futuro'

Come il virus aggredisce in maniera devastante i corpi più fragili, così la crisi economica produce danni maggiori su situazioni più sofferenti. Per mesi si è raccontata la favola che di fronte alla pandemia siamo tutti sulla stessa barca, ma la realtà ci ha messo poco a dimostrare che le cose non stanno proprio così.

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Il crollo occupazionale nell’Italia messa in ginocchio dalla pandemia è una questione soprattutto femminile e le donne, in modo più o meno rilevante a seconda della collocazione geografica e del profilo sociale, sono state le prime  - anche nel nostro Paese - a ricadere  nell’area della povertà, della precarietà e della emarginazione.

Le diseguaglianze di genere preesistenti sono state accentuate e tutto questo rischia di avere conseguenze più a lungo termine del virus stesso. Gli effetti devastanti sul livello di occupazione sono statisticamente significative: in Italia su 101mila nuovi disoccupati 99mila sono donne (dati Istat); le donne del Sud  sono state le più penalizzate, l’occupazione persa nel periodo considerato  è quasi il doppio di quella creata negli undici anni precedenti ( -171.000 unità a fronte di + 89.000 tra il 2008 e il 2019 ).

La situazione tracciata è molto difficile. L’Italia è tra i Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia e  i suoi danni economici sono di portata storica: gli economisti la definiscono la più grande crisi dal dopoguerra. Tuttavia questa crisi può essere una vera opportunità, forse la più grande della sua storia, forse irripetibile.

Soltanto così si potrà ripartire, soltanto così sarà possibile riaccendere la speranza. Sarà, però, opportuno ed inderogabile affrontare le sfide del futuro all’interno di una nuova architettura politica che spinga il Governo ad investire sulle donne, che “possono” e “devono” essere il motore del rilancio economico: i temi relativi alle donne e la questione di genere sono sul tavolo e il nuovo Premier ha dichiarato che sono priorità dell’esecutivo.

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, crede molto nella capacità delle donne: “Senza le donne nessun rilancio del Paese. Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite priorità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando ad un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia e lavoro”.

E’ ora che si passi all’attuazione di azioni concrete per la realizzazione sostanziale della parità di genere prevista dall’art.3 della Costituzione, non solo per il bene delle donne, ma per quello dell’Italia intera. Una delle cose che emerge con chiarezza dal discorso di Draghi è come l’universo femminile abbia la migliore attitudine ad offrire risposte giuste alla crisi,  perché è una risorsa  e parte, oltre che essenziale, decisiva della nostra società.

Il rilancio e la ripartenza, quindi, non possono prescindere dal coinvolgimento delle donne che sono più resilienti e capaci di mettersi in gioco per ripartire: pari opportunità significa creare politiche pubbliche, le migliori condizioni perché il potenziale femminile possa esprimersi senza ostacoli o condizionamenti; ma occorre predisporre strumenti normativi ed efficaci politiche di enporwerment femminile.

mimose donne 2021

E’ un progetto ambizioso, di indiscusso valore ma, per raggiungere una vera parità di genere nel mondo del lavoro, prescrivere “quote rosa” o “soglie minime” di presenza femminile  è stato e continua ad essere senz’altro utile. Oggi la leadership femminile, proprio grazie a due importanti interventi legislativi, la legge 120/2011 sulle cosiddette quote rosa e la legge 215 del 2012 sul riequilibrio delle rappresentanze di genere negli enti locali e nelle regioni, si va affermando nelle Istituzioni, nelle imprese e nel modo del lavoro in generale.

Le quote di genere hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo determinante, hanno aiutato a riequilibrare il sistema per aumentare la consapevolezza che un maggior numero di donne negli organi di amministrazione e controllo ha un impatto sulle società in termini di bilanciamento del potere, democrazia e cultura. Senza tale decisiva introduzione legislativa, in una realtà in cui le donne sono sempre più condizionate dagli uomini, dalle scelte dei partiti e dalle logiche maschili prevalenti, non si sarebbero aperte le porte a tante eccellenze femminili delle principali realtà economiche nazionali.

Certo la sola legislazione non potrà mai dirsi pienamente efficace e costruire un futuro in cui la partecipazione delle donne nelle dinamiche economiche, politiche, sociali e culturali di un Paese non sia soltanto una questione di “quote” o “proporzioni”, perché occorre conquistare un criterio esclusivamente fondato sulle capacità, sulle competenze e sul merito.

La condizione femminile ha incontrato enormi difficoltà nel suo lungo percorso di affrancazione e affermazione, che ancora oggi tarda ad affermarsi anche in quegli Stati che possono vantare ordinamenti giuridici all’avanguardia ed una legislazione saldamente ancorata nella piena parità tra uomini e donne. A settant’anni dalla sentenza della Corte Costituzionale del 13 maggio 1960 che eliminò le discriminazioni contro le donne nelle principali carriere, nella consapevolezza che la parità di genere  non è solo un diritto umano fondamentale, ma la condizione necessaria e la sola leva per un mondo prospero, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha espressamente inserito la parità di genere nel programma inclusivo “Obiettivo 5” dell’Agenda 2030.

 

Garantire alle donne parità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso e soprattutto alla piena partecipazione ai processi decisionali, politici ed economici, promuoverà economie sostenibili, di cui potranno beneficiare le società e l’umanità intera.

