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Fratelli d'italia, Corte dei Conti e Consiglieri del presidente Emiliano

Corte dei Conti e Consiglieri del Presidente della Regione Puglia. FdI: "Nel 2019 scrivemmo una lettera aperta ad Emiliano per rimuovere Titti de Simone".

I consiglieri regionali pugliesi di Fratelli d’Italia hanno diffuso una nota congiunta, a commento dell'interveto della Corte dei Conti sui consiglieri del presidente Emiliano.

“Meglio tardi che mai. Leggiamo su 'La Gazzetta del Mezzogiorno' che la Corte dei Conti ritiene che la consulenza alla consigliera del presidente, Titti De Simone, avrebbe provocato un presunto danno erariale per i pugliesi di 530mila euro a carico del presidente Michele Emiliano e dei due capi di gabinetto che si sono succeduti Claudio Stefanazzi e Giuseppe Catalano.


 

“Perché meglio tardi che mai… perché anche il nostro partito nel lontano aprile 2019 - prima legislatura Emiliano e primo incarico da consigliere del presidente per De Simone –- scrisse una lettera aperta, primo firmatario Francesco Ventola, proprio al presidente Emiliano la cui sintesi era: Titti De Simone costava ai pugliesi, allora già da quattro anni (oggi gli anni sono nove), 65mila euro all’anno per non fare nulla.

“Cinque anni e sette mesi fa, infatti, denunciammo politicamente ‘esistenza di una sorta di ‘giunta ombra’, ovvero consiglieri del presidente che vantavano un compenso di oltre 5mila euro al mese (precisamente 65mila euro l’anno, al netto degli oneri previdenziali e assistenziali), in un momento in cui il 30% una famiglia su cinque in Puglia viveva - e presumiamo che i dati, oggi, sono anche più negativi - con meno di 1.000 euro al mese".


 

"Da qui la richiesta: 'Le chiediamo pubblicamente, con una lettera aperta, di rimuovere dall’incarico Titti De  Simone nominata quattro anni fa, al momento del suo insediamento, ufficialmente consigliere per l’attuazione del Programma regionale, di fatto in questi anni è stata solo la portavoce della Rete LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender), fino a assumere il ruolo di capopopolo e agitatore di alcuni ospiti durante il Consiglio regionale di martedì 9 aprile (2019), per chiedere la calendarizzazione di un Disegno di Legge regionale contro l’omofobia".

"È chiaro che è solo questo l’unico punto che sta a cuore al consigliere De Simone e vuole che venga attuato, visto che in questi anni la sua attività non è pervenuta, mentre viene pagata da tutti i pugliesi. Pagata con soldi pubblici per non fare NULLA… Titti De Simone è libera di portare avanti tutte le battaglie che ritiene giuste, in Puglia o in Sicilia sua regione d’origine. MA NON A NOSTRE SPESE. Non pagata lautamente con i soldi dei pugliesi."


 

“Che dire? Fummo facili profeti, la legge è stata approvata, chiaramente non nella stesura voluta da De Simone, ma fortemente ‘annacquata’ da posizioni decisamente più ‘centriste e cattoliche’ alle quali la consigliera si è dovuta arrendere pur di portare a casa, praticamente, solo il TITOLO del provvedimento legislativo. 

“Peccato che la Corte dei Conti non sia intervenuta già allora… avremmo fatto risparmiare ai pugliesi oltre mezzo milione. Per altro, siamo convinti che non sia l’unica posizione sulla quale si dovrebbe accendere un riflettore, visto che in questi anni abbiamo sempre denunciato le nomine dei consiglieri e non solo, per la stragrande maggioranza trombati alle elezioni nelle liste di Emiliano, che si ritrovano ad avere un ‘signor’ stipendio pagato dai pugliesi perché altrimenti non avrebbero dove andare a lavorare…”

(gelormini@gmail.com)