I dazi USA preoccupano l'Industria pugliese dell’Agroalimentare - Affaritaliani.it

PugliaItalia

I dazi USA preoccupano l'Industria pugliese dell’Agroalimentare

Gli Stati Uniti sono il terzo mercato di sbocco per alimenti e bevande made in Bari. Nel 2024 exploit delle esportazioni del polo di Olio e pasta.

Fra i settori industriali che in questi giorni guardano con maggiore preoccupazione alla politica commerciale di Trump c’è senza dubbio l’industria alimentare dell’area metropolitana di Bari. Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano attualmente il terzo mercato di sbocco per gli alimenti e le bevande prodotte nel territorio barese, dopo Francia e Germania.  Ne dà conferma l’Istat: nei primi nove mesi del 2024 le vendite di alimenti e bevande baresi negli Stati Uniti hanno raggiunto i 19.403.360 di euro, un risultato superato solo dalle esportazioni alimentari in Francia per un valore di 32.260.730 euro, e in Germania per un valore di 26.197.801 euro.


 

“In seguito all’elezione di Trump ci aspettavamo di dover affrontare qualche problema commerciale riveniente dalla sponda americana, ma non pensavamo di dover temere un terremoto, quale potrebbe essere l’imposizione di dazi intorno 25%. Per l’industria agroalimentare di Bari questo rappresenterebbe un incalcolabile danno economico” dichiara il presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Bari e BAT Pasquale D’Addato.

Fra tutti i prodotti che l'industria barese in generale esporta negli USA in testa si posizionano i mobili (oltre il 30% di tutti i beni venduti in USA) e subito dopo  in seconda posizione alimenti e bevande (con oltre il 27%).

“In questi anni abbiamo lavorato alacremente, senza mai fermarci, facendo uso di importanti investimenti, usando innovazione e molta promozione internazionale e proponendo negli USA l’alta qualità dei nostri prodotti. Mi riferisco ai nostri prodotti come le nostre mozzarelle, la nostra pasta, il nostro vino, i nostri salumi, i nostri prodotti ittici, i sottolii, i sottaceti, il nostro olio e molto altro. Tutti prodotti che vengono apprezzati particolarmente dai consumatori americani e dalla  presenza di numerosi consumatori di origine italiana ed europea negli Stati Uniti. “, aggiunge D’Addato. La conferma di ciò arriva dai risultati pubblicati a gennaio dal Monitor Distretti di Intesa San Paolo: lo scorso anno l’export di olio e  pasta del distretto  barese ha particolarmente brillato fra gli altri distretti, segnando su tutti i mercati globali un notevole aumento: +29,5%.

Se si guarda più in dettaglio la composizione delle esportazioni baresi verso l’America settentrionale, si nota che il comparto alimentare che vende maggiormente in America del Nord, e che per questo potrebbe essere più esposto a eventuali misure protezionistiche, è  quello dei prodotti da forno, seguito da quello degli Olii, e, in terza posizione, segue il comparto delle bevande.

“Con l’eventualità di dell’applicazione di dazi al 25% avremmo una grave perdita di competitività sui nostri prodotti, e ciò comporterebbe anche ricadute negative su tutti i settori della filiera collegata alle nostre aziende di produzione, dalla logistica, al packaging. Se il presidente Trump dovesse insistere sulla strada dei dazi, speriamo vivamente nell’intervento del governo italiano e nell’intervento dell’Unione Europea, non per polemizzare o litigare, ma per concordare insieme una linea comune che tenga conto delle esigenze U.S.A., ma anche delle nostre industrie e dei nostri prodotti, frutto di lavoro onesto e di qualità indiscussa".

"Ciò che vogliamo è continuare a contribuire alla crescita economica e continuare ad offrire  qualità in un mercato per noi importante come quello degli USA,  partner commerciale fondamentale  ed insostituibile per l’Italia e l’Europa”,  conclude il presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Bari e BAT Pasquale D’Addato.

(gelormini@gmail.com)