Quindi, difendere la dignità della condizione femminile attraverso la conquista di fondamentali diritti sociali, economici e politici, cambiare la condizione della vita delle donne, realizzare processi di parità reale e valorizzare la soggettività femminile non solo rappresentano una giusta operazione di riequilibri, ma sono un modo per intervenire e modificare le politiche globali.

Le donne sono determinate, hanno grinta, energia e voglia di fare; sono decise a rompere quel “glass ceiling” (soffitto di cristallo), quella barriera invisibile e sottile che le schiaccia e impedisce una giusta affermazione del proprio talento. Politica, sport, scienza e letteratura: nessun ambito è riservato ai soli uomini e nessun pregiudizio può impedire ad una donna di emergere.

Sono tante le donne che hanno lasciato un’impronta nella storia e che in tempi più recenti occupano ruoli chiave di leadership con competenza, tenacia, coraggio e determinazione e concretezza nella politica, nella medicina, nell’economia come nella scienza, sia negli organismi nazionali che internazionali.

Un particolare pensiero va anche alle scienziate italiane, impegnate nella ricerca e da ultimo nell’isolamento del coronavirus. Storie di intelligenza, talento, genio e forza, ma anche di eleganza e grazia; professionalità concrete artefici del cambiamento, con la sensibilità e la passione della femminilità.

E’ a guida femminile un numero crescente di governi ed organizzazioni internazionali. La Commissione europea ha un Presidente donna. L’Estonia vanta la presenza di due donne come capo di stato e premier. Guida la femminile anche in Nuova Zelanda, Lituania, Norvegia, Islanda, Danimarca e Finlandia che ha il primato della più giovane leader di governo nel mondo. Una donna è presidente della BCE e un’altra a capo della Borsa di Parigi.

Il 2020 è stato anche l’anno dei quattro premi Nobel conferiti a donne meritevoli, tra queste Louise Gluck, che ha coronato la sua carriera con il Nobel per la letteratura. In Italia Marta Cartabia,  già  prima donna Presidente della Corte Costituzionale, si fa apprezzare dalle Istituzioni governative  e con la sua competenza, professionalità, rigore giuridico e garbo diventa punto di riferimento non solo nel cammino per i diritti delle donne, ma per un radicale cambiamento culturale.

L’ingresso alla Casa Bianca di Kamala Harris - la prima statunitense di origini afroamericane e figlia di immigrati, prima donna eletta  alla vicepresidenza degli Stati Uniti d’America -  aggiunge un segnale importante di ascesa sociale femminile, di cambiamento, di fiducia ed un ulteriore motivo di speranza per  il riscatto tutte le donne: impegnata nella causa delle donne, sa di essere nella storia e, consapevole della solennità del momento, manda un messaggio forte e chiaro: “sono la prima donna” vicepresidente “e non sarò l’ultima”. Quello delle donne nei posti di vertice o di rilievo è un lungo elenco che lasciamo aperto nella speranza che si aggiungano per merito e competenze altri nomi femminili.

L’otto marzo celebriamo la  DONNA,  le sue lotte,  le sue  conquiste  politiche e sociali, il suo talento, la sua genialità, la sua determinazione,  la sua dedizione, il suo coraggio,  la sua umanità,  la sua lungimiranza, la sua dolcezza, i suoi silenzi e le sue sconfitte. Durante la pandemia l’impegno fisico, mentale, professionale ha svelato una fisionomia più netta  del mondo femminile: donne straordinarie che anche nei giorni del virus, in uno scenario difficile  non si sono mai arrese, hanno manifestato il coraggio e l’energia per riorganizzare nell’immediatezza, la propria vita e quella degli altri.

Nelle corsie d’ospedale come a casa - con i figli da seguire quotidianamente, per via delle scuole chiuse - sono ancora una volta le donne a dover reggere il peso più grande della crisi. Hanno un volto di donna le immagini simbolo dell’emergenza: l’infermiera che si addormenta con la mascherina sulla tastiera del computer, la dottoressa che culla l’Italia come fosse un neonato, l’infermiera con il volto segnato dalla mascherina. Donne che con professionalità e sacrificio hanno garantito azioni e risultati concreti in ogni ambito professionale con inesauribile sensibilità e umanità.

Nella giornata dedicata alle donne il pensiero va a tutte le donne ancora impegnate nella drammatica battaglia contro il coronavirus dentro e fuori gli ospedali, i laboratori e le strutture sanitarie a lottare, insieme ai loro colleghi uomini, per salvare tante vite umane.

Ricercatrici, infettivologhe, infermiere, tecniche di laboratorio, dottoresse, oss, psicologhe, donne impegnate nelle Forze armate, sono esempio di straordinario valore civile. Sono state la colonna portante del Paese in una situazione di emergenza estrema.

Un infinito grazie va a ciascuna e a tutte le donne che da un anno sono impegnate oltre le proprie forze ed energie nella lotta per la vita. I gravi problemi sul tappeto vedranno nella politica del futuro, sempre maggiormente coinvolta la donna. E’ il momento di puntare una nuova luce sulla storia. Non ci resta che attendere, guardando oltre la mascherina.

a cura della Delegazione Puglia

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